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Le 3 trappole in cui non devi cadere


Le relazioni andrebbero vissute mantenendo sempre acceso l'entusiasmo dei primi tempi, quando tutto sembra magico, quando si ha il cuore grato per aver ricevuto inaspettatamente in dono l'amore, quando anche il semplice pensare al partner suscita gioia e letizia.Succede però che col tempo questo incanto vada sfumando. Come se la relazione assumesse tutt'altra connotazione. Si cambia prospettiva: il partner sta lì, è un dato oggettivo. Come un paio di scarpe che dalla vetrina di un negozio in centro ci attraevano pazzamente ma una volta portate a casa e riposte nella scarpiera, son diventate uguali alle altre.Tutto questo può portare conseguenze catastrofiche e ci sono pure 3 pericolosissime trappole in cui non devi assolutamente cadere se vuoi preservare la tua vita di coppia.1) La trappola della maestrina. Dopo i primi mesi di relazione felice e spensierata chi cade vittima di questa trappola inizia a vedere le cose in modo diverso. Il partner sembra non riuscire a farne più una giusta e ci si sente in dovere di rimproverarlo ogni 3 per 2 come si farebbe con un bambino fastidioso e pasticcione che si mal sopporta. Nessuno di noi è esente da aspetti spigolosi nel carattere. Il punto però è un altro: nella vita di coppia ci si deve sentire liberi di poter esprimere se stessi. Senza temere giudizi e condanne. Se ti accorgi di essere infastidita da diversi suoi atteggiamenti, fermati a pensare: le cose stanno davvero così? O sto semplicemente dando per scontata la relazione ed iniziando ad allargare gli orizzonti alla ricerca di qualcosa di meglio?2) La trappola del tiro a segno. Chi ne cade vittima ha la tendenza a sferrare colpi bassi al partner. Gli fa notare che è ingrassato, che sta perdendo i capelli, che si sta impigrendo, che sta invecchiando... Fino ad arrivare anche ad offese pesantissime che fanno emergere un profondo e pungente disprezzo. Ovviamente son pretesti che nascondono ben altro dietro. Essere differenti in coppia dovrebbe costituire un punto di forza. Abbiamo già detto più volte che l'integrazione è la carta vincente: unire le diversità, confrontarle, completarle, senza inutili bracci di ferro finalizzati a decretare un vincitore ed un perdente, non solo non mette a rischio la relazione ma addirittura la consolida e la rafforza nel tempo. E poi tieni a mente un'altra cosa: mentre tu lo critichi come fosse una collezione completa di difetti umani, potrebbe imbattersi in un'altra persona che cogliendone i pregi gli manifesti approvazione: come andrebbe a finire?3) La trappola del girovago. Chi ne cade vittima tende, sempre dopo i primi tempi, ad allontanare il partner. Se agli inizi amava stargli sempre vicino vicino, ora ogni pretesto è buono per toglierselo di torno: lo sollecita a sbrigare tutte le commissioni possibili fuori di casa, lo incoraggia continuamente ad andare a trovare la madre, la sorella e la nonna... Lo esorta ad organizzarsi con gli amici... Tutto va bene, insomma, pur di vederlo scomparire all'orizzonte, quasi la vita di coppia stesse facendo mancare l'aria. Passare dalla condizione di single a quella di impegnato necessita inevitabilmente di pazienza. Perchè occorre far posto al partner, rivedere la propria vita, le proprie abitudini, per creare nuovi equilibri. Ma è una cosa bellissima! Se vissuta con entusiasmo. Se invece il tempo rivela che non si è più pronti a condividere i propri spazi con un'altra persona, è bene fermarsi a riflettere: sull'importanza della relazione, sulla voglia avere accanto il partner, sul senso stesso dello stare insieme.Trova sempre il tempo necessario a metterti in ascolto della tua felicità. Poi interroga quella del partner. E tira le somme. Tutto quel che non va può sempre essere corretto. Ma si deve essere in due a volerlo.