Shop Of Wonders

BelleZZa...


Quando il marito tornava dai campi,a volte lei gli andava incontro e, sul finire del giorno, si sedevano al riparo di una siepe mentre lui fumava una sigaretta. Il marito, un tipo alto e castano con i piedi grandi, le metteva sempre un braccio intorno alla vita, la solleticava e le soffiava sempre dentro alla pettorina del vestito per farla ridere. Lei cercava di non ridere, di indispettirlo, ma la verità è che voleva ridere e finiva sempre per farlo.Non fosse stato per quella risata, sarebbe sembrata bruttina. Aveva i capelli di un colore sporco, troppo scuro per essere biondo, il mento grosso e gli occhi piccoli. Ma il suono di quella risata era talmente bello che, solo a sentirlo, ti sembrava di vederla con le orecchie anzichè con gli occhi, e risultava completamente diversa. Quando rideva, gli occhi scomparivano sopra alle guance pasciute e d'un tratto, in loro assenza, notavi la bocca. Le labbra erano carnose e rosso ciliegia, i denti bianchi e regolari - nessuno ad Angelfield aveva denti come i suoi - e la lingua piccola e rosa come quella di un gattino. E quel suono. Una musica bellissima, zampillante e irrefrenabile che le scaturiva dalla gola gorgogliando come acqua di sorgente da un ruscello sotterraneo. Era il suono della gioia. Per questo il marito l'aveva sposata. E, quando rideva,  lui faceva la voce dolce e le poggiava le labbra sul collo ripetendo il suo nome, Mary, all'infinito.[Tratto da "La tredicesima storia" di Diane Setterfield]