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Dovere o piacere?


Sembra diventato impercettibile il confine esistente tra queste due realtà assolutamente differenti. Faccio fatica a credere che sia così.Ma quando mi trovo a parlare tra amici del tempo e dello spazio che sarebbe giusto riservare al proprio piacere (tra un dovere e l'altro) mi sento di frequente rispondere che l'unica ancora di salvezza possibile è rappresentata dal farsi piacere i doveri.Perchè pensare di potersi dedicare concretamente al proprio piacere, oggi come oggi, equivale a follia pura.Peggio di questa tesi ne ho sentita solo un'altra. Che sostiene sia diventato praticamente impossibile anche il solo arrivare a comprendere in cosa consista esattamente la felicità.Esco devastata da questi discorsi. Mi arriva male sopratutto la rassegnazione con cui vengono esposte queste teorie.Da quando ho iniziato a prestare la dovuta attenzione a me stessa, da quando ho capito che era diventato urgente realizzare un cambiamento radicale della mia vita, ho scelto di seguire dei percorsi di crescita personale che mi hanno aiutata tantissimo a recuperare il necessario equilibrio e mi hanno spinta a voler rivedere i vari ambiti della mia vita affinché nulla più fosse lasciato al caso ed i vari settori della mia esistenza venissero piuttosto orientati in una direzione - finalmente - scelta da me. In base ai miei valori ed agli obiettivi che intendo raggiungere.Se mi chiedi cos'è la felicità, ti rispondo: "Uno stato mentale". Non potrei mai accettare l'idea di vederla coincidere con rari eventi eclatanti in grado di farmela toccare con mano.Piuttosto ritengo che sia un punto di partenza. Uno stato d'animo spinto dalla gratitudine ad innalzarsi verso la gioia interiore. Che va protetta dagli attacchi esterni. Ed alla quale va dedicata la giusta attenzione.Se sono felice, mi riscopro più tollerante nei confronti degli altri. Ho più energie nell'affrontare la mia quotidianità. Sto ben attenta ad evitare i contatti con chi potrebbe, senza troppi problemi, arrivare a cancellarmela.Nella gestione delle mie giornate i doveri sono tanti. Se ti dicessi che combinare due lavori, crescere una figlia, occuparsi della famiglia e di una casa, da sola, è una passeggiata, faresti bene a non credermi.E in effetti è faticoso, tanto. Ma quando pianifico le varie cose da fare, procedo sempre nel pieno rispetto di tempi e spazi riservati esclusivamente a me stessa.E se ti dovessi elencare quali sono i miei piaceri, non avrei certo problemi a dirti: stare a contatto con la natura, leggere, scrivere, trascorrere del tempo con le persone a cui voglio bene, fare meditazione, occuparmi delle piante, cucinare... potrei continuare ancora ma rischierei di annoiarti.Persino il mio lavoro ruota attorno alle mie passioni. Come potrei essere d'accordo con quanto descritto in apertura? Davvero ci son persone che hanno scelto di vivere in quel modo? Vale così poco la loro felicità?