IL DUBBIO

DEDICATO A TUTTE LE DONNE


Domani, 8 marzo, sarà la Giornata Internazionale della Donna, meglio nota come “Festa della Donna”. Le origini di questa ricorrenza sono piuttosto controversie: la più gettonata è quella delle lavoratrici in sciopero che, nel lontano 8 marzo del 1908, a New York si asserragliarono in fabbrica. Qualcuno, si dice il padrone stesso, appiccò il fuoco e 129 donne trovarono una orribile morte. Tutto molto triste e commovente se non fosse che questa sembra sia una classica leggenda metropolitana messa in giro, durante la guerra fredda, dalla propaganda di quei tempi.Ma oggi voglio evitare qualsiasi retorica e frasi di circostanza, tipo “la festa delle donne dovrebbe essere ogni giorno …” “le donne dovrebbero esser più valorizzate …” bla, bla, ecc. ecc. Anche perché, in tempo di campagna elettorale, non si fa altro che cercare di accalappiare il voto ed il consenso femminile con candidature, quote rosa ed altro.Ho trovato una preghiera molto bella di Papa Giovanni Paolo II, del 1995, dedicata a tutte le donne. Più che una preghiera è un ringraziamento; non dimentichiamo che il Papa precedente è stato grande fautore del rinnovamento del culto di una Donna molto speciale, la Madonna: Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino di vita.Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.Grazie a te, donna-figlia, e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del “mistero”, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta “sponsale”, che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.Grazie a te, donna, per il fatto che sei donna! Con la percezione che è proprio della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.                                                                                                                     Giovanni Paolo IIInoltre, dato che oggi mi sento particolarmente ispirato (si fa per dire), riporto una riflessione di Mons. Ravasi  sempre sull’argomento “Essere donna”: “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai”Anche se ora le trovo spesso irritanti per la loro enfasi apocalittica, molte pagine di Oriana Fallaci in passato mi avevano appassionato e coinvolto. Così era accaduto per lettera a un bambino mai nato dalla quale estraggo lo spunto per questa che è la tradizionale "giornata della donna". È vero, infatti, che per secoli e secoli, e in certo senso anche ai nostri giorni, essere donna è stata una sfida cui molte purtroppo cedono malamente, assimilandosi nei comportamenti e nei pensieri ai maschi, perdendo così un’identità interiore fatta di profili originali, di doni personali, di sensibilità e finezza. Se si dovessero sfogliare le raccolte degli aforismi, dei proverbi, delle citazioni, si rimarrebbe sconcertati di fronte alla massa enorme di ironie, sarcasmi e contumelie emesse nella storia, anche da autori celebri e venerati, nei confronti della donna. Così come ora è spesso negativa l’altrettanto costante esaltazione della loro bellezza, vista però come semplice ornamento fisico, destinato a diventare materia commerciale negli spot televisivi accanto ad altri oggetti di lusso. Essere donna in maniera autentica significa, invece, conservare alcune capacità umane che spesso gli uomini reprimono o ignorano, come la delicatezza, la costanza, la libertà dell’intuizione, la generosità nei sentimenti, la compassione, l’«intelletto d’amore» (come diceva Dante), la tenerezza e così via. Identiche agli uomini come persone, esse hanno una loro originalità da non stingere o estinguere, ma da custodire con coraggio e testimoniare.In un mio post di qualche tempo fa avevo già parlato delle donne italiane relativamente al fatto che sono le ULTIME in Europa, riportando anche una riflessione di Maria Laura Rodotà. Non occorre quindi che mi soffermo ulteriormente sulle difficoltà che incontrano tutte le donne nella vita di tutti i giorni e la situazione attuale dei posti di potere, politici e dirigenziali.
L’auspicio che posso e che mi sento di fare è questo: Hillary Clinton a molte donne non è molto simpatica, ma penso che se riuscisse a coronare il suo sogno di diventare Presidente degli USA, sarebbe veramente un segnale forte, una bel trguardo anche se lontano dall’Italia. Un saluto ed un augurio veramente sincero a TUTTE le donne, chiaramente in particolar modo a quelle della mia famiglia (mia moglie e mia figlia), ma con un pensiero speciale alle visitatrici del mio blog.Vito