IL DUBBIO

La TeleVisione è "antiveritativa": lo sapevamo già ....


Venerdì scorso ci doveva essere un confronto TV, nel corso della trasmissione Uno Mattina, tra Marco Pannella, leader radicale di vecchia data e fautore delle numerose battaglie sul diritto al divorzio ed aborto, e Giuliano Ferrara, giornalista televisivo e di carta stampata leader e promotore del nuovo partito/movimento Pro-Life contro l’aborto. Ho detto ci doveva, in quanto l’incontro / scontro è saltato a causa della rinuncia da parte di Giuliano Ferrara al confronto. Tralasciando poi tutto quello che ne è seguito, con il solito Pannella che ha dato in escandescenza, accusando, questa volta ingiustamente, la RAI per essersi comportata in modo sleale ed anti-libertario, risulta molto interessante la giustificazione addotta da Ferrara riguardo al suo diniego del confronto televisivo.Secondo Ferrara, infatti, “non si può sottoporre alla futilità delle opinioni a confronto nella televisione il tema dell’aborto, né con Pannella, né con altri; non discuterò della vita umana come se fosse un’opinione, in quanto la televisione è antiveritativa, e cioè un bel mezzo per comunicare ma per argomenti tipo il ponte di Messina, l’ICI ecc.: ma sulla vita umana e sull’amore valgono la solitaria e pubblica ricerca della verità. Senza fanatismo, io penso di averla trovata la verità sulla vita umana, e credo sia giusto non esporla alla futilità delle opinioni a confronto”.Ho virgolettato l’aggettivo “antiveritativa” in quanto questo sembra che non esiste in nessun dizionario della lingua italiana, ma alla fine a Ferrara glielo possiamo pure concedere visto i maltrattamenti che ha subito ultimamente la nostra lingua (sempre più bistrattata, purtroppo) anche a causa della televisione. Quello che però mi ha lasciato perplesso è il senso della giustificazione con un aggettivo che poteva essere tranquillamente evitato e cercherò di spiegare il motivo. Sappiamo tutti che Ferrara è stato ottimo conduttore di trasmissioni TV molto seguite (ultima Ottoemezzo su LA7) e di grande richiamo anche per la loro originalità. Ricordo Linea Rovente, Il Testimone, Il Gatto, Radio Londra e ricordo soprattutto una sigla in cui veniva fuori da un bidone della spazzatura con una lisca di pesce in bocca, questo per precorrere un certo tipo di televisione spazzatura che da lì a poco avrebbe invaso i nostri schermi con i vari reality e consimili. Ma l’affermazione di mezzo di comunicazione che sarebbe contro la ricerca della verità, detta da lui, ha il sapore della beffa e di un pentimento che è ancora più eclatante del sua definizione, già di per se contraddittoria, di “ateo-devoto”.Ricordo benissimo molte sue trasmissioni in cui si è discusso molto pacatamente di temi etici ed umani, tra cui quella in cui il Cardinale Ruini ha partecipato per esporre la posizione della Chiesa sulla vita e sull’aborto. In quel caso credo che a Ferrara quel tipo di televisione non sia stata antiveritativa, anzi, dato che era la prima volta che Ruini partecipava ad un dibattito, allora poteva essere molto delucidante e chiarificatrice su certi temi cosiddetti “sensibili”. Oppure ieri con la Lucia Annunziata, in cui non mi trovavo d’accordo quasi su niente rispetto a quello che diceva Ferrara, ma che lui ha partecipato rispondendo a tutte le domande della giornalista (a dire la verità piuttosto accondiscendente, rispetto al suo modo abituale di fare interviste …), anche quelle sull’aborto.Allora per Ferrara potremmo dire che esistono più tipi di televisioni: quelle con le trasmissioni che conduce lui e quelle di cui lui è protagonista che contribuiscono a chiarire determinate posizioni, mentre tutte le altre sono foriere di confusione e distorcono il telespettatore dalla retta via ...In realtà, in molti programmi, mi trovo spesso a sentire un senso di disagio profondo dettato soprattutto dalla “immondizia” verbale che scaturisce dal confronto / scontro dei personaggi dei cosiddetti talk-show. A volte, una vera e propria bagarre televisiva. E’ evidente che preferisco leggere un buon giornale che faccia veramente informazione e, perché no, anche molte opinioni di autorevoli editorialisti del Corriere della Sera, piuttosto che seguire un miscuglio di voci e di toni alterati. Anche la cosiddetta “TV verità”, oppure i Reality, sono quanto di più falso ci possa essere nel panorama televisivo, in cui ognuno recita una sua parte abituale e ripetitiva. In questi casi non esiste né riflessione e né conoscenza.Ma questo non ha nulla a che vedere con il concetto di “antiveritativo” su uno scambio di opinioni. Secondo me poteva tranquillamente dire che non accettava il dibattito con Pannella per il suo modo esagitato e sguaiato di esporre le proprie opinioni e non dire che avrebbe dibattuto con lui in un teatro. Forse magari solo ad un elite è concesso di conoscere la “verità assoluta” di Ferrara? Oppure è solo un calcolo furbesco che non ha nulla a che vedere con una vera ricerca dell’uomo e della sua vita?Un saluto a tutti.Vito