C’è un problema che da anni assilla l’Italia, il mondo ed i governi, e cioè quello del fabbisogno energetico. Tutti noi ci accorgiamo che consumiamo sempre più energia (soprattutto dalla bolletta Enel …), se ne richiede sempre di nuova e, possibilmente, non inquinante per rispettare il famoso protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni e relativi cambiamenti climatici. Poi ci sono le cassandre, tra cui uno studioso americano, che da trent’anni ci informano che il petrolio finirà in breve tempo, quando poi sono costretti ogni volta ad aggiornare le loro previsioni.Ci sono anche, in maggior numero, i sognatori per cui la soluzione del problema energetico è, a seconda dei casi, il sole, il vento, le maree, le biomasse. Poi quelli del nucleare, di cui mi occuperò in seguito, con i rischi e i costi che sappiamo, ed in ultimo quelli dell’etanolo di cui però si dimentica il rapporto tra ettari coltivati ed energia prodotta.Ho letto recentemente una recensione di Sergio Romano al libro di Leonardo Maugeri, “Con tutta l’energia possibile”, dedicato alla descrizione delle risorse energetiche a cui la società umana può ricorrere per ripararsi dal freddo o dal caldo, viaggiare, illuminare la propria casa, coltivare e fabbricare tutto ciò di cui ha bisogno per vivere ed alimentare la crescente gamma di strumenti che sono entrati nella nostra vita quotidiana.Dato che Maugeri è un alto dirigente dell’Eni si potrebbe anche sospettare che, oltre alla conoscenza estrema dell’argomento, sia anche parte in causa e promotore delle risorse energetiche tradizionali tipo petrolio e gas, ma non è tutto così. Ci sono anche molti paradossi, ad esempio sul prezzo del petrolio. Infatti siamo tutti preoccupati dell’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, dimenticando che l’aumento non è provocato solo dalla crescita della domanda, ma anche e soprattutto dal lungo periodo di “vacche grasse” (anni 80 – 90) durante il quale abbiamo comperato petrolio ad un prezzo straordinariamente vantaggioso. Esiste una regola ferrea. Il basso prezzo scoraggia i grandi investimenti (impianti di raffinazione, costruzione di oleodotti, gasdotti, petroliere) da cui dipende, quando la domanda continua a crescere, la quotazione degli idrocarburi. Quando i prezzi aumentano, invece, le infrastrutture diventano nuovamente convenienti e finiranno per incidere, prima o dopo, sul prezzo del prodotto.Altro paradosso, il carbone. Esso nasce sporco ed è una delle maggiori cause di inquinamento ambientale, soprattutto nei paesi che continuano a farne largo uso, come Cina, India e Stati Uniti. E’ possibile ottenere un carbone pulito con il sistema della gassificazione. Ma i costi, in tal caso, annullano i vantaggi iniziali. Però, prima di parlare male del carbone, sarebbe giusto ricordare che il suo uso, nelle prime rivoluzioni industriali del Settecento, ebbe il merito di salvare le foreste, a cui gli uomini ricorrevano abitualmente per l’energia di cui avevano bisogno.Poi ci sono le biomasse, le quali nel momento in cui vengono utilizzate, sono molto meno inquinanti degli idrocarburi, ma hanno il difetto di utilizzare enormi spazi, spesso a danno di foreste tropicali, consumare troppa acqua e provocare l’aumento dei prodotti alimentari. Il nucleare, secondo Maugeri, avrà un ruolo fondamentale nel futuro dell’umanità. Anche se suscita terrori apocalittici, è una risorsa energetica che ha fatto infinitamente meno vittime di quante ne abbiano fatte il petrolio, il carbone e l’energia idro-elettrica (si pensi ai disastri provocati dal collasso di alcune grandi dighe e all’esodo violento delle popolazioni da alcune località sudamericane scelte per la loro costruzione). Il nucleare è la più pulita delle energie esistenti, ma è anche quella, malauguratamente, che si lascia alle spalle il problema delle scorie.Ultimo paradosso. Il mondo sopravvive grazie ad una enorme, straordinaria, energia naturale. E’ il sole, naturalmente, da cui ricavia
Energia, fonti rinnovabiili e nucleare ...
C’è un problema che da anni assilla l’Italia, il mondo ed i governi, e cioè quello del fabbisogno energetico. Tutti noi ci accorgiamo che consumiamo sempre più energia (soprattutto dalla bolletta Enel …), se ne richiede sempre di nuova e, possibilmente, non inquinante per rispettare il famoso protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni e relativi cambiamenti climatici. Poi ci sono le cassandre, tra cui uno studioso americano, che da trent’anni ci informano che il petrolio finirà in breve tempo, quando poi sono costretti ogni volta ad aggiornare le loro previsioni.Ci sono anche, in maggior numero, i sognatori per cui la soluzione del problema energetico è, a seconda dei casi, il sole, il vento, le maree, le biomasse. Poi quelli del nucleare, di cui mi occuperò in seguito, con i rischi e i costi che sappiamo, ed in ultimo quelli dell’etanolo di cui però si dimentica il rapporto tra ettari coltivati ed energia prodotta.Ho letto recentemente una recensione di Sergio Romano al libro di Leonardo Maugeri, “Con tutta l’energia possibile”, dedicato alla descrizione delle risorse energetiche a cui la società umana può ricorrere per ripararsi dal freddo o dal caldo, viaggiare, illuminare la propria casa, coltivare e fabbricare tutto ciò di cui ha bisogno per vivere ed alimentare la crescente gamma di strumenti che sono entrati nella nostra vita quotidiana.Dato che Maugeri è un alto dirigente dell’Eni si potrebbe anche sospettare che, oltre alla conoscenza estrema dell’argomento, sia anche parte in causa e promotore delle risorse energetiche tradizionali tipo petrolio e gas, ma non è tutto così. Ci sono anche molti paradossi, ad esempio sul prezzo del petrolio. Infatti siamo tutti preoccupati dell’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, dimenticando che l’aumento non è provocato solo dalla crescita della domanda, ma anche e soprattutto dal lungo periodo di “vacche grasse” (anni 80 – 90) durante il quale abbiamo comperato petrolio ad un prezzo straordinariamente vantaggioso. Esiste una regola ferrea. Il basso prezzo scoraggia i grandi investimenti (impianti di raffinazione, costruzione di oleodotti, gasdotti, petroliere) da cui dipende, quando la domanda continua a crescere, la quotazione degli idrocarburi. Quando i prezzi aumentano, invece, le infrastrutture diventano nuovamente convenienti e finiranno per incidere, prima o dopo, sul prezzo del prodotto.Altro paradosso, il carbone. Esso nasce sporco ed è una delle maggiori cause di inquinamento ambientale, soprattutto nei paesi che continuano a farne largo uso, come Cina, India e Stati Uniti. E’ possibile ottenere un carbone pulito con il sistema della gassificazione. Ma i costi, in tal caso, annullano i vantaggi iniziali. Però, prima di parlare male del carbone, sarebbe giusto ricordare che il suo uso, nelle prime rivoluzioni industriali del Settecento, ebbe il merito di salvare le foreste, a cui gli uomini ricorrevano abitualmente per l’energia di cui avevano bisogno.Poi ci sono le biomasse, le quali nel momento in cui vengono utilizzate, sono molto meno inquinanti degli idrocarburi, ma hanno il difetto di utilizzare enormi spazi, spesso a danno di foreste tropicali, consumare troppa acqua e provocare l’aumento dei prodotti alimentari. Il nucleare, secondo Maugeri, avrà un ruolo fondamentale nel futuro dell’umanità. Anche se suscita terrori apocalittici, è una risorsa energetica che ha fatto infinitamente meno vittime di quante ne abbiano fatte il petrolio, il carbone e l’energia idro-elettrica (si pensi ai disastri provocati dal collasso di alcune grandi dighe e all’esodo violento delle popolazioni da alcune località sudamericane scelte per la loro costruzione). Il nucleare è la più pulita delle energie esistenti, ma è anche quella, malauguratamente, che si lascia alle spalle il problema delle scorie.Ultimo paradosso. Il mondo sopravvive grazie ad una enorme, straordinaria, energia naturale. E’ il sole, naturalmente, da cui ricavia