Creato da shinano il 01/07/2008
Storia delle navi da guerra, battaglie navali

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Male di vivere

Post n°10 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da shinano

Questa sera ho sentito al telegiornale locale che è stato
ritrovato nel canale dell’Italsider il corpo di un uomo che era sparito sabato
scorso. Cinquantenne, con due figli, ha lasciato la casa sabato pomeriggio a
piedi ed è sparito nel nulla, fino al macabro ritrovamento.


Questa settimana è il secondo camuno che si suicida….



Le statistiche sciolinate dagli esperti televisivi sono
scioccanti, ogni giorno tre italiani si tolgono la vita!



Che sta succedendo?



Quale è il motivo che spinge la gente a farla finita?





 I commenti più comuni sono che il suicida “non era in sé ed
in quel momento non capiva cosa faceva….”. io penso invece che in molti casi
non si tratti di un raptus improvviso ma di scelte maturate poco a poco e
seriamente ponderate.





 Per statistica le nostre vallate alpine hanno un indice di
suicidi notevolmente più alto della media nazionale, il motivo potrebbe essere
sociale, economico, i fattori sono tanti….





 A mio giudizio il suicida decide di farla finita non perché
è un matto, un debole, un pavido, un vile che ha paura di vivere ma perché
pensa davvero di non avere altra scelta, di “aver sparato fino all’ultima
cartuccia nella dura battaglia della vita”.





 Chi tra di noi almeno una volta nella vita, di fronte alle
difficoltà od a particolari situazioni, non ha pensato di passare a miglior
vita?





 
Certo è più facile e “razionale” capire chi essendo malato
terminale chiede l’eutanasia per porre fine alle proprie sofferenze piuttosto
che è in ottima salute e con una vita apparentemente normale all’improvviso
decide di suicidarsi.



 



Io ho 35 anni, (all’epoca dell’Impero Romano sarei quasi un
nonno, all’alba del nuovo millennio ho appena lasciato la gioventù) eppure ho
conosciuto due persone che si sono suicidate.



 



La prima ha compiuto il gesto impiccandosi probabilmente per
solitudine e perché, dopo la morte della moglie durante il parto, non è mai
riuscito a ricostruirsi una vita o forse, come mi piace pensare, non ha mai
amato un’altra donna ed ha voluto raggiungere la sua famiglia in cielo.



 



La seconda ha invece fatto karakiri nella solitudine della
sua macchina.



Era un mio collega, forse un po’ solo, ma con una famiglia a
sostenerlo…..



Mi ricordo ancora come fossi ieri “alle dieci del mattino
era venuto nel mio ufficio a farsi stampare le visure catastali di tutte le sue
proprietà, come al solito era allegro e gentile come al solito, pronto a far
battute, quel giorno però non gli avevo dato molto attenzione perché avevo seri
problemi lavorativi e lo ho salutato con cortesia ma non con molto calore….
alle undici è andato a casa, ha fatto testamento…. a mezzogiorno ci ha lasciato per sempre”. Il
giorno dopo quando ho visto il suo nome su televideo della RAI ero sicuro che
fosse un omonimia…. invece no…. ho pensato, tra me e me, “potrei essere io tra
qualche anno”.





 I motivi sono quindi tanti, le situazioni sono varie e
diversissime una dall’altra, pochi sono però i casi in cui i protagonisti “non
era in sé”, tutti gli altri in quel momento non pensavano di avere altra
soluzione…..





 Io ho superato le mie crisi interiori solamente osservando
chi si trova o per disabilità o per continente di nascita o per povertà in
situazioni peggiori della mia e darebbe probabilmente l’anima per essere al mio
posto.





 Cerco quindi di gustarmi ogni attimo dell’esistenza, di
lamentarmi con il fato il meno possibile e di cercare, (anche se è facile a
dirlo ma molto difficile a farlo) di vivere nell’oggi, perché “del diman non
v’è certezza”.

 
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