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Ma anche no…


Quante cose nella nostra vita accadono automaticamente? Prova a pensare alle dinamiche familiari: quante incombenze son delegate a te senza che nessuno si crei il benchè minimo problema? Quante responsabilità che, nella realtà dei fatti, toccano più persone, alla fine vengono generosamente considerate una tua esclusiva?Spesso la musica non cambia neppure spostando l'attenzione dall'ambito familiare a quello lavorativo. Quanti compiti che non sono prettamente tuoi, finisci con lo svolgere sempre, come se appartenessero soltanto a te?La verità è che mentre siamo distratti c'è spesso qualcuno più sveglio di noi che riesce a creare situazioni ed equilibri di cui restiamo per parecchio tempo inconsapevoli. Finchè un bel giorno non apriamo gli occhi e ci ritroviamo a constatare di aver fatto un po' la fine del povero criceto che corre, corre, corre nella ruota ma non arriva mai...Le nostre giornate appaiono interminabili, ci tocca relazionarci con infinite liste di attività da depennare da un elenco che, magicamente, il giorno dopo si ricompone, e per quanto ci affanniamo, non riusciamo a raggiungere nessuna delle piccole o grandi mete che ci siamo prefissati.Se ti ritrovi nello scenario che ho appena descritto, non disperare: il cambiamento è sempre possibile. Logicamente può nascere solo dalla consapevolezza. Quindi, se sei convinto che, nonostante tutto, una vita portata avanti col pilota automatico sia normale, il discorso cambia... la tua situazione no (perché considerare "normale" qualsiasi realtà ci induce a credere che, tutto sommato, vada bene così).Ma se ritieni che un cambiamento sia necessario, se sei stufo di ritrovarti costantemente incastrato nelle decisioni prese dagli altri e delegate a te, puoi correggere il tiro abbastanza facilmente. Ti basteranno tre semplicissime parole, da tenere sempre a portata di mano e da tirare fuori all'occorrenza: ma anche no!"Puoi andare tu a fare la spesa domani?""Puoi fare, tanto che ti trovi, anche le mie fotocopie?""Puoi buttare la spazzatura?"Ma anche no! Il problema non è la singola azione che ci viene chiesto di svolgere. Ma la somma delle incombenze che finiscono col farci perdere troppo tempo. E non sta scritto da nessuna parte che questi compiti non si possano svolgere a rotazione. Il nostro tempo vale forse meno di quello degli altri?Certo gli obiettivi che noi abbiamo in mente di raggiungere stanno a cuore più a noi che a loro... Spesso persino le persone che ci vivono accanto non arrivano a comprendere le nostre priorità. Questo non vuol dire nulla, comunque. E' sufficiente che le comprendiamo noi.E potremmo estendere ulteriormente il discorso. Ponendoci delle semplicissime domande:- Abbiamo il tempo necessario a svolgere attività che ci ricarichino?- Nelle nostre giornate ci sono delle pause che ci consentano di rilassarci?- A fronte della lunghissima lista di DOVERI di cui parlavamo prima, ne esiste un'altra relativa ai PIACERI?Se ti ritrovi spesso con la sensazione di portare sulle tue spalle il peso del mondo, se ti accorgi che lentamente ma inesorabilmente ti stai spegnendo, se passivamente ti trascini lungo giornate tristemente uguali in cui esegui gli ordini come un efficiente soldato e non c'è spazio per altro, corri ai ripari. Ti bastano tre parole. Da dire quando ti verrà chiesto di farti carico dell'ennesima incombenza, così come quando deciderai che è tempo di far ruotare (in ambito familiare o lavorativo) quei compiti che in automatico svolgi tu da troppo.Meritiamo di gestire al meglio il nostro tempo tanto quanto ne hanno diritto gli altri. E quando qualcosa non va come dovrebbe, agire per cambiare. Anche questo è amore. E lo dobbiamo a noi stessi.