IL DUBBIOLa vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel |
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LA POESIA
"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"
John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...
DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA
"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)
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Ho cercato di seguire con molta attenzione il dibattito che c’è stato nel corso della trasmissione “Otto e Mezzo” tra il cardinale Ruini, Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni. Il tema era l’aborto e la legge 194 sull’interruzione di gravidanza, come saprete rilanciato in modo prepotente da Giuliano Ferrara con la sua richiesta “provocazione” di moratoria.
E’ la prima volta che “Eminence” Ruini (come lo soprannomina simpaticamente la Littizzetto) accetta una intervista in un talk-show televisivo e debbo dire che si è dimostrato persona di grande spessore culturale ed umanità, oltre che informatissimo sulle leggi e sull’argomento.
Le posizioni di Ruini sono note a tutti: l’aborto è comunque una “soppressione di un essere umano innocente”, la Chiesa non può accettare una legge come la 194 che lo autorizza.
Bisogna anche dire però che, di fronte alle insistenze di un Giuliano Ferrara molto livoroso nel ruolo di strenuo difensore della vita ed alfiere della crociata anti-abortista, ha dimostrato un senso del dialogo ed una moderazione che, sinceramente, non avrei immaginato in un alto prelato che fino ad ora aveva sempre mostrato l’ala dura della Chiesa Cattolica.
In sostanza Ruini ha dato segni di disponibilità al dialogo, non premendo per la cancellazione della legge 194, la quale, anzi, vorrebbe che sia applicata integralmente, migliorandola, valorizzando soprattutto il capitolo della prevenzione ed aggiornandola al progresso della medicina. Non dimentichiamo infatti che la legge risale al quasi 30 anni fa ed innumerevoli progressi sono stati compiuti, soprattutto sulla sopravvivenza dei bimbi prematuri.
Ha insistito molto sugli aiuti concreti da dare alle donne per accogliere il bambino ed ha ricordato che, grazie agli interventi dei Centri per la Vita, i quali tra parentesi offrono anche degli aiuti economici oltre che psicologici, sono stati evitati più di 85 mila aborti. Ha voluto sottolineare con forza che lui non usa mai la parola “omicidio” nei confronti di chi abortisce ed è sempre stato comprensivo, ma ha ribadito che, secondo lui, la donna non è libera quando abortisce, ma abortisce perché non è libera; diventa libera se le si dà la possibilità concreta di non abortire, il quale non deve essere un obbligo, deve essere soltanto un’offerta, un atto di solidarietà che, dal suo punto di vista, è stato sempre ben accetto da parte di tutte le donne.
Facciamo qualche piccola riflessione: direi che l’unico merito che ha avuto Ferrara per questa sua proposta di moratoria, è stato proprio quello dell’apertura di un dibattito profondo con scambi di pensiero su di un dramma umano, perché è proprio questo l’aborto, un vero evento drammatico che colpisce e segna le coscienze di chi ha avuto modo di affrontarlo. Aumentare la conoscenza e la responsabilità, soprattutto del sesso maschile, riguardo alla prevenzione è senza dubbio un fatto positivo. Infatti non ci sono dubbi, occorre aumentare il livello di delle misure preventive per il corretto utilizzo delle pratiche anticoncezionali, dato che una parte significativa delle interruzioni avviene per gravidanze non volute.
La legge 194, nei suoi principi fondamentali, non sarebbe una legge abortiva in quanto si basa sul fondamento che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e promuove la cultura della prevenzione. Guardando i freddi dati, inoltre, bisogna dire che questa legge ha funzionato discretamente dato che il numero degli aborti, dagli anni ’80 ad oggi, è diminuito drasticamente. Ma il problema è che piuttosto la componente principale della legge, la prevenzione e l’educazione sessuale, con la conseguente attivazione dei servizi socio-sanitari, non è stata applicata come previsto.
Poi vi sono i casi legati alla povertà, soprattutto tra gli immigrati, in cui, pur desiderando un figlio, non avendo mezzi economici ci si trova in mezzo a quella scelta. E’ evidente che occorrerebbero nuove misure sociali che tengano conto anche di quella parte di popolazione che oggi, nel nostro Paese ancora non può permettersi di avere un altro bambino. Quindi misure sostanziali, e non una tantum a favore della famiglia.
E’ quindi importante ridurre le interruzioni di gravidanza, è un obiettivo che credo accomuna tutti, cattolici e non.
Però non è con la moratoria che ottiene tutto questo. Mi spiego: la proposta di Ferrara andrebbe benissimo per tutti quei paesi, come la Cina, dove si pratica un aborto legalizzato dal fatto che ogni famiglia, per legge dello stato, può avere un solo figlio. In Cina, ad esempio, lo squilibrio di nascite tra maschi e femmine è veramente impressionante.
Ma, nel caso dell’Italia, come ha detto anche Umberto Veronesi in un suo articolo su Repubblica, sono soprattutto l’informazione e l’educazione che impediscono che accada un aborto. La repressione, come vorrebbe Ferrara, condurrebbe ad un male ancora più grande: la clandestinità delle pratiche abortive a svantaggio dei più poveri e dei più deboli. L’intervento sulle cause che sono all’origine di ogni male, conduce alla via giusta: impedire ciò che accada.
In conclusione, la libertà della donna è la libertà di essere madre. L’aborto non è certamente un diritto, né una conquista, ma un dramma profondo e serio che solo una donna può capire, è assurdo per questo colpevolizzarla ed accusarla di omicidio. Spesso la donna è lasciata sola di fronte ad una scelta lancinante che conduce ad un trauma che lascia segni indelebili per anni.
Per questo la donna non deve essere colpevolizzata, ma aiutata a ricostruire quello che in lei si è smarrito ….
Un saluto a tutti
Vito
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