IL DUBBIO

IL MALESSERE DEI GIOVANI


Ho letto ultimamente un’ intervista che mi ha molto colpito. E’ quella ad Umberto Galimberti, filosofo e psicanalista, che ha recentemente pubblicato un libro “L’ospite inquietante” in cui affronta il problema della crisi dei valori dell’universo giovanile. Galimberti, nel suo libro ultra-pessimista spiega che il malessere dei giovani è un segnale inquietante ed un indice pericolosissimo il quale provoca a poco a poco lo spegnimento graduale della società italiana. Ma qual è il motivo? E’ che, secondo Galimberti, i giovani stanno male e non sempre lo sanno. Il futuro appare loro più come un’imprevedibile minaccia che come una promessa. Infatti fino a 40 anni fa la società era ripetitiva e prevedibile: le nuove generazioni ripercorrevano le strade dei padri o esaudivano i loro desideri perché gli intenti erano praticabili. Oggi non è più così, e la cosa più tremenda è constatare come i giovani si raccolgano nel presente senza progetti. Questo per i più bravi: gli altri vivono quel misto di disperazione-divertimento eventualmente accompagnato da alcool e spreco di tempo in quanto ne hanno tanto, troppo: in passato un ragioniere a 18 anni si impiegava, oggi fa l’università e magari un master … Una società che non utilizzi al massimo della sua forza biologica , quella che va dai 15 ai 30 anni, sia inevitabilmente destinata al tramonto.Si parla inoltre del nichilismo dei giovani: i valori che hanno perso valore e non ce ne sono di nuovi. Il denaro è l’unico generatore simbolico di valore, l’apparire è la condizione dell’esistere. I tabù sono collassati: superato quello della sessualità il limite da infrangere è diventato la droga. C’è un analfabetismo emotivo, la psiche è apatica, è come se non fosse più in grado di percepire il bene ed il male. Vediamo ora i colpevoli. Secondo Galimberti ne sono due: la famiglia e la scuola. Oggi la famiglia è caratterizzata dalla mancanza di dialogo emotivo e sono sempre due i fallimenti evidenti: con i figli piccoli si scambiano giocattoli e l’amore passa attraverso le cose anziché l’affetto ed il tempo trascorso. Con i figli grandi, invece, c’è la contrattazione “ti compro il motorino se ti fai promuovere” e questa è la fine dei padri e dell’autorità di un tempo. La qualità del tempo che si passa con i figli piuttosto che la quantità è una “bufala”: bisognerebbe ricominciare a ricreare la fiducia di base, il “nucleo caldo”, l’amore di se, l’autostima in modo da affrontare la vita. E’ lo specchio dell’amore che un bambino ha ricevuto dalla nascita.Dall’altra parte la scuola è il luogo delle occasioni perdute. Gli insegnanti si lamentano di avere a che fare con genitori e figli terribili: può darsi. Ma dai 13-14 anni i figli non hanno più come referente la famiglia, il pallino è nelle mani della scuola. Per educare ci vogliono amore, fascinazione, carisma. Un buon professore è in grado di coinvolgere, catturare e perfino plagiare gli studenti (vi ricordate L’Attimo Fuggente?). La loro buona volontà viene innescata dal carisma. E’ l’amore che scatena l’intelligenza: poi c’è lo studio che serve a compiacere l’oggetto di amore e cioè l’insegnante bravo. Riguardo alle droghe queste vengono usate per astenersi dal mondo ed anestetizzarsi. Se il mondo non s’interessa a me, ne sto fuori. Sto con gli amici, i quali sono la supplenza del “nucleo caldo” che non è stato costruito in famiglia.Fin qui l’analisi di Galimberti la quale come ho detto sopra non da alcuna speranza per il futuro essendo oramai degradati i valori di un tempo. Inoltre, sempre secondo Galimberti, alla cultura europea sta subentrando quella americana che, rispetto all’istruzione, ha tempi e modi educativi di una scuola di basso livello. Promuove competizione ed individualismo sfrenato con esasperazione delle performance.Ecco, questo è un punto che mi trovo in disaccordo con Galimberti, perché se qualche cosa manca alla scuola italiana, e fortunatamente il ministro Fioroni sta prendendo provvedimenti in tal senso, quello è proprio il merito. C’è un mal di merito diffuso nella società che comincia proprio nella scuola: secondo me i nostri ragazzi sono meno motivati dei loro coetanei stranieri in quanto vivono la convinzione che l’impegno e l’istruzione non siano premianti sia nel lavoro che nella vita. Contano amicizie e raccomandazioni. Bisognerebbe quindi riaffermare il merito, altrimenti la scuola regredisce. Per il resto la situazione della scuola italiana è veramente allarmante, i dati Pisa-Ocse, secondo cui siamo agli ultimi posti al mondo in scienze, matematica e lettura sono desolanti in un paese come il nostro patria della cultura mondiale. In 10 anni, secondo Fioroni, sono stati diplomati quasi 9 milioni di studenti con lacune gravi e gravissime.Ma se la scuola è sempre più abbandonata a se stessa, che non riesce ad avere una missione prioritaria e cioè quella di educare e formare culturalmente i ragazzi, questa diventa lo specchio del nostro Paese. Un Paese dove sembrano prevalere i disvalori (mi scuso per la non correttezza della parola) dell’affermazione mediatica, del successo nei reality, o in talk-show in cui viene premiata la notorietà, positiva o negativa, al centro di episodi di cronaca nera. Se la scuola e la famiglia non sono in grado di contrastare questa tendenza allora i giovani pensano che la scorciatoia migliore sia quella di conquistarsi un posto in prima fila, magari su YOU-Tube. Bene ha fatto il ministro Fioroni a varare il decreto cosiddetto anti-bulli in cui c’è la possibilità di allontanare dalla scuola fino ad un anno chi si macchia di colpe gravi ed il divieto di riprendere f
ilmati con il telefonino. Tale provvedimento prevede anche per gli atti di vandalismo la corresponsabilità economica dei genitori, i quali dovranno sottoscrivere un Patto Educativo con la scuola. Troppo spesso i genitori sono stati i sindacalisti dei loro figli facendo in questo modo danni incalcolabili.Non lo so se basterà, di certo occorrerà investire nella scuola per migliorarla e così migliorare i nostri figli e soprattutto con il contributo delle famiglie. Non siamo senza speranza, come invece diceva Galimberti, sarei in contraddizione con il mio post precedente, ma la strada da compiere è molto lunga …Un saluto a tuttiVito