IL DUBBIO

La "bontà" di Silvio ed i ministri "comunisti"


Ci sono dei momenti in cui lo stereotipo che abbiamo nella nostra mente risulta talmente pervasivo per cui resta difficile poi rendersi conto della variazione dello stesso. Totò direbbe “Desto o son sogno?” eppure, è vero!! Silvio è cambiato (si è veltronizzato …) e tutto ciò è certificato dal suo comportamento, soprattutto nel corso del dibattito parlamentare sulla fiducia, scontata, al suo governo.Come avevo auspicato, per ora, si respira un nuovo clima, non più di contrapposizione frontale, la quale è stata deleteria negli ultimi 15 anni, ma di dialogo e confronto. Qual è stato quindi il motivo a far spingere Silvio a cambiare atteggiamento, soprattutto verso l’opposizione del PD?Se stiamo a sentire Di Pietro, secondo lui, questa è la classica manovra della “polpetta avvelenata”, o meglio, della zampa tesa del lupo all’agnello. Ma non è questo il punto …Secondo me il Cavaliere ritorna alla sua vera natura, e cioè quella dell’affabulatore, del seduttore e del corteggiatore, di chi vuole a tutti costi farsi amare e piacere, anche da chi non la pensa come lui.C’è molto poco della sindrome del Narciso, a cui era molto affezionato,  in questo atteggiamento, ovvero poca autoreferenzialità, ma la necessità di condividere con più gente possibile tutto il male ed il bene del Paese. Berlusconi è effettivamente l’allegoria vivente del Male e del Bene, l’incarnazione del peggio e del meglio dell’Italia, della sua capacità di vivere di espedienti e di inventare il successo, della sua mediocrità e della sua grandezza.Per questo ho trovato veramente geniali le uscite dei suoi due ministri più rappresentativi e forse i più competenti della sua squadra di governo. Sto parlando di Giulio Tremonti, ministro dell’economia, e Renato Brunetta, ministro della funzione pubblica.Ebbene, Tremonti, che non può essere assolutamente accusato di essere un pericoloso bolscevico, casomai new protezionista – no global, afferma che a fare i dovuti sacrifici dovranno essere chi si arricchisce con i soldi degli altri, cioè banche e petrolieri. Mentre i super-manager, quelli che guadagnano cifre da capogiro anche andando via da aziende sull’orlo del fallimento (vedi Alitalia), dovranno essere super-tartassati.Ricordo benissimo lo slogan della campagna elettorale 2006 di Rifondazione Comunista, con uno yacht nello sfondo: “Anche i ricchi piangano”. A quel tempo fu preso come esempio dell’ideologia di arretratezza della sinistra estrema che predicava la lotta di classe povero contro ricco.Ora il nuovo Giulio nazionale ce lo ripropone in salsa popolare e populista, forte ancora del consenso ricevuto alle ultime elezioni. Ma la domanda sorge spontanea: bisognava proprio aspettare Tremonti per sentire qualche parola di sinistra? Certo, bisognerà aspettare che alle parole seguano i fatti, probabilmente sarà pure una mossa demagogica, ma resta una sensazione che in qualche modo i vecchi steccati ideologici, in nome degli interessi comuni, siano stati brillantemente superati.Ma il “compagno” Tremonti va oltre … Da persona intelligente ed attento alle richieste della pancia del paese, sentendo una sinistra elitaria e salottiera, si propone come alternativa e forza quasi autonoma all’interno del PdL. Non ho ancora letto il suo ultimo libro “La paura e la speranza”, ma sentendolo parlare in TV si nota la sua aspirazione a togliere alla sinistra sia il consenso della parte più debole del paese che l’egemonia culturale. Frasi come “consiglio alla sinistra di rileggersi Marx ed i quaderni dal carcere di Antonio Gramsci”, ne sono il lampante esempio. Oppure “Libero mercato ove possibile, Stato, se necessario …”.Per quanto riguarda Brunetta, invece, anche se rappresenta l’antitesi con Tremonti per quanto riguarda la concezione economica (ultra-liberista), quando parla di voler risolvere il problema dei fannulloni della pubblica amministrazione con il licenziamento, cita addirittura Mao Tse Toung, “Colpirne uno per educarne cento”.Ebbene, questo è un mondo alla rovescia!
Ma …. dimenticavo. C’è forse un aspetto in cui Silvio non dimostra di essere cambiato. Da settantenne impenitente che vuole a tutti i costi mostrare la propria finta giovinezza sino al grottesco, corteggia le sue 2 belle deputate (Nunzia e Gabry) con lo scambio di bigliettini di complimenti, da loro naturalmente ricambiato. Fino a quando? Probabilmente fino alla prossima lettera della “Veronica furiosa” al quotidiano “la Repubblica” …Un saluto e buon fine settimana a tuttiVito