IL DUBBIO

AL GORE: Un perdente di successo ...


Il Nobel per la pace è stato assegnato ad Al Gore, ex vice-presidente degli Stati Uniti, in qualità di animatore e trascinatore del movimento mondiale in difesa dell’ambiente. Le prime reazioni spontanee sono state: ma che c’azzecca la pace con l’ambiente? Leggendo le motivazioni si evince che “sono stati gli sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti”.In verità Al Gore dopo la sua bocciatura a presidente degli Stati Uniti nel 2000 ha dedicato anima e corpo alla causa ambientale con il libro “Earth in the balance” da cui è stato tratto il documentario “Una scomoda verità” vincitore del premio Oscar come miglior film documento. Inoltre ha organizzato il famoso e discusso concerto “Live Earth” con la partecipazione innumerevole dello Star –System mondiale.Possiamo notare che è il secondo premio Nobel per la pace che in pochi anni va a chi si è occupato di tematiche ambientaliste, come non è mai avvenuto in oltre cento anni di vita del prestigioso premio e a dimostrazione di una grande attenzione ai temi dell'ambiente. Infatti nel 2004 il Nobel venne assegnato all'ambientalista e pacifista keniana Wangari Maathai. Ho visto qualche spezzone del documentario di Al Gore, ritengo sia molto interessante e qualificato in quanto, al contrario degli ambientalisti nostrani (ambientalismo del NO assoluto) in questo caso ci sono molte proposte concrete ed alternative per far fronte in primo luogo alle emissioni di CO2 le quali sarebbero poi la causa del riscaldamento globale. In pratica Gore sostiene che la scoperta del pericolo imminente (e qui poi verremo al punto dolente …) non deve comportare la paralisi dello sviluppo ma si deve tradurre in ricerca assidua di energie alternative: da quelle eoliche a quelle solari, idriche ed anche nucleari.Cosa c’è però che non va, secondo me, nell’attribuzione di questo prestigioso premio ad AL Gore? Lo ha spiegato l’Alta Corte di Londra: “il documentario, pur essendo largamente accurato nella sua illustrazione delle cause e dei probabili effetti del cambiamento climatico, fa delle affermazioni sbagliate in un contesto di allarmismo ed esagerazione”. Perché era stata interessata l’Alta Corte? Il premier inglese Brown aveva intenzione di far vedere il film di Gore in tutte le scuole medie inglesi per sensibilizzare gli studenti sui pericoli dell’inquinamento. Ma un provveditore si era opposto accusando il governo di voler fare del “lavaggio del cervello” ai bambini. L’Alta Corte chiamata a dirimere il caso, dopo un’attenta analisi ed il vaglio di numerosi esperti  ha concluso che “la visione apocalittica presentata nel film è politicamente di parte e non è un’analisi imparziale della questione del cambiamento climatico”. Quindi “un’opera politica non scientifica che contiene una serie di errori di rilievo tra cui la previsione che lo scioglimento dei ghiacci artici farà innalzare il livello dei mari di 7 metri in un prossimo futuro (ma non dice quando) mentre un simile scenario da Armageddon si potrebbe realizzare, se si realizzerà, solo nel corso di un millennio. Inoltre è tutto da verificare che la perdita di nevi del Kilimangiaro, gli orsi che migrano, l’esaurimento della corrente del golfo ed il prosciugamento del lago Ciad, siano da imputare direttamente all’emissione di gas nocivi”.In sostanza si stabilisce che il messaggio centrale è esatto ma con degli errori sulle valutazioni degli impatti ambientali per cui non può essere mostrato nelle scuole inglesi.Anche numerosi ambientalisti hanno confutato le tesi di Gore secondo cui c’è la mano dell’uomo sui cambiamenti climatici. Addirittura lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico sarebbe provocato invece dalle correnti localizzate dei venti, mentre in Antartide i ghiacci stanno aumentando invece che diminuire.Il problema è anche sulla coerenza di Gore il quale terrebbe un tenore di vita non coerente con le sue affermazioni (un po’ come un Grillo nostrano), Jet privati, auto e ville che consumerebbero un’infinità di volte più di una famiglia americana media.Si sono anche fatte ipotesi su una sua eventuale prossima ricandidature alle presidenziali americane del 2008 con le primarie del partito Democratico direttamente contro Hillary Clinton, la quale sembra lanciatissima verso la nomination. E qui voglio schierarmi … a favore di chi? Ma di Hillary of course! Non ho nulla contro Al Gore, persona di cultura e talento straordinario per un presidente degli Stati Uniti, ma un candidato a cui nel 2000 Clinton aveva messo su un piatto d’argento la vittoria alle presidenziali che si lascia battere, seppur per una manciata di voti, forse dall’unico “BAMBOCCIONE” americano, lascia veramente allibiti. Chi è il bamboccione? Ma è George “Dabliu” BUSH il q
uale è rimasto a casa di mummy & daddy fino all’età di 40 anni inoltrati e poi è diventato governatore del Texas e successivamente forse uno dei peggiori presidenti che l’America ricordi. La seconda rielezione di Bush, dovuta all’inconsistenza di Kerry, era pressoché scontata anche nel clima di paura che vivono gli americani.Quindi per i democratici americani forse converrebbe sperare che Gore continui le sue battaglie ambientaliste, lasci perdere la politica e la presidenza ad Hillary, la quale sarà magari meno idealista ma molto più concreta.Dovrebbe continuare a fare quello che sa fare benissimo: e cioè il PERDENTE DI SUCCESSO!Un saluto a tuttiVito