Sto leggendo con molto interesse l’intervista che Bartolomeo I (patriarca ortodosso di Costantinopoli) ha rilasciato al Corriere della Sera la settimana scorsa. E’ allo stesso tempo un appello ed una denuncia di quanto sta accadendo nella moderna Turchia odierna. Debbo dire che sono stato sempre affascinato dalla religione cristiano-ortodossa con i suoi riti, le loro chiese scarne rispetto alle nostre (per lo meno nella ex Jugoslavia ed in Grecia dove sono stato) ma che emanano il mistero di una fede che è rimasta intatta nei tempi, ma soprattutto la quasi totale assenza della burocrazia ecclesiastica del mondo cattolico.Tornando al tema la condizione delle minoranze religiose in Turchia è stata sempre molto difficile: il morbo dell’intolleranza le ha colpite tutte, soprattutto negli ultimi quattro anni. La violenza ha colpito gli ebrei, i cattolici, gli armeni, i protestanti; gli ortodossi sono stati risparmiati forse perché da sempre sopravvivono sul filo di lana dribblando soprusi, angherie e difficoltà. La loro scuola teologica sul mar di Marmara è stata chiusa nel 1971 ed attualmente hanno notevoli difficoltà nel formare i religiosi. L’ambiente ostile permea l’aria di quei luoghi un tempo culla della cristianità. Per i cattolici qualche piccolo segnale di miglioramento della condizione c’è stato dovuto soprattutto alla visita di Benedetto XVI.Quello che mi ha più colpito è stata la seguente frase: “Mi creda, c’era molta più tolleranza delle minoranze religiose sotto l’impero ottomano”. Incredibile, secondo il più importante patriarca ortodosso del mondo, il laicissimo governo turco non riesce a garantire la libertà religiosa più di quanto l’impero ottomano offriva ai cristiani dalla presa di Costantinopoli del 1452 fino alla nascita della repubblica turca di Ataturk del 1923. La questione risulta ancora più grave data la richiesta della Turchia di entrare a far parte dell’ Unione Europea. Infatti le comunità religiose non islamiche non hanno nessun riconoscimento giuridico ufficiale. Credo comunque che l’eventuale entrata della Turchia nella UE potrebbe evitare che il paese cada sotto l’influsso del fondamentalismo islamico ed allo stesso tempo le minoranze religiose potrebbero aver riconosciuti i propri diritti.Andando più a sud e precisamente in Iraq ci si accorge che la famosa guerra preventiva del sedicente cristiano Bush al terrorismo islamico ed alle armi di distruzione di massa l’unico effetto certo che ha provocato, oltre alla sequela impressionante di stragi, è stata l’intolleranza verso i cristiani e la loro progressiva estinzione senza essere assolutamente protetti dalle truppe dell’alleanza anglo-americana. I cristiani irakeni sono soprattutto di rito caldeo: con Saddam-Hussein in un regime dittatoriale e feroce ma assolutamente laico, godevano della totale libertà religiosa. Ricordo che Tareq-Aziz, cristiano - caldeo, era vice-premier ed oltretutto alle donne era consentito ricoprire cariche pubbliche molto importanti. Anche le ultime notizie che ci provengono da quelle terre sono tutt’altro che incoraggianti: un editto dell’imam Al-Sadr imporrebbe anche alle donne cristiane l’uso del velo (comunque sembra sia stato smentito dallo stesso) mentre nella striscia di Gaza (Palestina) le giornaliste della locale televisione palestinese sono state oggetto di minaccia di morte per non aver indossato in video il velo islamico.L’unica isola felice per i cristiani sembra la Siria con le sue comunità di Aleppo e Damasco. Si ha come l’impressione che il seme dell’intolleranza e dello scontro crescano giorno per giorno dimenticando totalmente quello che dovrebbe essere il naturale dialogo interreligioso nell’evolversi dei tempi.Sono davvero tempi duri per i cristiani d’oriente se rimpiangono il periodo dell’impero ottomano!
CRISTIANI D'ORIENTE: Si stava meglio quando si stava peggio?
Sto leggendo con molto interesse l’intervista che Bartolomeo I (patriarca ortodosso di Costantinopoli) ha rilasciato al Corriere della Sera la settimana scorsa. E’ allo stesso tempo un appello ed una denuncia di quanto sta accadendo nella moderna Turchia odierna. Debbo dire che sono stato sempre affascinato dalla religione cristiano-ortodossa con i suoi riti, le loro chiese scarne rispetto alle nostre (per lo meno nella ex Jugoslavia ed in Grecia dove sono stato) ma che emanano il mistero di una fede che è rimasta intatta nei tempi, ma soprattutto la quasi totale assenza della burocrazia ecclesiastica del mondo cattolico.Tornando al tema la condizione delle minoranze religiose in Turchia è stata sempre molto difficile: il morbo dell’intolleranza le ha colpite tutte, soprattutto negli ultimi quattro anni. La violenza ha colpito gli ebrei, i cattolici, gli armeni, i protestanti; gli ortodossi sono stati risparmiati forse perché da sempre sopravvivono sul filo di lana dribblando soprusi, angherie e difficoltà. La loro scuola teologica sul mar di Marmara è stata chiusa nel 1971 ed attualmente hanno notevoli difficoltà nel formare i religiosi. L’ambiente ostile permea l’aria di quei luoghi un tempo culla della cristianità. Per i cattolici qualche piccolo segnale di miglioramento della condizione c’è stato dovuto soprattutto alla visita di Benedetto XVI.Quello che mi ha più colpito è stata la seguente frase: “Mi creda, c’era molta più tolleranza delle minoranze religiose sotto l’impero ottomano”. Incredibile, secondo il più importante patriarca ortodosso del mondo, il laicissimo governo turco non riesce a garantire la libertà religiosa più di quanto l’impero ottomano offriva ai cristiani dalla presa di Costantinopoli del 1452 fino alla nascita della repubblica turca di Ataturk del 1923. La questione risulta ancora più grave data la richiesta della Turchia di entrare a far parte dell’ Unione Europea. Infatti le comunità religiose non islamiche non hanno nessun riconoscimento giuridico ufficiale. Credo comunque che l’eventuale entrata della Turchia nella UE potrebbe evitare che il paese cada sotto l’influsso del fondamentalismo islamico ed allo stesso tempo le minoranze religiose potrebbero aver riconosciuti i propri diritti.Andando più a sud e precisamente in Iraq ci si accorge che la famosa guerra preventiva del sedicente cristiano Bush al terrorismo islamico ed alle armi di distruzione di massa l’unico effetto certo che ha provocato, oltre alla sequela impressionante di stragi, è stata l’intolleranza verso i cristiani e la loro progressiva estinzione senza essere assolutamente protetti dalle truppe dell’alleanza anglo-americana. I cristiani irakeni sono soprattutto di rito caldeo: con Saddam-Hussein in un regime dittatoriale e feroce ma assolutamente laico, godevano della totale libertà religiosa. Ricordo che Tareq-Aziz, cristiano - caldeo, era vice-premier ed oltretutto alle donne era consentito ricoprire cariche pubbliche molto importanti. Anche le ultime notizie che ci provengono da quelle terre sono tutt’altro che incoraggianti: un editto dell’imam Al-Sadr imporrebbe anche alle donne cristiane l’uso del velo (comunque sembra sia stato smentito dallo stesso) mentre nella striscia di Gaza (Palestina) le giornaliste della locale televisione palestinese sono state oggetto di minaccia di morte per non aver indossato in video il velo islamico.L’unica isola felice per i cristiani sembra la Siria con le sue comunità di Aleppo e Damasco. Si ha come l’impressione che il seme dell’intolleranza e dello scontro crescano giorno per giorno dimenticando totalmente quello che dovrebbe essere il naturale dialogo interreligioso nell’evolversi dei tempi.Sono davvero tempi duri per i cristiani d’oriente se rimpiangono il periodo dell’impero ottomano!