IL DUBBIO

INGRID E' LIBERA!


Credo che possiamo essere tutti veramente felici che, dopo più di 6 anni di prigionia, Ingrid sia stata liberata senza nessun spargimento di sangue. Dopo il famoso video di un anno fa, nella selva, che la ritraeva spenta e magrissima, fa veramente piacere vederla invece in buone condizioni di salute, bellissima e sorridente. Ho rispolverato per questo un mio post del dicembre scorso, in occasione del suo quarantaseiesimo compleanno trascorso nelle mani dei guerriglieri delle FARC:UNA DONNA BELLISSIMA ....Vorrei parlare oggi di una donna straordinaria e coraggiosa le cui immagini di sofferenza e tristezza hanno fatto il giro del mondo. Si tratta di Ingrid Betancourt, la nota attivista politica franco-colombiana, ex candidata alle presidenziali e fondatrice del partito Verde di centro-sinistra, oramai a quasi 6 anni dal suo rapimento da parte della guerriglia colombiana delle Farc.Ho letto l’intervista del figlio più piccolo Lorenzo (19 anni) che ricorda di quando è stata rapita, era sicuro che sarebbe stata liberata dopo poco tempo ed invece sono passati più di 2100 giorni. L’unica prova della sua vita è stata quel video di appena un minuto in cui si vede la madre magrissima, il corpo esile e lo sguardo smunto di sofferenza, una tunica bianca come vestito, i capelli lunghissimi eppure il tutto portato con una eleganza ed una dignità che pochi, sia uomini che donne, avrebbero in quelle condizioni da prigioniera nella giungla.Qualche settimana fa, Francesco Merlo le ha dedicato un articolo dopo il ritrovamento del video, di cui riporto qualche spezzone:SOLO dei guerriglieri marxisti, con le bombe esplosive nelle tasche e le bombe ideologiche nella testa, possono non capire che la bellezza di Ingrid Betancourt li ha già seppelliti tutti. Guardatelo ancora quel video, meno di trenta secondi su Youtube, e, senza pensare di essere diventati dei fiancheggiatori - fiancheggiatori estetici - , liberate pure il vostro cuore. E ditelo anche voi, insieme con noi, che Ingrid Betancourt in 2107 giorni di prigionia è diventata più bella, che non era mai stata così bella. E che tutto il marxismo del mondo, quello scritto e quello orale, non può competere con l'eleganza della rozza tunica bianca che copre quel corpo esile e disarmato. Contro la ferocia della rivoluzione qui c'è l'arma dell'eleganza che nessuna modella d'alta moda riuscirebbe ad eguagliare, un'eleganza che per un rivoluzionario è micidiale perché in pochissimi secondi sbriciola la durezza dell'astio sociale. E, ancora, in quelle mani di porcellana che s'intrecciano ci sono la compostezza e la fragilità di milioni di donne maltrattate: quelle mani sono le mani di tutte le donne del mondo, le mani della carezze contro le mani-grilletto dei guerriglieri; le mani delle mamme, le mani che salutano, le mani della musica, le mani dell'arpa e quelle del ricamo contro le mani-protesi della lotta armata; le mani nelle mani contro il pugno chiuso dei compagni del Farc.Comunque vada a finire, dobbiamo molto alla bellezza di Ingrid Betancourt. Intanto, se in tutto il mondo e tutti insieme siamo sobbalzati davanti alla sua sofferenza, noi che siamo bestie feroci, è perché vi abbiano riconosciuto la bellezza, quella che lascia senza fiato, la bellezza allo stato naturale, di perfezione rinascimentale, la bellezza che disarma gli efferati perché ne rivela la gratuità e dimostra che non esiste la violenza di cui parlava Marx, la violenza levatrice di storia. Guardate come la bellezza di quelle palpebre semichiuse toglie dignità a qualunque progetto che sia fondato sulla sofferenza, fosse pure quella di un ricco banchiere e non quella di una donna, madre e moglie. Le palpebre di Ingrid Betancourt sono chiuse davanti alla violenza che ha visto e davanti a quella che ha subìto, mentre le nostre palpebre, al contrario, sono sbarrate per lo sbigottimento ….Da tempo ci siamo convinti che in Italia il fascismo aveva già perso la sua partita con la storia quando decise di infilare l'intelligenza in galera, cioè quando mandò Gramsci in prigione. E difatti, in quella prigione, Gramsci divenne ancora più intelligente e, morendo di prigione, seppellì il fascismo. Allo stesso modo qui il tormento ha reso la Betancourt bella e invincibile, ed è della sua immagine che ci ricorderemo ogni volta che ci parleranno di guerriglia marxista. Di sicuro esistono altre forme di bellezza. Non è vero che la sola bellezza è quella maledetta, ma certo nella bellezza che è anche sofferenza c'è un surplus di mistero che non si esprime necessariamente nella magrezza e nelle cicatrici. A volte anche in un corpo fastoso può rivelarsi il maledettismo: basta uno sguardo, una mano, una tunica, un viso, o i lunghissimi capelli raccolti in una coda che pende sul davanti. Qui la bellezza maledetta traspare da ogni dettaglio, la Betancourt sembra la donna dell'antico rito indiano Sati, la donna che si lascia bruciare viva insieme al cadavere del marito, la donna fedele non ad un uomo, ma a se stessa, alla propria tenacia, alla propria forza, alla propria coerenza. Nel lento crescere dei capelli della Betancourt in cinque anni di prigionia ci sono più forza, più tenacia e più coerenza che in tutta la teoria e in tutta la pratica della rivoluzione armata. Quei capelli lunghi sono il dolore della donna, sono un velo di lacrime, sono salici piangenti. Siamo certi che se fosse liberata, subito la Betancourt libererebbe anche i capelli che, così lunghi e al vento, tornerebbero ad essere allegria. E’ un articolo veramente toccante, significativo e sono totalmente d’accordo con Merlo. Ingrid è veramente una donna bellissima ma, soprattutto, viva nell’anima e nel cuore. Il figlio dice che ha perso quasi 30 chili ed è come una candela che si sta spegnendo. Ma non tutto è perduto: il presidente venezuelano Chavez (nei suoi rari momenti di lucidità politica) si è impegnato di persona nel negoziato diretto con i guerriglieri per la liberazione dei numerosi ostaggi. Il governo colombiano sembra aver accettato pur nelle ambiguità che sono susseguite dopo il rapimento.E’ importante continuare a parlare di questa donna coraggiosa che, pensate, il 25 dicembre ha compiuto 46 anni senza poterlo festeggiare con i suoi cari ed è importante ancora di più firmare la petizione online su Internet: www.agirpouringrid.comE’ una donna simbolo, e non solo per i colombiani. Ha sempre lottato contro il potere corrotto di molti politici e contro i narcotrafficanti fino a subire innumerevoli minacce di attentati.
Proprio nei giorni scorsi, era tornata a parlare grazie ad una lettera ai suoi familiari: “Qui viviamo come dei morti. Fisicamente sto male, non mi sono rialimentata, ho l’appetito bloccato, i capelli mi cadono in gran quantità”. Nella lettera di 12 pagine alla madre Yolanda Pulecio scrive anche : “Amo la Francia con tutto il mio cuore, perché ammiro la capacità di mobilitazione di un popolo che, come diceva Camus, sa che vivere é impegnarsi. Tutti questi anni sono stati terribili ma non credo che potrei essere ancora viva senza l’impegno che hanno portato a tutti noi che qui viviamo come dei morti”.Non lasciamola sola: LIBERATE INGRID! Ora, invece possiamo dire con tutto il cuore che INGRID E' LIBERA e speriamo che torni presto ad occuparsi di quello che serve alla sua nazione, la Colombia. E cioè la lotta al terrorismo, ai narcotrafficanti, alla corruzione, ma soprattutto alla povertà che attanaglia il suo paese.Un saluto a tuttiVito