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Green Pass. Un punto di vista. Pino Cabras

Post n°837 pubblicato il 18 Gennaio 2022 da amaitti
 

L'intervento alla Camera di Pino Cabras  - Alternativa.

Eccoci dunque a una fase di svolta nella vita della Repubblica,
dopo due anni ad alta tensione. La crisi covid ha investito l’Italia 
come il mondo intero, e ovunque è tempo di bilanci e riposizionamenti.

Ogni paese ha preso le misure. Ogni popolo ha conosciuto la portata 
dei danni e dei rimedi. Ogni governo ha attinto all’arsenale delle sue leggi, 
chi per salvare la normalità, chi per crearne una nuova.

È tempo di bilanci anche per l’Italia e per un giudizio politico 
sulle misure adottate dal governo nel momento della svolta possibile. 
Il governo italiano ha scelto le misure più draconiane al mondo, dopo 
il Turkmenistan, in una spirale di decisioni che in queste aule noi 
di Alternativa abbiamo da subito contestato e criticato.

Abbiamo usato la scienza, la logica, il buon senso, i riferimenti giuridici 
più alti sui diritti umani. Abbiamo ascoltato le sofferenze di milioni 
di cittadini. Abbiamo frequentato piazze in ebollizione.
Abbiamo proposto soluzioni pratiche, ben note e sperimentate 
in tanti paesi a noi vicini per alleviare la vita delle persone.

Il governo ha scelto a lungo – e sceglie ancora una volta – 
la via che aggrava, anziché la via che allevia; la via stolidamente
repressiva, anziché la via democratica; il paese dei sudditi, 
anziché quello dei cittadini.

Il decreto sul Super Green Pass è uno strumento totalmente sbagliato, 
inefficace, dannoso, vessatorio, estorsivo. Va a intaccare 
una serie di diritti e principi costituzionali.

Una marea di riscontri e una valanga di dati di fatto e di numeri 
confermano oggi a posteriori quel che avevamo già visto ieri a priori: 
creare un meccanismo di segregazione non ha fermato l’epidemia, 
ha creato disuguaglianza, distruzione economica, sofferenza psicologica, 
indebolimento dei legami sociali. Sbagliare è umano, 
perseverare è draghiano.

Il capolavoro distruttivo del governo Draghi parte da una grande 
menzogna. Una grave menzogna del governo corrisponde a una grave 
violazione del patto sociale. La menzogna riguarda sin dal principio 
un tema molto serio: la portata e il significato dei vaccini
 e della campagna vaccinale.

Qui in Draghistan da un certo punto in poi non è più una questione
sanitaria all’interno di un sistema costituzionale proporzionato, cauto, 
attento ai diritti. No, qui diventa un nuovo sistema di cittadinanza a punti, 
con l’avvio di una segregazione in grado di espandere le ragioni 
di separazione fra cittadini sulla base di principi provvisori che creano 
incertezza e precarietà e che il governo, senza più contrappesi, 
può estendere arbitrariamente.

I limiti vengono spostati e decisi non in base ad armonie 
costituzionali, ma in base a convenienze di quel momento: 
le dosi sono efficaci per sempre, no, per nove mesi, anzi dodici mesi, 
macché: per nove, che dico? Per sei mesi, anzi quattro!
Non ci sarà bisogno di una terza dose, e chi lo dice è un maledetto 
no vax. Certo che ci sarà la terza dose ma fra un anno, no no, fra tre mesi, 
e chi ha dubbi su un virustar che parla – manco a dirlo – 
“in nome della scienza” e cambia idee come si cambiano le mutande, 
è un maledetto no vax, un “paria” ignorante da dare in pasto 
agli influencer a contratto per manganellarlo, umiliarlo, 
per punirne uno ed educarne cento, per far capire quale sarà
il clima in un paese totalitario che si rispetti, per incoraggiare 
il conformismo in ogni ambito dell’esistenza.

E mentre i dubbiosi venivano associati a ogni forma di infamia 
e di principio d’odio, il potere diffondeva e diffonde ancora odio senza
diluizioni, odio puro, ventiquattro ore su ventiquattro, 
talk show dopo talk show, con tante bugie sparse a piene mani.

Il lasciapassare verde è il primo nucleo di un sistema di crediti sociali 
nuovo di zecca, dove nell’algoritmo del “QR code” si potranno 
aggiungere via via nuove regole per separare i cittadini 
di serie A e di serie B.

Dicevo che il green pass modello Draghi parte da una grande 
menzogna originaria. Molti ricordano cosa causò la sconfitta 
del presidente Bush padre: una promessa non mantenuta, 
una sua grande menzogna. Disse: «Leggete le mie labbra, 
non aggiungerò mai nuove tasse!». E invece aumentò la pressione fiscale, 
e quella sua frase lo perse per sempre.

Allo stesso modo, tutti ci ricordiamo la frase solennemente 
pronunciata da Draghi nel luglio 2021 per giustificare il green pass, 
quella frase che sembrava una vecchia gag di Corrado Guzzanti: 
«Non ti vaccini, ti ammali e muori. Oppure, fai morire: non ti vaccini,
contagi, lui o lei muore».

Se la premessa di un sillogismo è falsa, è falso tutto quel che ne consegue. 
L’intera economia di un paese, il lavoro e lo studio di milioni di persone, 
le connessioni fra i territori, la vita pubblica nel suo insieme, 
sono pesantemente condizionati da una misura fondata
 su una premessa falsa: che chi si vaccina non si contagia 
e non contagia gli altri e inoltre ha la garanzia – dico, la garanzia! 
– di vivere in ambienti sicuri, mentre chi non si vaccina 
è un untore da punire e marchiare con la “Colonna Infame 2.0”.

Glielo dicemmo subito al presidente del Consiglio: 
«Mentre sillabava questa paura primordiale della morte 
- senza distinzioni fra gli anziani che rischiano e i ragazzini
 che non rischiano nulla - ha giustificato il green pass più rigido 
del pianeta, il lasciapassare più opprimente e illogico, 
la limitazione più vasta e senza precedenti in tutto l’Occidente 
delle libertà personali, del lavoro, della scuola, dell’università, 
del viaggio. Non contento, Draghi e gli altri suoi profeti 
della paura, hanno esteso sempre di più un sistema di estorsione.
Una cultura ossessiva della sicurezza, che ad ogni obiezione 
risponde con un inasprimento sempre più smodato e assurdo
delle iniquità, in un clima di caccia alle streghe».

(prima parte)

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