IL DUBBIO

UN MONDO ED UN ANNO COLORATI ...


Per questo post di fine anno ho inserito un commento di Mons. Ravasi, ministro della cultura del Vaticano, in merito alla citazione sottostante: “Questo è il volto che hanno le cose quando siamo felici. Il mondo è sempre così, siamo noi che lo dipingiamo del colore della nostra angoscia o della nostra infelicità. Il mondo prende i nostri colori” Eccoci alle ultime 24 ore del 2007. Tutti i giorni che esso ha contenuto, tutte le opere compiute  e le cose viste hanno avuto colori diversi, ora cupi ora luminosi, e noi siamo convinti che siano queste realtà ad essere così, indipendentemente da noi e dalla nostra volontà. E invece, nella riflessione sopra citata, il maggior scrittore olandese vivente, Cees Nooteboom, nella sua opera “Philip e gli altri”, ci ricorda che siamo noi a dipingere di colori o a immergere nel nero pece le realtà della vita e del mondo.Quante volte, anche quest’anno, una nostra insoddisfazione ha velato le albe, una nostra amarezza ha intristito la primavera, una nostra freddezza interiore ha raggelato l’estate, un nostro odio ha arrossato le nevi invernali e una nostra pigrizia ha spento il dialogo coi familiari e gli amici. Tra poche ore sorgerà il nuovo anno che vorremmo colorato e festoso. Certo, non tutto dipende da noi perché facciamo parte di un disegno più grande. Ma sta a noi dare luce a tanti spazi di questo mondo.Rabelais nel suo celebre Gargantua e Pantagruel scriveva: «Le ore sono fatte per l’uomo, non l’uomo per le ore». Dobbiamo dominare il tempo, colmarlo di atti giusti, rasserenarlo e fecondarlo come un terreno da coltivare e da far fiorire. Dipingiamo, allora, il mondo col colore della speranza e non immergiamolo nel grigio della rassegnazione. È questo il mio augurio semplice e “colorato” per il 2008.  Qui termina la bella ed ottimistica riflessione di Mons. Ravasi. Aggiungo che, certo, forse chi vive di speranza rischia di morire di fame, ma non per questo dobbiamo sempre stare a lì a leccarci le ferite dell’anno passato. I problemi ci sono, inutile negarlo e non sto qui ad elencarli, soprattutto per il nostro Paese, ma per certi versi l’autocommiserazione porta ad un danno superiore di quanto non sia in realtà. Il New York Times ci ha descritto come un popolo di depressi, come una nazione che non si vuole più bene … ecc. ecc. Tanti blog e mezzi di informazione hanno campato settimane e settimane su queste affermazioni vedendo solo il lato negativo della cosa. Anche da questo credo che possiamo trarre lo spunto per migliorarci e dimostrare al mondo quanto valiamo e non nel moltiplicarsi delle Cassandre di sventura.
Insomma, l’Italia starà pure attraversando un brutto periodo, ma non credo proprio che tutti noi ci sentiamo infelici, rassegnati e depressi. Occorre regalarci un po’ di ottimismo, come spero farà questa sera il presidente Napolitano nel suo consueto messaggio augurale di fine anno per gli italiani.Un caro saluto a tutti ed auguro veramente un BUON ANNO!Vito