La cocente sconfitta ai rigori subita dagli spagnoli nel corso dei quarti di finale dei campionati europei, comporta qualche riflessione sul nostro (non) gioco e sul nostro atteggiamento quando si va in campo contro le selezioni nazionali di un certo livello.Non sono un grande esperto di calcio, sono piuttosto un appassionato che però, grazie anche alle telecronache veramente professionali di Sky, sa apprezzare il buon calcio ed essere abbastanza obiettivo anche quando gioca la squadra del cuore.A proposito, visto che ho toccato l’argomento telecronache, sarebbe buona cosa stendere un velo pietoso su quelle di mamma RAI, la quale, in questo europeo, ha toccato le punte più basse del suo repertorio (vedi faziosità e amenità varie di Bagni – Bartoletti & C).Bisogna anche dire che siamo un paese con 60 milioni di commissari tecnici, per cui ognuno di noi dice la sua senza timore di essere tacciato di incompetenza … Ma veniamo ai fatti: in sostanza, se è vero che le vittorie possono felicemente vantare innumerevoli padri, le sconfitte sono tragicamente orfane.In realtà un colpevole c’è, ed è il solito allenatore che, da sempre, è il parafulmine di ogni disgrazia. Donadoni, è vero, ha occupato forse il posto più scomodo che potesse capitare ad un allenatore con pochissima esperienza come lui. L’eredità di Lippi, di cui si dà per sicuro il ritorno, era pesante e non sono bastati un positivo ed onesto girone di qualificazione per rifondare una squadra che è sembrata a tutti in deficit prestazionale, senza più fame di vittorie. Oddio, nella storia della nostra nazionale, pochissime volte ci siamo ricordati di un gioco brillante e squadre votate alla vittoria. Nel merito i miei ricordi vanno soprattutto alle selezioni nazionali di Vicini (mondiali Italia ’90 – semifinale persa ai rigori con l’Argentina) e Sacchi (mondiali Stati Uniti ’94 – finale persa ai rigori con il Brasile). Ecco, queste sono state, secondo me, le uniche formazioni votate al gioco offensivo con un buon livello di spettacolarità.Ripensandoci sopra, anche i 2 mondiali vinti nel 1982 e l’ultimo del 2006 non è che ci sia stata una eccessiva qualità di gioco. Ma in quei casi potevano riconoscere una feroce determinazione insieme ad un forte carattere che ci hanno consentito di superare squadre molto più forti di noi tecnicamente. Intendiamoci, che le “furias rojas” fossero superiori tecnicamente ai nostri “azzurri spenti” era un dato di fatto, ma, amaramente, bisogna dire che l’Italia, in questi Europei, non lascia nessuna traccia se non quella di un gioco di opposizione, di forte impegno, ma modesto nella qualità e monotono nel gioco (solite palle lunghe per un Toni fuori forma …). Non c’è stata nessuna grande partita da ricordare e né un’impresa stoica e sfortunata. Lasciamo gli europei senza infamia e senza lode, in maniera mesta e modesta come il carattere di Donadoni.
Europei 2008: La solita Italietta?
La cocente sconfitta ai rigori subita dagli spagnoli nel corso dei quarti di finale dei campionati europei, comporta qualche riflessione sul nostro (non) gioco e sul nostro atteggiamento quando si va in campo contro le selezioni nazionali di un certo livello.Non sono un grande esperto di calcio, sono piuttosto un appassionato che però, grazie anche alle telecronache veramente professionali di Sky, sa apprezzare il buon calcio ed essere abbastanza obiettivo anche quando gioca la squadra del cuore.A proposito, visto che ho toccato l’argomento telecronache, sarebbe buona cosa stendere un velo pietoso su quelle di mamma RAI, la quale, in questo europeo, ha toccato le punte più basse del suo repertorio (vedi faziosità e amenità varie di Bagni – Bartoletti & C).Bisogna anche dire che siamo un paese con 60 milioni di commissari tecnici, per cui ognuno di noi dice la sua senza timore di essere tacciato di incompetenza … Ma veniamo ai fatti: in sostanza, se è vero che le vittorie possono felicemente vantare innumerevoli padri, le sconfitte sono tragicamente orfane.In realtà un colpevole c’è, ed è il solito allenatore che, da sempre, è il parafulmine di ogni disgrazia. Donadoni, è vero, ha occupato forse il posto più scomodo che potesse capitare ad un allenatore con pochissima esperienza come lui. L’eredità di Lippi, di cui si dà per sicuro il ritorno, era pesante e non sono bastati un positivo ed onesto girone di qualificazione per rifondare una squadra che è sembrata a tutti in deficit prestazionale, senza più fame di vittorie. Oddio, nella storia della nostra nazionale, pochissime volte ci siamo ricordati di un gioco brillante e squadre votate alla vittoria. Nel merito i miei ricordi vanno soprattutto alle selezioni nazionali di Vicini (mondiali Italia ’90 – semifinale persa ai rigori con l’Argentina) e Sacchi (mondiali Stati Uniti ’94 – finale persa ai rigori con il Brasile). Ecco, queste sono state, secondo me, le uniche formazioni votate al gioco offensivo con un buon livello di spettacolarità.Ripensandoci sopra, anche i 2 mondiali vinti nel 1982 e l’ultimo del 2006 non è che ci sia stata una eccessiva qualità di gioco. Ma in quei casi potevano riconoscere una feroce determinazione insieme ad un forte carattere che ci hanno consentito di superare squadre molto più forti di noi tecnicamente. Intendiamoci, che le “furias rojas” fossero superiori tecnicamente ai nostri “azzurri spenti” era un dato di fatto, ma, amaramente, bisogna dire che l’Italia, in questi Europei, non lascia nessuna traccia se non quella di un gioco di opposizione, di forte impegno, ma modesto nella qualità e monotono nel gioco (solite palle lunghe per un Toni fuori forma …). Non c’è stata nessuna grande partita da ricordare e né un’impresa stoica e sfortunata. Lasciamo gli europei senza infamia e senza lode, in maniera mesta e modesta come il carattere di Donadoni.