IL DUBBIO

Un SuperMartedì per un nuovo Kennedy ...


Si sta avvicinando il momento della verità per le primarie americane, relativamente alla scelta dei candidati per le prossime elezioni presidenziali di Novembre 2008. Oggi è il cosiddetto “Super-Tuesday", in cui si assegneranno la maggioranza dei delegati che sceglieranno i candidati per le due parti.Se per quanto riguarda il Partito Repubblicano sembrerebbe che i giochi siano fatti, in quanto McCain, reduce ed eroe di guerra del Vietnam, sembra avere oramai un vantaggio incolmabile su Rumney, per quanto riguarda invece il Partito Democratico la lotta è aperta ed i risultati sono quanto mai imprevedibili.Stiamo parlando della sfida tra Hillary Rodhan Clinton, senatrice e consorte dell’ex presidente USA Bill, ed  il senatore dell’Arkansas Barack Obama, forse l’unico candidato di colore che potrebbe avere qualche speranza sia per la nomination che addirittura per la presidenza.Sono due candidature piuttosto intriganti, non c’è che dire. Due personaggi incredibilmente diversi sia dal lato umano che dal lato politico.Hillary si è sempre contraddistinta, anche quando il marito faceva il governatore dell’Arkansas, nel suo impegno sociale. Era suo il tentativo, poi fallito, di riforma del sistema sanitario degli Stati Uniti, uno dei punti sensibili di questa campagna elettorale. Poi è stata eletta senatrice nello stato di New York ed ha molto affinato la sua figura politica diventando molto esperta sia in politica estera, interna ed economica. Attualmente rappresenta la volontà di cambiamento rispetto all’amministrazione Bush, ma, allo stesso tempo gode del sostegno dei moderati, i conservatori e dell’establishment del partito. Ma, fino ad ora, bisogna dire, che ha goduto soprattutto dell’appoggio di suo marito Bill, il quale ha contribuito in maniera determinante alla raccolta dei fondi per la campagna elettorale, la più costosa di tutti i tempi.Barack, invece rappresenta la vera novità di queste primarie e forse di tutti i tempi. E’ figlio di un nero del Kenya e di una bianca del Kansas. E’ stato senatore nell’Illinois e a Washington. Quello che colpisce più di tutti è la sua capacità dialettica ed oratoria che coinvolge chi lo ascolta. Parla veramente al cuore della gente con i suoi grandi ideali. Per questo forse è stato accostato al compianto presidente J.F. Kennedy. Vi ricordate il motto kennediano “Non domandatevi cosa l’America può fare per voi, ma VOI cosa potete fare per l’America!”?Ebbene, da questo punto di vista Obama rappresenta veramente l’innovazione: come giovane senatore, come self-made-man, come nero e, soprattutto, come personalità capace di suscitare entusiasmo e speranza in questi tempi in cui il sogno americano è ai minimi storici in mezzo alla palude irachena, con lo spettro della recessione economica amplificato dalla crisi dei mutui americani. Gode del sostegno dei giovani, degli indipendenti e dei liberal (la sinistra democratica).Obama, quindi, viene presentato come il nuovo Kennedy, con tutti i vantaggi ed i limiti che ciò comporta. Non dimentichiamo che il presidente assassinato, fu si promotore di grandi speranze, ma allo stesso tempo, accentuò la presenza americana in Vietnam ed i rapporti con l’Unione Sovietica furono molto tesi fino ad arrivare alla crisi dei missili a Cuba con il rischio che ne conseguì di un 3° guerra mondiale.I sondaggi assegnerebbero una leggera prevalenza ad Hillary, ma non in tale misura da darla per sicura vincitrice. D’altra parte, visto che i programmi politici sono abbastanza simili, potrebbe essere verosimile anche un ticket elettorale, nella quale Hillary sia candidata alla presidenza ed Obama alla vice-presidenza. Sarebbe veramente una novità eccezionale (donna e nero) anche in un Paese che fa del “Cambiamento” la propria bandiera ad ogni elezione.Verrebbe quasi da piangere fare un confronto con la nostra prossima campagna elettorale, oramai dato per certo le elezioni anticipate ad Aprile, in cui si scontreranno un Cavaliere ultrasettantenne che si presenterà per la (udite, udite) QUINTA volta alle elezioni con la stessa formazione e con gli stessi identici alleati; mentre dall’altra parte avremo sì un Partito Democratico nuovo (fusione fredda di due partiti?), ma con un leader, Veltroni, che di nuovo non ha praticamente nulla e con idee abbastanza confuse (il famoso “maanchismo”).Tornando alla campagna elettorale americana, volete comunque sapere per chi faccio il tifo?
Ma per Hillary, of course, non fosse altro per come aveva gestito, a suo tempo, le avventure extra-coniugali di quel birbante di Bill. Vi ricordate quando il presidente Clinton aveva rischiato l’impeachment per le sue bugie su Monica Lewinsky e sui loro rapporti intimi alla Casa Bianca? Ebbene, in quella situazione, Hillary aveva mostrato veramente un carattere ed una pazienza d’acciaio, stando vicino al marito in pubblico (poi in privato chissà le legnate …!), sopportandolo e perdonandolo. Lo avrà fatto per semplice calcolo politico e pragmatismo di facciata? Mah, forse sarà anche per questo, ma, secondo me, una donna così si trova difficilmente sulla faccia della terra e fa sperare che quando arriverà alla Casa Bianca sia sicuramente migliore di George “Dabliu” Bush, forse l’unico “bamboccione” americano, rimasto a casa di mummy&daddy fino a 40 anni, per poi diventare forse il peggior presidente americano degli ultimi decenni.In conclusione, staremo a vedere questa sera chi prevarrà dopo il SuperMartedì; di sicuro sarà una svolta storica, in ogni caso …Un saluto a tuttiVito