IL DUBBIO

LAICITA': Questa sconosciuta ...


Di ritorno dalle vacanze, ho deciso di fare un ulteriore post per rispondere ai commenti che mi sono giunti relativamente all’articolo sulla rinuncia di Papa Ratzinger all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università La Sapienza di Roma.Sto cercando, infatti, di evitare l’approccio emotivo del primo momento (non è il mio stile …), sperando di chiarire qualche concetto importante che nella fase iniziale probabilmente si è perso. Innanzitutto si fa un grande abuso del termine “Laicità”, il quale molto spesso, erroneamente, viene confuso con l’ateismo.Norberto Bobbio diceva che laicità vuol dire essere in grado di saper distinguere tra i valori “caldi” come la fede e la religione, con i valori “freddi” come la giustizia e le leggi dello stato in cui si appartiene.Laicità, quindi, significa tolleranza, dubbio rivolto alle proprie certezze, capacità di credere fortemente in alcuni valori sapendo che ne esistono altri, i quali sono comunque rispettabili; vuol dire non confondere il pensiero e l’autentico sentimento con la convinzione fanatica e con le nostre reazioni emotive. Liberi dalle idolatrie e dalla dissacrazione in quanto il fondamentalismo intollerante può essere clericale (come lo è stato effettivamente quello cattolico tanti anni fa e come lo sono molti regimi islamici odierni), ma può anche essere “laicista” (termine non laico).E’ stato detto da quei professori universitari, firmatari dell’appello, che il Papa non doveva parlare (oltre che per quella citazione apparentemente contro Galilei del 1990, ma che è stata estrapolata erroneamente dal suo contesto e ringrazio Odioviacolvento per avermi mandato l’intera relazione), in quanto la Chiesa si affida ad un’altra procedura di percorso rispetto a quella della ricerca scientifica di cui l’Università è il tempio.Ma credo che tutto ciò non regga semplicemente con il buon senso in quanto non si trattava di istituire una nuova cattedra per cui occorreva la “benedizione” del Papa. Si trattava solo di “ascoltare” un discorso, il quale, a seconda del suo livello intellettuale e culturale, avrebbe arricchito di molto, di poco, o forse di pochissimo tutto l’uditorio. E questo non si poteva giudicare prima di averlo letto o sentito come hanno fatto quei professori.D’altronde, anche se si fosse invitato il Dalai Lama (che va molto di moda presso molti atei, miscredenti e presunti laici …) avrebbe comunque tenuto un discorso ispirato ad una logica diversa rispetto a quella della comune ricerca scientifica occidentale (rispondendo a Bil37).Una riflessione teologica di altissima scala di valori poteva essere un grande arricchimento, come mi è sembrato leggendo il discorso che il Papa avrebbe pronunciato; ma respingere il discorso prima di ascoltarlo vuol dire affermare delle verità che, arrogantemente, poi diventano intolleranti, totalitarie ed, incredibile, ancora più clericale di quanto lo sia la Chiesa italiana.Quindi nei confronti del Prof. Ratzinger è scattato un pregiudizio molto poco scientifico e molto più settario in nome dell’opposizione cattolica alle teorie di Darwin. Anche Benedetto Croce, ad esempio, criticò moltissimo Darwin e la sua teorie sull’evoluzione: era molto più antiscientista di Papa Ratzinger. Ma credete che sarebbe successo tutto questo casino se fosse stato invitato Benedetto Croce? Ma perché si criticano fortemente le autorità ecclesiastiche quando esprimono delle posizioni su valori etici, come la vita, la famiglia ecc. e poi nessuno critica molti regimi musulmani (mai vista nessuna manifestazione sotto le rispettive ambasciate) in cui si decapitano gli omosessuali e si lapidano le donne adultere ….Ritengo che sia anche giusto denunciare le ingerenze della Chiesa e la frequente sudditanza da parte di certi politici e degli organi di informazione. In parte forse questo è anche vero, ma la laicità comporta combattere questa ingerenza per il principio del Vangelo di dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. E’ il principio più laico che ci possa essere.Ma, rispondendo ad Upmarine, la battaglia per la laicità di uno Stato NON autorizza intolleranze in altre sedi come è accaduto alla Sapienza (tra parentesi la lettera del prof. Cini, credo che si chiami l’autore originario, rivangando le Crociate, l’Inquisizione e la caccia alle streghe mi sembra sia piuttosto ridicola ed inconcludente).Per il resto mi trova totalmente in disaccordo quella “chiamata alle armi del popolo cattolico” da parte del nostro “Don Camillo Ruini”, che spero vada al più presto in pensione, e la relativa strumentalizzazione da parte politica dei soliti “atei devoti”. Quindi, caro Ganimede, hai perfettamente ragione quando hai parlato di un programma televisivo che, addirittura, ha zittito Gesù … Benedetto XVI non ha certamente bisogno di tali manifestazioni essendo una persona oltre che di elevatissima cultura, anche molto semplice e mite (ma io sono un tifoso e, come ho detto, non sono la persona più adatta per difenderlo …).Riguardo alla nota di Scimmiettaelettrica che afferma che con Papa Woitila tutto questo non sarebbe successo, direi che ha ragione in quanto il rettore non l’avrebbe nemmeno invitato, essendo gigantesca la differenza  teologica e culturale tra i due pontefici.
Max Weber (sociologo ed economista tedesco) diceva che si può distinguere la laicità nel modo in cui ognuno di noi presenta la sua verità o la sua visione delle cose: è un laico se sa farlo, mettendosi in gioco, distinguendo ciò che deriva da dimostrazione o esperienza verificabile da ciò che invece è solo illazione, dichiarando a priori le sue convinzioni scientifiche e filosofiche affinché gli altri le conoscano. Quindi, mettere sul tavolo con lo spirito giusto una esperienza ed una riflessione teologica, come avrebbe fatto il Papa nel suo mancato discorso, poteva essere motivo di grande arricchimento per tutti: anche nel nome di una laicità che deve poter far rima con libertà …Un saluto a tutti.Vito