Papa Benedetto XVI ha scritto la sua nuova enciclica “Spe Salvi Facti Sumus” (Nella Speranza siamo stati salvati), una lettera di 77 pagine in cui il filosofo / teologo Ratzinger cerca di spiegare che la vera salvezza si ottiene con la speranza, come diceva San Paolo ai Romani. Inoltre esamina, mette a nudo e critica fortemente tutte le ideologie che hanno percorso gli ultimi 3 secoli dell’umanità. Tecnicismo, Marxismo, Illuminismo nel loro ateismo, materialismo e nella cruda ragione, sono state delle speranze terrene fallite che hanno lasciato sul terreno della storia innumerevoli ingiustizie e disuguaglianze.Ma l’enciclica non è solo questo, essa infatti comincia con una storia di vita dei tempi moderni: è la storia di una donna africana, Giuseppina Bakhita, nata nel 1869 nel Darfur, nel Sudan, schiava di un generale, fustigata ogni giorno, fino a portare 144 cicatrici nel corpo. Nel 1882 viene comprata da un mercante per il console italiano Callisto Legnani, che la portò in Italia.In dialetto veneziano quell’uomo era il “paron”, di una tale umanità che l’antica schiava cominciò a chiamare Dio “paron”. Si fece suora nelle Canossiane e di dedicò alla liberazione del maggior numero di persone. Giovanni Paolo II la fece Santa.Ed è questo il messaggio fondamentale che il Papa vuole darci. Che anche nelle storie di vita comuni di ogni giorno, la speranza ci salva. Una Speranza nella Fede e nella Verità. E’ Gesù il vero filosofo. La filosofia è ricerca della Verità e nel Vangelo di Giovanni Gesù dice: “Io sono la via, la verità, la vita”. Pensiamo alla nostra storia cristiana: la sua origine è stata una tragica ed ingiusta condanna a morte (la crocifissione), ma nella Resurrezione fonda la più grande speranza di una vita nuova, di un riscatto sociale e della società. Quante volte ci siamo chiesti come abbiano fatto i primi cristiani a sperare, a restare saldi nella fede, quando tutto era contro di loro ed erano mandati a morire nei terribili supplizi delle persecuzioni. Sono le testimonianze dei martiri che ci debbono far riflettere; dice infatti il Papa: “La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù del quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è cosi grande da giustificare la fatica del cammino …. L’elemento distintivo di noi cristiani è che la vita non finisce nel vuoto … Senza Dio il mondo è buio, davanti ad un futuro oscuro … quindi bisogna giungere a conoscere Dio, il vero Dio, questo significa ricevere SPERANZA”.Tutte le teorie che sono seguite nei secoli passati le quali hanno fondato il loro principio sull’assoluto materialismo terreno, sulla estrema fiducia nella scie
LA SPERANZA, LA SALVEZZA, LA FEDE ...
Papa Benedetto XVI ha scritto la sua nuova enciclica “Spe Salvi Facti Sumus” (Nella Speranza siamo stati salvati), una lettera di 77 pagine in cui il filosofo / teologo Ratzinger cerca di spiegare che la vera salvezza si ottiene con la speranza, come diceva San Paolo ai Romani. Inoltre esamina, mette a nudo e critica fortemente tutte le ideologie che hanno percorso gli ultimi 3 secoli dell’umanità. Tecnicismo, Marxismo, Illuminismo nel loro ateismo, materialismo e nella cruda ragione, sono state delle speranze terrene fallite che hanno lasciato sul terreno della storia innumerevoli ingiustizie e disuguaglianze.Ma l’enciclica non è solo questo, essa infatti comincia con una storia di vita dei tempi moderni: è la storia di una donna africana, Giuseppina Bakhita, nata nel 1869 nel Darfur, nel Sudan, schiava di un generale, fustigata ogni giorno, fino a portare 144 cicatrici nel corpo. Nel 1882 viene comprata da un mercante per il console italiano Callisto Legnani, che la portò in Italia.In dialetto veneziano quell’uomo era il “paron”, di una tale umanità che l’antica schiava cominciò a chiamare Dio “paron”. Si fece suora nelle Canossiane e di dedicò alla liberazione del maggior numero di persone. Giovanni Paolo II la fece Santa.Ed è questo il messaggio fondamentale che il Papa vuole darci. Che anche nelle storie di vita comuni di ogni giorno, la speranza ci salva. Una Speranza nella Fede e nella Verità. E’ Gesù il vero filosofo. La filosofia è ricerca della Verità e nel Vangelo di Giovanni Gesù dice: “Io sono la via, la verità, la vita”. Pensiamo alla nostra storia cristiana: la sua origine è stata una tragica ed ingiusta condanna a morte (la crocifissione), ma nella Resurrezione fonda la più grande speranza di una vita nuova, di un riscatto sociale e della società. Quante volte ci siamo chiesti come abbiano fatto i primi cristiani a sperare, a restare saldi nella fede, quando tutto era contro di loro ed erano mandati a morire nei terribili supplizi delle persecuzioni. Sono le testimonianze dei martiri che ci debbono far riflettere; dice infatti il Papa: “La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù del quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è cosi grande da giustificare la fatica del cammino …. L’elemento distintivo di noi cristiani è che la vita non finisce nel vuoto … Senza Dio il mondo è buio, davanti ad un futuro oscuro … quindi bisogna giungere a conoscere Dio, il vero Dio, questo significa ricevere SPERANZA”.Tutte le teorie che sono seguite nei secoli passati le quali hanno fondato il loro principio sull’assoluto materialismo terreno, sulla estrema fiducia nella scie