Raccolgo volentieri la proposta da parte di Paolo nel suo blog (http://blog.libero.it/bil37), per mettere nero su bianco qualche idea da raccogliere per quello che potrebbe essere alla fine un programma "non" elettorale indipendente, nella migliore tradizione della democrazia ateniese, da pubblicare e, perché no, anche da inviare agli opposti schieramenti (centrodestra e centrosinistra). Le mie sono poche idee, mancano sicuramente molti punti fondamentali ma credo che possano essere importanti nell’economia del nostro Paese.Premesso che abbiamo un debito pubblico enorme, quindi interessi da pagare elevatissimi, insieme ad un’alta spesa pubblica ed evasione fiscale, forse la più elevata nel mondo, bisognerà fare delle scelte per cercare di risanare prima il paese, poi creare ricchezza e quindi, successivamente, redistribuirla. Il primo punto però che mi sta a cuore, che andrebbe in una direzione diversa, ma che urge affrontare è questo: 1) Attuare urgentemente un serio programma di edilizia popolare per le coppie giovani ed i meno abbienti con il tesoretto (se esiste …) ricavato dagli introiti del gettito fiscale recuperato. Se non si arriva a fine mese è anche e soprattutto perché i costi delle abitazioni e degli affitti, a causa della speculazione edilizia degli ultimi anni, sono esorbitanti. Negli anni ’50, in pochi mesi, l’allora ministro Fanfani, riuscì a dare a 300.000 famiglie un alloggio dignitoso. Utilizzare lo stesso “tesoretto” per portare le pensioni minime da 500 a 700 euro 2) Quelli di cui sopra dovranno essere dei pochissimi interventi di politica redistributiva, nei primi tempi di legislatura, fatti con il recupero del gettito. Il motivo è che per fare una politica redistributiva, bisognerebbe creare ricchezza e prima di creare ricchezza bisogna togliersi di dosso il fardello del debito pubblico con gli interessi da pagare. Dato che non si potrà più intervenire sul fisco, bisognerà quindi abbassare la spesa pubblica corrente (riordino della pubblica amministrazione, abolizione delle province inutili ecc.) ed utilizzare tutti gli extra gettiti fiscali per portare sotto al 100% del PIL, il debito pubblico (attualmente al 105%). 3) Abbassare di 2 punti la pressione fiscale, ma, attenzione! Non solo ai bassi redditi ma a TUTTI, anche a quelli alti. Potrebbe essere una contraddizione perché si avrebbe, in teoria un minor gettito, ma in realtà si innescherebbe un circolo virtuoso, che unito alla politica di lotta all’evasione attuata dal precedente governo, innescherebbe un aumento delle entrato con un aumento dei consumi e degli investimenti. E’ l’unico modo che ha un governo di far crescere l’economia di un Paese, la quale è comunque legata a molte congiunture internazionali (tassi, euro-dollaro ecc.). 4) Dato che anche abbassando di 2 punti la pressione fiscale non è che poi si ottenga un grande aumento dei salari, bisogna passare agli aumenti legati alla produttività delle singole aziende. La contrattazione nazionale andrà bene per un minimo garantito, ma per il resto bisognerà passare alla contrattazione locale legata all’aumento sia della produttività che degli utili delle aziende. Nulla si crea e nulla si distrugge: se l’economia non cresce, non possono crescere nemmeno le retribuzioni. Non potremmo essere competitivi con gli altri paesi se crescessero le retribuzioni senza un aumento di produttività. 5) Quando sarà raggiunto il pareggio di bilancio, allora si potranno fare degli interventi di politica sociale e redistributiva, rivolti soprattutto alle famiglie: costruzione di nuovi asili nido, incentivi alle coppie con più figli e, soprattutto, favorire l’occupazione delle donne italiane, la più bassa in Europa. In questo modo si avrebbe, oltretutto, un ulteriore rilancio dell’economia e degli stipendi familiari. 6) Per quanto riguarda i prezzi è buona l’iniziativa di Mister Prezzi per il controllo degli stessi, che dovrà essere comunque avere poteri sanzionatori verso chi specula sugli aumenti dei beni di prima necessità: pane, pasta e carni. Tutta la filiera dovrà essere rivista dato che vi sono degli squilibri incredibili: quasi il 500% di aumento dal produttore al consumatore finale. Potremmo rischiare un richiamo da parte della Commissione Europea, ma non fa nulla, meglio pagare una multa piuttosto che avere questo tipo di situazione.7) Eliminare la gran parte del finanziamento pubblico ai partiti inserendo un sistema di finanziamento privato, come nei paesi anglosassoni (Inghilterra e Stati Uniti). Rimarrà una minima parte (20 %) proporzionale alla percentuale di voti ottenuti nelle ultime elezioni politiche. Si risparmierebbero quasi 300 milioni di euro a legislatura, sui quali si assommerebbero anche diversi altri milioni di euro con una riorganizzazione efficiente e seria dei costi della politica. Alla fine comunque, dato che potrei aver detto una molteplicità di castronerie allucinanti, la cosa migliore sarebbe quella di mettere insieme una commissione di super-esperti e tecnici (i migliori nel loro campo), senza distinzioni di partito e nazionalità, per stilare e quindi FARE tutte le cose prioritarie che occorrono per sciogliere questo nostro benedetto paese da tutti i lacci, lobbies, caste e corporazioni. Lo schema potrebbe essere quello della commissione Attali in Francia.
Programmino "non" elettorale + inizio campagna ...
Raccolgo volentieri la proposta da parte di Paolo nel suo blog (http://blog.libero.it/bil37), per mettere nero su bianco qualche idea da raccogliere per quello che potrebbe essere alla fine un programma "non" elettorale indipendente, nella migliore tradizione della democrazia ateniese, da pubblicare e, perché no, anche da inviare agli opposti schieramenti (centrodestra e centrosinistra). Le mie sono poche idee, mancano sicuramente molti punti fondamentali ma credo che possano essere importanti nell’economia del nostro Paese.Premesso che abbiamo un debito pubblico enorme, quindi interessi da pagare elevatissimi, insieme ad un’alta spesa pubblica ed evasione fiscale, forse la più elevata nel mondo, bisognerà fare delle scelte per cercare di risanare prima il paese, poi creare ricchezza e quindi, successivamente, redistribuirla. Il primo punto però che mi sta a cuore, che andrebbe in una direzione diversa, ma che urge affrontare è questo: 1) Attuare urgentemente un serio programma di edilizia popolare per le coppie giovani ed i meno abbienti con il tesoretto (se esiste …) ricavato dagli introiti del gettito fiscale recuperato. Se non si arriva a fine mese è anche e soprattutto perché i costi delle abitazioni e degli affitti, a causa della speculazione edilizia degli ultimi anni, sono esorbitanti. Negli anni ’50, in pochi mesi, l’allora ministro Fanfani, riuscì a dare a 300.000 famiglie un alloggio dignitoso. Utilizzare lo stesso “tesoretto” per portare le pensioni minime da 500 a 700 euro 2) Quelli di cui sopra dovranno essere dei pochissimi interventi di politica redistributiva, nei primi tempi di legislatura, fatti con il recupero del gettito. Il motivo è che per fare una politica redistributiva, bisognerebbe creare ricchezza e prima di creare ricchezza bisogna togliersi di dosso il fardello del debito pubblico con gli interessi da pagare. Dato che non si potrà più intervenire sul fisco, bisognerà quindi abbassare la spesa pubblica corrente (riordino della pubblica amministrazione, abolizione delle province inutili ecc.) ed utilizzare tutti gli extra gettiti fiscali per portare sotto al 100% del PIL, il debito pubblico (attualmente al 105%). 3) Abbassare di 2 punti la pressione fiscale, ma, attenzione! Non solo ai bassi redditi ma a TUTTI, anche a quelli alti. Potrebbe essere una contraddizione perché si avrebbe, in teoria un minor gettito, ma in realtà si innescherebbe un circolo virtuoso, che unito alla politica di lotta all’evasione attuata dal precedente governo, innescherebbe un aumento delle entrato con un aumento dei consumi e degli investimenti. E’ l’unico modo che ha un governo di far crescere l’economia di un Paese, la quale è comunque legata a molte congiunture internazionali (tassi, euro-dollaro ecc.). 4) Dato che anche abbassando di 2 punti la pressione fiscale non è che poi si ottenga un grande aumento dei salari, bisogna passare agli aumenti legati alla produttività delle singole aziende. La contrattazione nazionale andrà bene per un minimo garantito, ma per il resto bisognerà passare alla contrattazione locale legata all’aumento sia della produttività che degli utili delle aziende. Nulla si crea e nulla si distrugge: se l’economia non cresce, non possono crescere nemmeno le retribuzioni. Non potremmo essere competitivi con gli altri paesi se crescessero le retribuzioni senza un aumento di produttività. 5) Quando sarà raggiunto il pareggio di bilancio, allora si potranno fare degli interventi di politica sociale e redistributiva, rivolti soprattutto alle famiglie: costruzione di nuovi asili nido, incentivi alle coppie con più figli e, soprattutto, favorire l’occupazione delle donne italiane, la più bassa in Europa. In questo modo si avrebbe, oltretutto, un ulteriore rilancio dell’economia e degli stipendi familiari. 6) Per quanto riguarda i prezzi è buona l’iniziativa di Mister Prezzi per il controllo degli stessi, che dovrà essere comunque avere poteri sanzionatori verso chi specula sugli aumenti dei beni di prima necessità: pane, pasta e carni. Tutta la filiera dovrà essere rivista dato che vi sono degli squilibri incredibili: quasi il 500% di aumento dal produttore al consumatore finale. Potremmo rischiare un richiamo da parte della Commissione Europea, ma non fa nulla, meglio pagare una multa piuttosto che avere questo tipo di situazione.7) Eliminare la gran parte del finanziamento pubblico ai partiti inserendo un sistema di finanziamento privato, come nei paesi anglosassoni (Inghilterra e Stati Uniti). Rimarrà una minima parte (20 %) proporzionale alla percentuale di voti ottenuti nelle ultime elezioni politiche. Si risparmierebbero quasi 300 milioni di euro a legislatura, sui quali si assommerebbero anche diversi altri milioni di euro con una riorganizzazione efficiente e seria dei costi della politica. Alla fine comunque, dato che potrei aver detto una molteplicità di castronerie allucinanti, la cosa migliore sarebbe quella di mettere insieme una commissione di super-esperti e tecnici (i migliori nel loro campo), senza distinzioni di partito e nazionalità, per stilare e quindi FARE tutte le cose prioritarie che occorrono per sciogliere questo nostro benedetto paese da tutti i lacci, lobbies, caste e corporazioni. Lo schema potrebbe essere quello della commissione Attali in Francia.