La vita è un soffio

Il significato esoterico della Pasqua


 Il termine Pasqua deriva dalla parola latina pascha e dall'ebraico Pesah, che significa “passaggio”. Il termine “Pasqua” ha due significati, che convivono tutt’oggi, a seconda che si stia parlando della tradizione ebraica o della tradizione cristiana. E’ ampiamente riconosciuto che la fede israelitica si qualifica come adesione a Jahve presente operativamente nella storia, per liberare e salvare il suo popolo; tale adesione si può definire un’esperienza di tutto il popolo israelitico aperta a Dio manifestatosi come “futuro” che lo chiamava a mettersi in viaggio. Essi da seminomadi, in cerca di una terra da abitare, hanno incontrato Jahve come colui che promette ed è fedele alla promessa. Le tribù israelitiche salvate, cominciano a riflettere su ciò che avevano vissuto e giungono a farsi un’idea sempre più chiara della presenza liberatrice di Jahve. La loro fede si esprime così in forme sociali ed esterne, assumendo i caratteri tipici della religione. E’ qui che nasce il culto rituale.L’incontro con Dio nella storia viene celebrato, cantato, espresso con simboli sacri, rivissuto nella festa con grande gioia. A questo riguardo appare sintomatico nel libro dell’Esodo, dove si ha il primo e sicuro riferimento alla pasqua, l’intreccio di narrazione storica e celebrazione liturgica ...Oggi la Pasqua è intesa come festività propria del popolo ebraico; “più recentemente” la festività del popolo cristiano che vede nella morte e resurrezione di Cristo, la prosecuzione del piano salvifico di Dio nei confronti del suo popolo e dell’umanità intera. L’ultima cena, da Cristo celebrata, e la sua collocazione cronologica, invece, costituiscono due grossi problemi sul piano storico-esegetico, di cui quello cronologico è da considerarsi previo all’altro in cui ci si domanda se l’ultima cena fu un banchetto pasquale, seppur pregna di “ritualità pasquale”.Il termine Pasqua, il significato di “passaggio”. E’ senza dubbio un cammino evolutivo della umanità, e non del singolo uomo, che si incontra con Dio, inteso come la “prima” ma allo stesso tempo, la massima manifestazione Divina possibile su questo piano, il cui nome, riferendoci al Vecchio Testamento, è COLUI CHE E’ ; mentre se ci riferiamo al Nuovo, tale nome diviene il SALVATORE (Joshua: Iod, He, Shin, Vau, He) o il Riparatore … Si tratta del primo mese della primavera, come riaffermato nel Deteronomio (16,1). A tale mese corrisponde sia lettera HEY (He) sia il segno dell’Ariete. Per inciso ricordiamo che la lettera Hey, nella sua costituzione, rappresenta le tre direzioni dello spazio fisico: lunghezza, larghezza, profondità; rappresenta anche la nascita di un’idea nel mondo fisico, la sua entrata nel campo tridimensionale. 
 Su di un piano più elevato, queste tre dimensioni sono i “rivestimenti” che l’anima deve indossare prima di poter rivelarsi ed interagire con la realtà inferiore. Essi sono: pensiero, parola ed azione, tre fasi successive del cammino dal segreto al manifesto. La lettera Hey, più di ogni altra, è la lettera dell’auto-espressione, della volontà di rivelare un processo nascosto, di creare, di far nascere. E’ la lettera dei miracoli; rappresenta la “conversione” dell’elemento femminile, il suo “ritorno”(teshuvà) nell’ambito che le spetta, la fine del suo compromesso con le forze dell’oscurità. In generale la Hey rappresenta la “Shekinà” o presenza di Dio. E’ una lettera importantissima in quanto compare ben due volte nello stesso Nome Ineffabile di Dio e, come è noto, la Cabalà associa a ciascuna delle lettere del Nome di Dio delle entità particolari, chiamate “PARTZUFIM”, o Espressioni o Ipostasi.Metaforicamente, il mese della Hey, Nisan, è quello adatto a risollevare quella parte di noi che era rimasta intrappolata nelle oscurità paludose del male, del peccato, della sofferenza, dell’asservimento a forze estranee alla nostra individualità più pura. Rappresenta il tempo della nascita in un mondo migliore.Rappresenta il tempo della nascita in un mondo migliore. Ricordiamo anche che, per gli Ebrei, il conto dei mesi incomincia dall’equinozio di primavera, quello degli anni incomincia dall’equinozio d’autunno. Ma torniamo all’Esodo: “…sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno.”… E’, come si può ben vedere, l’inizio d’ogni cosa; il cambiamento totale, lo stravolgimento della consuetudine. E, atteso che l’UNO attiene al Divino, tale cambiamento proviene dalla stessa Divinità. E’ in ultima analisi una “Manifestazione” (Epifania) che partendo dalla severità della Legge (di Dio) perviene all’Uomo attraverso la mediazione della GRAZIA dopo che se ne è accettata e/o incarnata la GIUSTEZZA.Gli aspetti caratterizzanti il rito pasquale sono: -L’agnello - Gli azzimi e le verdure amare.- I fianchi cinti.- I sandali ai piedi.- Il bastone in mano.- La perennità del rito o istituzione della Pasqua del Signore.
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