IL DUBBIO

Per un blog come IL DUBBIO che, modestamente ed umilmente, si occupa ANCHE di politica mi è sembrato corretto e doveroso per tutti i visitatori, dichiarare apertamente il mio voto per le prossime elezioni politiche ed amministrative del 13 / 14 Aprile.

Confesso, non è stata una scelta facile: fin dall’inizio della crisi, avevo auspicato che il governo Prodi, pur nei suoi innumerevoli errori ed infinite contraddizioni, terminasse il suo compito di risanamento dei conti pubblici, riduzione del debito ecc. a cui una tecnico freddo, cinico e pragmatico come Padoa Schioppa ci stava portando. Tutto ciò per fare in modo che poi si potesse attuare una seria politica redistributiva atta a compensare la perdita del potere di acquisto degli italiani. Oltretutto, sono sempre stato convinto che un governo, di qualunque colore esso sia, deve poter portare a termine il suo mandato in maniera che i cittadini giudichino con i numeri ed i fatti le cose buone o cattive che sono state compiute. Un governo non si giudica dall’impopolarità di certe scelte, ma solo ed esclusivamente se a tali scelte viene affiancata da una legittimazione dei freddi numeri economici.

Così non è stato data sia la rissosità della variegata composizione del governo di centro-sinistra, che dell’abbandono della maggioranza da parte di Mastella a causa delle note vicende giudiziarie. Per questo ultimo aspetto mi chiedo ora chi potrà mai restituire l’onore politico al Clemente nazionale, offeso e dileggiato come il peggior furfante della storia italiana. Ma questa è un’altra storia …

Si torna a votare, quindi, con una delle peggiori leggi possibili, la stessa delle elezioni del 2006 denominata “Porcellum” per la pittoresca definizione data dal suo inventore, il dentista-leghista-padano Calderoli. Una legge che produce stabilità alla Camera dei Deputati, con un consistente premio di maggioranza su base nazionale, mentre al Senato, avendo il premio di maggioranza alla coalizione su base regionale, potrebbe destinare ancora al prossimo governo innumerevoli grane dovute ad un possibile pareggio nel computo degli eletti.

Quali sono state quindi le novità di questa campagna elettorale? Ebbene, una su tutti è stata la nascita di un nuovo soggetto politico, il Partito Democratico di Veltroni, che in qualche modo ha scompigliato il sistema delle vecchie coalizioni, costringendo la parte avversa il Popolo delle Libertà di Berlusconi,  ad un adeguamento, che era stato, mesi prima, digerito malissimo dai suoi alleati. Successivamente, mentre Fini ha accettato di confluire nel PdL, Casini ha invece coraggiosamente deciso di correre da solo.

Ho parlato di coraggio e questo forse basterebbe da solo a spiegare che alla Camera darò il mio voto al Partito Democratico. Walter Veltroni non è un personaggio nuovo nel panorama politico italiano, ma ha avuto audacia e capacità nel prendere una decisione, correre da soli, che probabilmente non sarà vincente, ma che ha portato una ventata di novità e cambiamento a cui tutti hanno dovuto fare i conti. Walter il grande sognatore e comunicatore; a dire la verità avrei preferito Enrico Letta, molto più concreto e pragmatico, ma ho molto apprezzato la sua capacità di fare una campagna elettorale dai toni pacati senza mai delegittimare il suo avversario politico, a parte l’ultimo infortunio della lettera a Berlusconi dopo le sparate di Bossi a cui il Cavaliere ha risposto con le solite delegittimazioni che oramai hanno fatto il loro tempo.

Quindi una scelta dettata soprattutto da un riconoscimento di chiarezza che non è poco nel confusionario e frastagliato panorama politico italiano. Tale scelta è stata poi leggermente annacquata con l’alleanza con Di Pietro che comunque pare abbia condiviso la scelta di fare successivamente gruppo parlamentare unico.

L’altra parte, invece, con il Cavaliere mi è sembrata sempre tristemente uguale a prima: solite facce e soliti slogan. Per la quinta volta si presenta come candidato premier una persona che ritiene di essere già il vincitore, l’unico e solo che possa risolvere i problemi italiani, l’unico vero liberale ecc. ecc. Sarà poi anche che i suoi toni da “cumenda milanese – ghe pens mì” mi sono sempre suonati fastidiosi insieme alle ricette miracolistiche che, semplicemente, non hanno funzionato nel corso della  legislatura 2001 - 2006, dove, ricordiamo, aveva una maggioranza schiacciante sia alla Camera che al Senato. Ma, a sua detta, non l’hanno lasciato lavorare … Riguardo all’identità liberale, beh, anche qui bisogna stendere un velo pietoso, non fosse altro che l’unica riforma “veramente liberale” (anche troppo) è stata quella della legge Biagi, con la deregulation del mercato del lavoro senza ammortizzatori sociali, al contrario di quanto aveva auspicato lo stesso Marco Biagi.

Come vedete non ho parlato di programmi dei singoli partiti. Perché? Purtroppo tali programmi diventano delle vaghe promesse elettorali quando, da ambedue le parti, si declamano interventi consistenti sulle buste paghe degli italiani senza indicare la copertura finanziaria relativa. O meglio, tutti parlano di riduzione della spesa pubblica e lotta all’evasione fiscale ma non ci sono numeri precisi a riguardo.

Nel corso della campagna elettorale avevo anche fatto una bozza minima di programma “non elettorale” poi preso in qualche punto da entrambi gli schieramenti, ma avevo anche indicato che occorrerà prima di tutto ridurre il debito pubblico il quale rappresenta la massima zavorra che lega la crescita del nostro Paese. Occorre una politica seria e responsabile. In verità occorrerebbe in Italia una vera politica liberale e di destra (seria …) per creare ricchezza al Paese e portare in pareggio il bilancio dello Stato, come hanno fatto in precedenza la Thatcher in Gran Bretagna, Kohl in Germania ed Aznar in Spagna. Ma in Italia siamo all’ossimoro che per fare una economia di destra occorre un governo di sinistra …

Per questo ritengo Berlusconi inadatto a guidare ancora il Paese. O meglio, potrebbe essere una persona piacevolissima per intavolare una chiacchierata al bar o ristorante, visto che conosce anche un mare di battute e barzellette. E’ un grandissimo imprenditore e bisogna dargliene atto. Ma l’Italia non è un’azienda privata ed il Cavaliere ha fatto il suo tempo …. Spero che un giorno un personaggio veramente valido come potrebbe essere Mario Monti possa prendere il suo posto, ma occorre riconoscere che Berlusconi ha ancora un vasto consenso tra il popolo del centro-destra che gli perdona tutti gli strafalcioni e le gaffe di cui è veramente maestro.

Una delle tante è il cosiddetto “appello al voto utile”, in cui Berlusconi ha invitato gli elettori a non votare per tutti i partiti che non siano PdL o PD, parlando in questi casi di voto sprecato. Ebbene proprio a causa di ciò, anche perché ritengo che solo un “non voto”, o una scheda bianca o nulla siano sprecati, allora, almeno per il Senato, il mio voto andrà all’UDC di Casini. Ma non perché io sia un Papista convinto e condivida le sue posizioni sui temi etici (ci sono molte cose in cui la penso diversamente). Piuttosto perché anche in questo caso ho apprezzato il coraggio di una scelta e di una posizione estremamente rischiosa che potrebbe costargli la rappresentanza al senato (sbarramento su base regionale al 8%).

Esprimere un voto non è soltanto un fatto di appartenenza politica o di questioni di pancia; è anche un attestato di stima, di coerenza, di fiducia e di verità.

Spero che questo mio “endorsement” a favore di Walter e Perferdinando rispecchi questa scelta …

Un saluto e buon fine settimana a tutti

Vito