IL DUBBIO

I "magnaccia" della politica ...


Certo non si può dire che Di Pietro non usi un linguaggio diretto per definire le insistenti pressioni del Cavaliere nei confronti di Agostino Saccà, allora direttore di Rai Ficion, per sistemare attrici, attricette, veline e velinette. Infatti, dal Molise dove si sta dedicando alla trebbiatura (con una immagine che ricorda molto un certo Benito, sopra ad un trattore non a norma antiribaltamento …), Di Pietro non usa eufemismi per dire come la pensa:“Le intercettazioni che loro vogliono limitare, ci fanno vedere un capo del governo che fa un lavoro più da magnaccia, impegnato a piazzare le veline che parlavano troppo, che da statista …”A dire la verità non sarebbe propriamente esatto il termine “magnaccia”, volgarmente utilizzato per definire un protettore di prostitute oppure di un uomo che si fa mantenere da una donna.Da quello che ho capito dalle intercettazioni sembra che invece il nostro Silvio abbia utilizzato l’amicizia con Saccà per far entrare nel mondo dello spettacolo delle donnine prive di abilità in modo da ingraziarsi qualche parlamentare dell’allora maggioranza di centro-sinistra allo scopo di far cadere il traballante governo Prodi. Si tratterebbe quindi di interesse privato in affari pubblici, ma non è questo il problema.Ho letto recentemente un articolo di Luciano Canfora, sul Corriere della Sera, che propone una divertente analogia con un passato non propriamente recente: “L’elegante sortita dell’ex ministro Di Pietro potrebbe, forse all’insaputa di lui, avere dei precedenti letterari. E sia pure in celebri contesti scurrili. Il rozzo Marco Antonio, braccio destro di Cesare in tante campagne, bersaglio poco dopo le Idi di Marzo dell’attacco ferocissimo di Cicerone, viene addirittura raffigurato dall’oratore nella celebre e mai pronunciata Seconda Filippica come il capofila di un corteo variopinto, nel quale, accanto ai littori che gli spettavano per il suo rango, c’era una specifica carrozza carica di lenoni e di allegre seguaci che Cicerone bolla con l’epiteto comites nequissimi. E di un corteo di latrones e lenones intorno ad Antonio parla anche nella Sesta Filippica. Imbarazzante comitiva cui anche i cittadini dei municipi erano tenuti a rendere omaggio.Pochi sarebbero disposti a prendere per buono tutto quello che Cicerone riversa addosso ad Antonio, ma non è affatto da escludere che il rozzo e gaudente soldataccio si compiacesse, anche per sfida, di compagnie del genere”
 Ora, chiaramente, non possiamo nemmeno lontanamente paragonare Cicerone a Di Pietro (lo stile e la cultura sono decisamente diversi), ma di certo Marco Antonio non assomiglia a Berlusconi.Il problema è molto semplice ed aldilà dei guai giudiziari del Cavaliere il quale, nel frattempo è stato molto veloce nell’affrontare i suoi problemi per via legislativa ….Il punto caldo è l’intromissione secolare della politica sui fatti che non le riguardano, o meglio che non le dovrebbero riguardare. Nella fattispecie abbiamo la conferma di come la RAI rappresenti la metafora delle patologie di un sistema politico e del degrado del costume del paese.Può darsi anche che non si configuri nessun reato, che si tratti di semplice malcostume, ma il risultato non cambia. E’ sconfortante sentire certi personaggi che dovrebbero avere a cuore il servizio pubblico comportarsi come dei volgari impresari del malaffare.Certo, il termine “magnaccia” è pesante e Di Pietro, visti i suoi trascorsi (amicizie discutibili, prestiti, macchine ecc.) non è la persona che può dare lezioni di moralità, ma rende l’idea del miserrimo livello a cui sono arrivati certi politici e personaggi pubblici.Una volta la DC raccomandava la gente per un posto fisso in un ente pubblico, ora si raccomandano veline ed attricette per una particina in cambio di favori politici. In entrambi i casi merito e moralità vanno a finire sotto la suola di una scarpa …E poi si vorrebbe fare una legge per impedire le intercettazioni e la loro pubblicazione! Ma mi facciano il piacere! Se per telefono dicevano quel genere di cose figuriamoci cosa potevano dirsi in privato.Forse sarò troppo moralista, ma in America, si stroncano carriere politiche affermate per molto, ma molto meno. Ma siamo in Italia, dove, probabilmente, come si può vedere dal grado di popolarità di un certo signore che ci sta governando, queste cose passano in secondo piano (ma forse anche al terzo …)Un saluto a tuttiVito