IL DUBBIO

GIUSEPPE GARIBALDI: E' ancora un MITO?


La prossima settimana sarà il duecentesimo anniversario della nascita dell’eroe dei due mondi (nato a Nizza il 4 luglio 1807). La figura di Giuseppe Garibaldi ha percorso la storia fino ai giorni nostri diventando una icona, una bandiera contro l’oppressione, un eroe per tutti gli schieramenti politici che comunque ha cambiato l’Italia. Ma chi era veramente Garibaldi? Mi piace riportare una descrizione che ne fa Indro Montanelli nella sua Storia D’Italia:“Garibaldi non era un esibizionista. La popolarità gli piaceva, come piace a tutti, ma non lo inebriava e non le correva dietro. A fargliela erano stati gli altri, non lui, che delle sue imprese parlava con molta modestia. In mezzo a tanta ammirazione era rimasto l’uomo semplice di sempre, senza cupidigia di potere e tanto meno di denaro. C’era in lui il disinteresse di un eroe da western , arrivato a posizioni di comando solo in forza di innate qualità carismatiche. Era diventato un capo perché gli uomini spontaneamente lo seguivano e senza assumere mai le pose gladiatorie. Non era un invasato della disciplina. Solo in combattimento la esigeva, ma non aveva quasi mai il bisogno di imporla.”Quindi questo è il ritratto effettivamente di un eroe di altri tempi un military servant come si direbbe adesso che ha FATTO l’Italia e che da quell’Italia è stato poi ricompensato con la consegna della sua città di nascita (Nizza) alla Francia per meri accordi politici di sudditanza. Fu anche Cincinnato nella sua piccola Caprera, ma anche cittadino del mondo e sostenitore della Prima Internazionale dei diritti umani e sociali dei più deboli.Alla sua morte fu fatto oggetto di un vero culto, dando luogo persino ad un mercato di cimeli e vi fu anche chi lo dipinse mescolando i tratti di Gesù con i suoi (ricordo anche che Garibaldi era massone e quindi assolutamente anticlericale). Le parti fecero a gara per contendersi la sua figura e i suoi ideali di libertà. E’ emblematico quanto accadde negli anni del fascismo, della resistenza e nei primi anni della Repubblica. Per Mussolini era uno dei suoi, un eroe costruttore dell’Italia risorta. All’opposto per gli antifascisti e oppositori del regime (e a ragione) Garibaldi era uno dei padri  dell’ideale democratico repubblicano ed un alfiere dell’emancipazione politica  e sociale delle classi e dei popoli oppressi. I comunisti poi si consideravano i figli prediletti dell’eroe con la camicia rossa. Durante la resistenza le brigate partigiane erano sotto l’insegna di Garibaldi e la stessa cosa fecero reparti della repubblica di Salò. La stessa cosa accadde dopo la fine della 2° guerra mondiale con le due fazioni (cattolico e socialista) che rivendicavano la sua icona.In questi 200 anni quindi Garibaldi ha rappresentato un specchio eloquente di quelle che sono le parti comuni ma anche delle divisioni dell’Italia. Secondo me il mito dell’eroe dei due mondi è rimasto intatto in quanto è riuscito a permeare la nostra storia e la nostra cultura con la sua utopia di libertà e ribellione dagli oppressori.
Certo, i giovani  sia di destra che di sinistra preferiscono il mito di Ernesto “CHE” Guevara che non ha avuto analoga fortuna dal punto di vista militare. Bisogna dire però che se non avesse avuto quella foto straordinaria di Korda, icona del ‘900, probabilmente non avrebbe avuto l’incredibile popolarità odierna (magliette, poster …).Un saluto a tutti quelli che vorranno intervenire.Vito