IL DUBBIO

LA GUIDA PERICOLOSA E' PECCATO: Siamo tutti peccatori?


Riporto qualche estratto del documento della Santa Sede sulla pastorale della strada che mette in relazione il comportamento in auto ed i principi morali:“Chi conosce Gesù Cristo è prudente sulla strada. Non pensa soltanto a sé e non è sempre assillato dalla voglia di arrivare. Vede le persone che lo accompagnano per strada come fratelli e sorelle, figli di Dio: è questo l’atteggiamento che connota l’automobilista cristiano.”Su tale documento poi inserito una sorta di decalogo che mette in guardia dai casi di guida senza abilità fisica e mentale, il pericolo delle “citicars” affidate ai giovanissimi e soprattutto, e questo mi sembra molto interessante, dalla moralità della persona, in quanto: “l’istinto di dominio e sopraffazione nell’essere umano spinge a cercare i potere di affermarsi e la guida di un’automobile offre la possibilità di esercitare facilmente tale dominio sugli altri identificandosi con il mezzo meccanico ….. accade poi che si sentano come limitazione della libertà i divieti che i segnali stradali impongono …”.La prima considerazione che ho fatto da persona civile ed anche da cattolico è che queste sono cose abbastanza scontate e risapute in quanto è evidente che se non si rispettano le leggi dello Stato non si rispettano nemmeno quelle di Gesù (mitico il “date a Cesare quello che è di Cesare”). Anche il rispetto degli altri e di noi stessi dovrebbe essere la nostra regola fondamentale quando ci mettiamo al volante e non solo. Per non parlare della responsabilità.Però pensandoci bene, dato che in macchina, per lavoro, ci passo molto tempo della giornata mi rendo conto che un certo tipo di comportamento non dico aggressivo ma prevaricante prende credo un po’ tutti noi quando magari abbiamo fretta e il tipo davanti non ci fa sorpassare, che non scatta al semaforo, non ci dà la precedenza ecc. ecc. Effettivamente si può dire che modifichiamo il nostro carattere quando saliamo in automobile: la psicologia moderna dice che l’auto è oramai una protesi del corpo che ha permesso all’uomo di potenziare le sue possibilità, nuove conoscenze ed esperienze. Infatti se per qualche giorno non disponiamo dell’auto ci sentiamo mutilati nella nostra personalità perché limitati della nostra libertà di movimento. L’automobile per qualcuno può essere vissuta come un sinonimo di onnipotenza in quanto permette prestazioni celeri ed immediate che non fanno altro che amplificare le nostre condizioni magari stressate e ci trasformano poi in cattivi guidatori. A chi non è capitato di compiere un sorpasso azzardato, un colpo di clacson irritato e subito dopo essere stupito di se stesso. Non sto parlando solo di uomini ma anche di donne che stanno assimilando molto velocemente il concetto di cui sopra.Poche settimane fa ho rivisto il film del 1962 “Il Sorpasso” di Dino Risi in cui un grandissimo Vittorio Gassman, insieme al giovane Trintignant, scorrazza sul filo dei 200 per la via Aurelia con la sua Lancia Aurelia B24 con l’inconfondibile suono del clacson di sottofondo. E’ un film bellissimo che penso che rappresenti meglio di tutti l’Italia dell’epoca con i suoi conflitti sociali, le sue aspirazioni e soprattutto le sue meschinità.Alla fine anche il giovane studente timido si scioglierà e si lascerà trasportare dai sorpassi e dall’ebbrezza della velocità fino a che …. (non svelo il finale, chiaramente).Un saluto a tuttiVito