IL DUBBIO

PENA DI MORTE: Problema morale?


E’ stata presentata dall’Italia sia all’Unione Europea che all’ONU una proposta di moratoria della pena capitale la quale è ancora applicata in moltissimi paesi del mondo, molti ancora con un regime dittatoriale, ma soprattutto nel paese civile e democratico per eccellenza: gli Stati Uniti. Chiaramente non ci sono molte speranze perché tale richiesta vada in porto in quanto i due maggiori paesi dove tale pena è ancora in vigore, e cioè la Cina e gli Stati Uniti, detengono il diritto di veto che comunque annulla ogni possibilità di esito positivo. Se riguardo alla Cina non ci sarebbero comunque possibilità di dialogo su questo campo, negli Stati Uniti ultimamente si è sviluppato un forte movimento dal basso che ne chiede a gran voce l’abolizione. Il problema è però che i governanti non ne vogliono assolutamente sapere in quanto sanno benissimo che una iniziativa del genere si rifletterebbe in modo traumatico sulla loro campagna elettorale e sulla loro immagine pubblica. Per cercare di analizzarne i motivi ho preso spunto da una risposta di Sergio Romano al Corriere della Sera ad un lettore che ne chiedeva lumi.Tempo fa infatti l’ex vicepresidente americano, il democratico Al Gore, alla domanda se vi fossero speranze che la pena di morte potesse essere a breve abolita negli USA, rispose in modo molto secco: “So che questo è un tema molto sentito in Italia, ma non credo che ci siano possibilità per un cambiamento nella politica degli Stati Uniti”. Ed Al Gore è l’esponente dell’ala più liberal dei democratici.Rudolph Giuliani, candidato per i repubblicani alle prossime elezioni presidenziali, nel corso di un incontro con dei finanziatori di partito, alla domanda dell’attrice italiana Gina Lollobrigida: “Voi avete ancora la pena di morte, noi l’abbiamo abolita. E’ una grossa differenza. Qual è la sua posizione?”. Ecco la risposta di Giuliani:“E’ una questione morale, non soltanto politica, esattamente come l’aborto. C’è chi, proprio per ragioni morali, la sostiene, e c’è chi la condanna. Io rispetto l’opinione di tutti, ma penso che nei casi più efferati, e se non c’è dubbio sul colpevole, la pena di morte sia in un certo senso morale. Direi meglio: secondo me la pena di morte è moralmente difendibile nei casi estremi. Spesso, anche se non sempre, è un deterrente: il killer deve sapere che può pagare con la vita l’omicidio più atroce o quello di un tutore della legge. La sentenza capitale non va emessa con facilità, e occorre essere certi che non si tratti di un errore, può essere sostituita dall’ergastolo o da una lunga detenzione. Ma io credo nel deterrente.”Quindi tutti gli americani sono favorevoli alla pena di morte?  Non tutti in quanto alcuni Stati della Federazione l’hanno rimossa dai loro codici così come esistono molti gruppi che scendono in piazza per protestare contro ogni singola esecuzione. Ma nelle parole di Giuliani ci sono degli aspetti che fanno pensare anche e soprattutto alla cultura, alla religione ed al passato di un popolo. Dallo sbarco dei primi padri pellegrini protestanti sulle coste della Virginia e della Nuova Inghilterra sono cambiate molte cose, ma fondamentalmente la cultura politico – religiosa è ancora fortemente influenzata dal rigore biblico di uomini e donne che avevano imparato a leggere sui libri del Vecchio Testamento. Non dimentichiamo che l’immagine romantica dello sceriffo con la pistola su una mano e la Bibbia sull’altra è ancora molto attuale da quelle parti.Oggi negli Stati Uniti c’è un forte revival religioso, il presidente Bush è un evangelico praticante, inizia con una preghiera la prima riunione del mattino ed i suoi maggiori consensi li ha proprio tra i 70 milioni di evangelici i quali sono diventati una delle maggiori lobby della politica americana (al contrario di quanto uno pensi della lobby ebraica). Dato che vi sono innumerevoli passi della Bibbia (così come nel Corano) in cui si parla di violenza, occhio per occhio, dente per dente, punizioni esemplari, esecuzioni, ira di Dio ecc. resta abbastanza evidente che non ci potrà mai essere una discussione seria negli Stati Uniti sull’abolizione della pena capitale. E’ infatti impossibile discutere con chi è convinto che sia voluta da Dio! Da noi non credo che ci possano essere dei dubbi sull’inutilità del boia, sia come deterrente che come punizione. La pena di morte viene spesso invocata a gran voce in qualche caso di delitti di particolare violenza ed efferatezza ma non si ha nessun appiglio né religioso (Gesù ci ha insegnato il perdono, non la vendetta) e né giuridico (la pena deve essere intesa come rieducazione). Tempo fa avevo fatto un post sull’inutilità della vendetta. E’ banale dirlo, ma la pena di morte non restituisce una vita spezzata. Solo la giustizia vera e cioè la certezza e la commisurazione della pena possono essere deterrenti validi, ma comprendo che il risentimento dei familiari delle vittime può essere talmente forte da offuscare ogni ragionamento specificoValgano comunque per tutti le parole di un famoso pensatore e giurista laico
del 1700, Cesare Beccaria:“Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio”Un saluto a tuttiVito