Creato da Sinestesia86 il 22/10/2006

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...perchè alla fine torno sempre nei luoghi che ho amato...

 

Empatia

Post n°351 pubblicato il 30 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

Da wikipedia:
L'empatia è la capacità di comprendere cosa un'altra persona sta provando.

Ieri sera ho avuto l'ennesima conferma che non avrei mai potuto svolgere un lavoro di infermiera, medico, psicologo e via dicendo..
Non riesco a stare a fianco di chi soffre senza farmene carico.
Sono tornata a casa e ho trovato mia cugina in lacrime perchè aveva fatto un incidente con la macchina finendo in un burrone.
Non si è fatta assolutamente niente, le è andata benissimo.
Però era ovviamente sconvolta dall'esperienza, arrabbiata per aver spaccato la macchina e per il testa di cazzo (scusate il francesismo) che nemmeno si è fermato. E qui aprirei una parentesi.
Il tizio era su un viale di prostitute e trans che mia cugina deve attraversare per tornare da lavoro, visto che andava alla velocità di una lumaca rallentata per guardarsi tutta la mercanzia esposta lei si era decisa a superarlo. Gli ha sfanalato, ha messo la freccia ed ha iniziato il sorpasso.
Lui,  visto l'afflusso del sangue alle parti basse anzichè al cervello, probabilmente nemmeno ha guardato lo specchietto ed ha deciso che voleva fare inversione lì. Insomma mia cugina per non prenderlo in pieno è finita di sotto.
Tu vedi una macchina che finisce di sotto e non ti fermi??
Riesci ad andare a casa e cenare senza sapere se quella persona si sia fatta del male??
La macchina è scomparsa di sotto dalla strada, se lei si fosse fatta veramente male o peggio ancora fosse morta, nessuno l'avrebbe vista passando. Ci rendiamo conto??
Chiudiamo la parentesi.
Morale della favola sono stata malissimo tutta la sera.
Non riesco a non mettermi nei panni di chi sta male, a non avere il desiderio di togliergli un po' della sofferenza che prova, a sapere di non poter far niente di materiale per migliorare la situazione.
Alle mie sofferenze sono abituata, ma non fate soffrire chi sta intorno a me. Divento una iena se qualcuno gli ha fatto del male.
E provo parte di quel dolore sulla mia pelle, come se fossi collegata a loro da un filo sottile ed invisibile di emozioni.
Qualcuno dice che è un grandissimo pregio, una cosa favolosa.
Io ritengo che spesso sia un difetto.
Non aiuti chi sta male soffrendo a tua volta.
Puoi mostrare ottimismo e reattività, ma se stai provando un po' di quel dolore di chi hai intorno non sarai mai completamente d'aiuto.
Ogni tanto ci vorrebbe un po' di sana mente lucida e freddezza.
La giusta misura di ogni parte.

 
 
 

Mi tolgo un sassolino dalla scarpa

Post n°350 pubblicato il 29 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

Sono sempre stata troppo buona.
Faccio fatica a dire di no, a rassegnarmi all'idea che anche io a volte posso sbagliare. Devo fare sempre tutto bene, ho bisogno di non deludere, di dare sempre il 100%.
Ed un essere umano questo non può farlo, è ovvio.
Eppure la persona a cui faccio più male al momento che commetto il più piccolo degli errori verso qualcuno sono io.
Così finisco sempre per misurare gli altri su me stessa, rimango male di alcuni atteggiamenti perchè so che io non sarei stata capace di compierli. Mille volte ho provato ad impormi quello che una persona mi ha detto: "se dai sempre 100 alla prima volta che darai 95 ti chiameranno stronza. Impara a dare il 70 e la volta che darai 80 ti osanneranno come un Dio". Cazzo quanto aveva ragione.
Continuo a ripetermelo ma non imparo mai.
Anche perchè dò 100 da sempre e difficilmente si torna indietro.
Più vado avanti e più mi rendo conto che sono veramente poche le persone su cui posso contare PER TUTTO.
Sono poche e a loro dò tutto il mio affetto incondizionato, perchè non potrei chiedere di più. In alcune amicizie riesci a condividere soltanto alcuni aspetti, alcuni lati del tuo carattere, semplicemente perchè ti accorgi che magari non hanno la forza o l'intelligenza di saper prendere anche ciò che non comprendono.
In altre, quelle poche che citavo, sai di poter essere te stessa in ogni cosa, di poter dimostrare le tue debolezze.
Ho la tendenza a considerare "amiche" tutte le persone che vivono con me un pezzo importante della mia vita. Eppure spesso mi trovo a dover fare i conti con un po' di opportunismo.
Nella musica, ad esempio, tutti coloro che ti stanno intorno e vogliono accompagnare il tuo percorso artistico, ti accorgi pian piano che lo fanno per un ritorno economico, per un ritorno d'immagine, per trarne la riflessione "se ce l'ha fatta è grazie a me".
Beh, a tutte queste persone oggi vorrei dedicare il mio sincero VAFFANCULO. Perchè capiscano che tutto quello che ho fatto, fino ad oggi, lo devo a me stessa e alla mia volontà.
Nessuno di loro mi ha dato la formula magica per fare ciò che faccio.
Nessuno di loro è artefice del mio destino.

 
 
 

Domande senza risposte

Post n°349 pubblicato il 28 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

Sono giorni strani questi.
Giorni in cui vorrei conferme e trovo incertezze, giorni in cui mi guardo allo specchio e mi prenderei a schiaffi, giorni in cui vorrei tanto l'equilibrio.
Niente di particolare di cui lamentarmi, forse sono soltanto metereopatica.
Con la fine dell'estate mi rattristo con facilità, non amo l'autunno e men che mai l'inverno. Ci convivo come si deve fare con le cose su cui non si ha potere, ma se potessi emigrerei in uno di quei paesi caldi dove la temperatura minima difficilmente scende sotto ai 18°. Che ci posso fare, odio vestirmi a cipolla, odio dovermi vestire e spogliare seicento volte al giorno, odio il raffreddore e il naso congelato, odio perdere la sensibilità alle mani o insacchettarle dentro a dei guanti rigidi.Fisicamente tollero bene il caldo e amo le giornate lunghe, i tramonti rossi e il mare.
Ma ho divagato. Non era esattamente di questo che volevo parlare.
Dicevo che sono giorni strani...
Principalmente perchè in questo momento non riesco a stabilire bene cosa mi accadrà da qui ad una settimana. Sono una persona a cui piace tenere bene in mano la sua vita, non riesco ad attendere gli imprevisti senza farmi domande su domande, non riesco a guardare al futuro senza farmi delle aspettative, dei sogni, dei progetti.
Questo spesso e volentieri mi rovina l'esistenza, lo ha fatto di frequente in passato.Chi non si aspetta niente, nè in positivo nè in negativo, prende ciò che arriva con più leggerezza perchè non si è chiesto cosa si sarebbe trovato di fronte.
Io invece tormento il mio cervello di domande e di supposizioni inutili, che non possono trovare risposta, ed è sempre letteralmente impossibile che una qualunque delle mie aspettative vada a sovrapporsi perfettamente con la realtà.
Ci sono troppe variabili in ogni situazione, non si possono programmare.Ma nonostante me lo ripeta da anni e anni continuo imperterrita nello stesso errore. Batto la testa nello stesso spigolo da quando ero bambina, eppure non si è ancora smussato.
Lo so, se fosse possibile prevedere ogni particolare del proprio futuro sarebbe una noia mortale. Addio sorprese, addio novità, addio gioie e dolori. Eppure quella parte di me che sogna il futuro e lo crea come vorrebbe o lo distorce nella paura che diventi un incubo sembra non volersene andare. La vocina che pone domande continua a parlare senza mai tacere.
Proverò a tapparle la bocca per l'ennesima volta.
Prima o poi ci riuscirò.

 
 
 

Scelte inaspettate

Post n°348 pubblicato il 27 Settembre 2010 da Sinestesia86
 

Il mio sesto senso me lo diceva che sarebbe andata così.
Sabato mattina sono andata nel primo negozio a fare la prova degli abiti da sposa. Era stato l'unico a dirmi che aveva già disponibili tutte le collezioni del 2011 ed è anche il rivenditore a cui tutti quelli della zona, ultimamente, si stanno affidando.
Ero emozionata, lo ammetto.
Al primo abito che ho provato non sapevo se piangere o ridere.
Mi faceva effetto vedere riflessa negli specchi quell'immagine di me un po' principesca, con gale e strascichi, ero emozionata.
Mia madre e la mia testimone osservavano ogni cambio d'abito e lo commentavano più o meno positivamente.
Man mano che la commessa me ne portava altri la bellezza continuava ad aumentare, la mia indecisione saliva vertiginosamente.
Poi è arrivato lui. All'improvviso. E l'espressione di tutti (me compresa) è mutata. Sembrava fatto apposta per me!
Gli altri due abiti su cui ero indecisa, bellissimi, all'improvviso mi sembravano meno adatti a me, troppo seri e da donna adulta.
Quello invece aveva scatenato l'amore a prima vista, era l'abito che solo io avrei potuto indossare, con la mia personalità e la mia giovane età.
La cosa mi ha abbastanza sconvolta, vi dico la verità.
In primis perchè è esattamente l'opposto del prototipo di vestito che ho sempre detto di volere per il mio matrimonio. Non è diverso soltanto, è veramente il contrario.
Questo a riprova del fatto che finchè non li indossi non puoi veramente sapere cosa ti vedrai bene indosso.
La commessa ha iniziato a chiamare tutto il personale "venite a vedere questa ragazzaaa" e io sono diventata di 180 colori.
La stanza era colma di persone che mi facevano complimenti, ed io ero imbarazzata e onorata allo stesso tempo.
Il prezzo, dopo una lunga contrattazione, è arrivato al giusto livello, mia madre era convinta. Ed io pure.
Signori e signore HABEMUS VESTITO!
Un po' mi dispiace, sono sincera.
Fermarsi al primo negozio è limitante, mi aspettavo di provare centinaia di abiti prima della scelta. Ma il rischio di tornare e vederlo già venduto (visto che possono venderne uno soltanto in tutta la zona) era troppo alto e dopo mi sarei veramente mangiata le mani.
Non credo avrei potuto trovare di meglio, a limite avrei visto qualcosa di altrettanto bello. Sarebbe scattata l'indecisione.
Chissà...
Fatto sta che la corsa alla ricerca del mio abito da sposa è terminata quasi prima che iniziasse. E chi se l'aspettava?

 
 
 

Le coincidenze della vita

Post n°347 pubblicato il 24 Settembre 2010 da Sinestesia86
 

Ieri sera, parlando con Lotus86, mi è tornato in mente un ricordo che vale la pena rievocare pubblicamente! :)
Come molti dei mie vecchi amici sapranno, mi sono laureata in Media&Giornalismo lo scorso anno. I miei tre anni di corso li ho passati sempre al fianco di due grandi amiche incontrate proprio in facoltà. Con loro trascorrevo giornate intere e l'affetto che ci legava era fortissimo (come lo è oggi)!
Affettuosamente ci siamo sempre chiamate "capra" e "pecora".
Non chiedetemi perchè, so che al primo sguardo sembrerebbe una sorta di offesa, ma per noi era come chiamarci "amore" e "tesoro".
Non vi dico come ci guardava la gente quando ci scopriva a chiamarci così :D

Ma passiamo oltre.
Al terzo anno apparve nelle classi delle lezioni che seguivamo uno strano individuo. Si sedeva sempre nei banchi di fronte o dietro a noi e cominciava a fissarci ininterrottamente per tutta la durata della lezione. Una cosa a dir poco inquietante.
Dopo i primi giorni adottammo la strategia dell'offesa a voce alta!
Ogni volta che lo beccavamo a fissarci cominciavamo a dire fra di noi con toni elevati "certo oh, io la gente che fissa proprio non la sopporto" "eh c'hai ragione, è proprio maleducata" "sarebbe da denunciarli". A quel punto la storia ebbe un'evoluzione.
Il soggetto in questione continuava a fissarci, ma sbirciandoci da dietro un giornale con aria distratta e fingendo indifferenza quando lo beccavamo in fragrante!
Ebbene cominciate a tenervi forte.
Un giorno qualunque, in una delle lezioni in questione, il professore riportò delle prove intermedie corrette e le riconsegnò chiamando per nome ogni alunno.
Al cognome "Pastore" l'individuo losco e maniaco si alzò in piedi e andò a recuperare il suo compito.
Noi tre eravamo piegate sotto al banco in preda alle convulsioni!
Esclamai all'istante "Bimbe per forza ci fissava!!! Il pastore c'aveva da controllare il gregge"! Una cosa da morire, se il prof non ci ha sbattute fuori è stato solo perchè eravamo prontamente nascoste tra le ultime file!!!!

Un anno dopo.
Me ne vado tranquilla al cinema col mio fidanzato e mentre passo tra le locandine delle nuove uscite i miei occhi si posano su un titolo strabiliante: "L'uomo che fissa le capre".
Se avessi potuto gettarmi a terra e rotolare ridendo lo avrei fatto.
Mi ha contenuta soltanto il mio senso del pudore.
Era uscita la biografia di Pastore al cinemaaaa!!!
Ovviamente inviai all'istante un mms alle mie compagne, certe coincidenze sono veramente degne delle migliori barzellette!!

 
 
 

Quando una chiamata scombussola l'equilibrio

Post n°346 pubblicato il 23 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

Crisi nera ragazzi. Crisi nera.
Niente di grave, intendiamoci.
Ieri avevo allegramente (si fa per dire) tamponato una ford mentre andavo a fare una visita. Felicità a palate, ovviamente.
Però la macchina ha un danno minuscolo, nemmeno si vede a colpo d'occhio, perchè ero in fila e la botta è stata veramente di piccole dimensioni. Credevo che il mio periodo di colpi di scena potesse concludersi in questo modo, invece non è finita là.
Invece di arrivare al dunque di questo post sono costretta a fare un salto indietro per farvi capire il tutto.
Lo scorso anno, esattamente in questi giorni, avevo appena trovato il lavoro famoso di cui vi ho parlato e lo stesso giorno in cui ero entrata in ditta avevo ricevuto la telefonata di un noto talent televisivo che mi convocava alla seconda selezione davanti ai giudici.
Fu una cosa inaspettata per noi due (io e la mia compare, gruppo vocale) in quanto avevamo passato il primo provino a giugno ma poi per una serie di peripezie e provini annullati a causa dell'assenza di un giudice, era svanito ogni contatto con la redazione.
Ebbene per farla breve partimmo alla volta di Milano, in uno studio piccolo (ma che in tv sembra enorme) con le gambe tremanti, davanti a Mara Maionchi, Neffa e Gaudi.
Non posso e non voglio descrivervi l'emozione, sarebbe banalizzata.
Ma solo cantare sul palco della Capannina davanti a 4000 persone ha eguagliato la sensazione che ho provato quel giorno.
Così per scherzo e per gioco da 18 gruppi diventammo 8 e poi 2.
Noi e un altro gruppo di ragazzi.
Che esperienza! Passate con 3 si ad entrambi i turni eravamo sedute su quel divanetto davanti ai nostri giudici che dovevano scegliere chi portare in puntata. Noi o loro.
La scelta fu "loro" :)
Ma GIURO venimmo via col sorriso in faccia. Una giornata favolosa, un sacco di gente conosciuta, un'esperienza nuova, tanti bei complimenti ed incoraggiamenti, la parola di Mara "ci rivedremo".
Quest'anno siamo state ricontattate dalla redazione.
I provini a giugno sono andati bene eppure non siamo mai state convocate per gli altri casting. All'inizio ci siamo chieste il perchè, visto il loro dimostrato interesse per noi. Ma ad un certo punto è passato il momento.
Abbiamo la nostra bella esperienza in un'accademia importante, abbiamo le nostre mille serate, abbiamo molte cose di fronte e questo ci assorbiva completamente cuore e mente.
Ed oggi è squillato il telefono.
Ma stavolta, ve lo assicuro, questa chiamata avrei preferito non riceverla. Li ho maledetti in 800 lingue, ho detto uno sproposito di parolacce non appena ho riagganciato. Mia mamma voleva chiamare un esorcista.
Addio equilibrio, ci si rimette in ballo?

 
 
 

Diverse prospettive

Post n°345 pubblicato il 22 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

E' proprio vero.
Ogni cosa assume un significato diverso a seconda della prospettiva da cui la osserviamo.
Il tempo cambia il nostro atteggiamento, la nostra visuale e gioca strani scherzi.
Ho lavorato per 6 mesi in un'azienda che ho odiato con tutto il cuore. L'ho odiata vivendoci dentro, sopportando cose che non avrei dovuto lontanamente subire.
Ero entrata come segretaria, ma in realtà oltre a rispondere al telefono ed occuparmi del front office sono stata impiegata in mille altre mansioni e addetta alla vendita in fiera a Milano. Non avevo mai fatto niente del genere, non avevo mai avuto un impiego vero e proprio, ero laureata da qualche mese e avevo tutto da imparare.
Beh questo era stimolante.
Mi piaceva rendermi utile, mi piaceva essere colma di cose da fare ed odiavo i momenti morti, quelli in cui giravo su facebook o chattavo con le amiche aspettando l'ora di uscire.
Non era il lavoro che avrei voluto fare tutta la vita, avevo altre prospettive certo, eppure un contratto di apprendistato mi rendeva potenzialmente tranquilla e in un momento di crisi come quello in corso da un po' era una vera manna dal cielo avere un posto fisso.
Vi starete chiedendo dov'era il problema.
Beh il problema aveva un nome e un cognome, quello del titolare. Mi ha reso la vita impossibile in ogni modo, coi suoi doppi sensi a sfondo sessuale, con le sue mani allungate, con il suo metterti sempre a disagio davanti agli altri, con il suo umiliarti pubblicamente, con la sua odiosa calata e con le sue pretese assurde, con le sgridate insensate, con il suo trattarmi come se non servissi a niente.
Ho imparato cosa significasse odiare "grazie" a lui.
La cosa paradossale è che mi rendevo conto che aveva bisogno di me, che mi dava responsabilità grandi e che in fondo, forse, mi stimava pure. Ma nonostante questo la situazione rimaneva la stessa.
Ho iniziato a non dormire la notte, ad avere incubi e svegliarmi fradicia al mattino all'idea di andare a lavoro.
Ho iniziato ad avere vomito frequente, a stare male.
E alla fine, dopo l'ultima umiliazione e dopo le mani allungate un po' troppo, me ne sono andata.
Volevo denunciarlo e non ho potuto, scoraggiata dai sindacati che mi hanno detto "tanto a rimetterci sei solo tu", fuggita senza dare opportune spiegazioni ai colleghi con cui mi trovavo da Dio.
Subito dopo il mio licenziamento la mia salute è tornata in carreggiata. Ma sono disoccupata da 6 mesi.
E oggi, sembra assurdo, ma quel posto di lavoro forse mi manca.
Ora che avrei bisogno di stabilità, ora che tutti i miei ex colleghi mi dicono che manco a tutti, che quella nuova è odiosa, che il mio nome riecheggia nei corridoi ogni giorno.
Ogni cosa appare diversa vista da un'altra angolazione.
Anche se so di aver fatto la scelta giusta.
Questa è l'Italia. Subisci, ti licenzi e rimani pure disoccupata.
E lui? E' al suo posto a fare la vita da nababbo, impunito.

 
 
 

Wow mi sposo!

Post n°344 pubblicato il 21 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

Mi sposo.
Mi sembra quasi incredibile, una di quelle barzellette che ti lasciano a bocca aperta per poi scoppiare a ridere. Eppure è vero!
Ormai la data è fissata al 28 di Maggio già dallo scorso giugno, eppure continua a farmi effetto pensarci!
Ho atteso per molto tempo che i progetti campati in aria diventassero concreti, che potessimo finalmente scrivere la parola INIZIO alla nostra vita insieme...e dopo quasi 9 anni uno al fianco dell'altra è arrivato anche il mio momento!
Nei giorni successivi alla proposta ufficiale e alla prenotazione di Chiesa e ristorante mi sono chiesta "e ora?".
Fa un effetto strano pensare che si sta andando realmente incontro ad un passo così importante, è una di quelle scelte da adulti ed io adulta lo ero già a 15 anni nei pensieri e nei comportamenti, ma nonostante tutto continuo a guardarmi allo specchio e vedermi bambina.
Ci sono veramente una marea di cose da fare e noi siamo ancora fermi e storditi, da dove si comincia? :)
Ci siamo limitati a prenotare ristorante, chiesa, fotografo ed animatore. E tutto il resto?
La casa ci sarebbe se il costruttore di sta ceppa si decidesse a finirla (storia lunga e spiacevole -_-") ma manca comunque l'arredamento.
Poi ci sono le bomboniere, il vestito, le partecipazioni, il corso prematrimoniale, l'estetista, la parrucchiera... e forse mille altri particolari che ora la mia testolina nemmeno elabora!
Le reazioni più comuni che ho ottenuto, fino ad oggi, sono state"oddioooo ma sei giovane, sei matta??" oppure "chi te lo fa fare di sposarti?" o ancora "e la tua carriera? perchè sposarti a 24 anni?".
A tutte queste persone vorrei rispondere: FATEVI I CAZZACCI VOSTRI!
Sono felice, giovane e piena di voglia di fare...
Certa del mio amore che mi lega a lui da ormai tanti anni, vogliosa di vivere sotto lo stesso tetto, sicura che sposarsi giovani sia meglio che attendere le grinze solo per fare le donne in carriera.
La mia dolce metà ha sempre approvato e seguito le mie passioni, non le ha mai frenate in alcun modo e vivere sotto lo stesso tetto non escluderà la musica dalla mia vita.
Credo che dovrebbero farsi un esame di coscienza tutte quelle coppie che stanno fidanzate per decenni senza aver voglia di condividere la quotidianeità!
Viene tutto con una tale spontaneità che non avrete bisogno di chiedervi quando sarà il momento giusto, lo saprete e basta!

Aspetto quel giorno con la tremarella, con l'emozione di chi corona il sogno di formare la sua famiglia, con la consapevolezza che ho avuto la grandissima fortuna di trovare l'uomo della MIA vita..

 
 
 

Sorprese nascoste in un porta cd!

Post n°343 pubblicato il 20 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

Adoro ritrovare le cose che non credevo più di avere.
Mi capita abbastanza di frequente in realtà, eppure ogni volta è un'emozione sempre nuova.
Sei lì che rovisti per cercare qualcosa di specifico ed invece ti imbatti in tutt'altro, in un vecchio ricordo che pensavi di aver perso, in parti della memoria che credevi di aver smarrito.
Che fantastica sensazione!!
Ed è stupendo proprio perchè ridi di cose che un tempo ti facevano piangere, rivivi emozioni che credevi lontane, ti senti improvvisamente più piccolo, torni indietro nel tempo e, cazzarola, provi un sacco di nostalgia!
Ma come faccio ad invecchiare? Aiuto, non sono pronta!!!
Sono un'eterna romanticona, non riesco a distaccarmi dai ricordi!
Ed oggi cercando un dvd di un film sapete cos'ho trovato??
Un cd di inediti e cover registrato col mio storico gruppo quando avevo più o meno 18 anni! Che bellezza!!
E' proprio vero che il valore di determinate cose si comprende solamente guardato a distanza, con distacco e mente fredda!!
Il bello è che questo cd non aveva alcun appunto segnato sopra, così l'ho infilato nel lettore completamente ignara di cosa c'avrei trovato! Le prime note che hanno riecheggiato nella stanza erano della chitarra di Anouk, "Nobody's wife"...c'ho messo almeno 40 secondi a rendermi conto che ero io che la cantavo!!!!
FAVOLOSO!!!
Mi sono letteralmente distrutta di risate a risentire determinati errori grammaticali dei miei testi inglesi, le piccole imprecisioni vocali, il timbro che cominciava ad avere una sua identità, la grinta che usciva con una forza degna di ogni adolescente e l'enorme passione per quel gruppo che era diventato come una famiglia per me!

Consiglio a tutti di rovistare un po' tra cassetti e armadi, c'è un mondo segreto nascosto pronto a mettervi il sorriso sulle labbra anche in questi lunedì di inizio autunno tendenzialmente tristi :D

 
 
 

Mi serve un'altra vita!

Post n°342 pubblicato il 17 Settembre 2010 da Sinestesia86
 
Foto di Sinestesia86

Più vado avanti e più mi rendo conto che mi piacciono talmente tante cose che avrei bisogno di un'altra vita per riuscire a fare tutto.
Due sono stati i problemi principali che mi hanno portato a questa situazione: aver paura di chiedere ed avere consapevolezza reale di ciò che volevo quando ero già troppo grande.

Mi spiego meglio.
Conosco molte persone che in tenera età proclamavano con convinzione "da grande voglio fare il pompiere".
Chi di noi, in fondo, non ha avuto la propria professione del cuore da bambino?
Eppure nel mio caso le cose mutavano. A 6 anni volevo fare la spazzina (grandi aspirazioni, lo so), a 8 la cantante, a 10 la ballerina, a 11 l'attrice e a 13 di nuovo la cantante, a 16 l'interprete, a 19 la scrittrice.
Insomma, per farla breve ho sempre avuto così tante passioni che mi era difficile riuscire a stabilire quale fosse la strada migliore da intraprendere. Per altri, invece, non è stato così.
Alle elementari volevano fare i pompieri e oggi lo sono davvero! Volevano diventare medici e hanno studiato per esserlo.
Io invece ero (e per certi versi lo sono ancora) un'eterna indecisa.
Molta della mia indecisione veniva dal mio carattere che cerca costantemente di ottenere il consenso altrui, soprattutto in famiglia. I miei genitori, ad esempio, sono sempre stati fortemente contrari a lasciarmi credere in una carriera nel mondo dello spettacolo, così per me diventava difficile affermare con convinzione che quella era la mia strada e che volevo iscrivermi a qualche accademia, diventare una cantante, farlo diventare un mestiere.
Al momento in cui mi sono resa conto che, mondo dello spettacolo o meno, l'arte avrebbe fatto parte della mia vita comunque, avevo già un'età che mi impediva di riuscire ad imparare tutto e bene.
Ho studiato per diventare giornalista, ho una laurea in merito, ma non sono una giornalista e non vorrei esserlo. Non sono nemmeno una scrittrice.
Sono ancora una qualunque che ama riversare sui tasti del suo pc quello che le accade intorno, i tumulti che la attraversano dentro.
Avrei voluto sapere al top le lingue, imparare a danzare, recitare, suonare uno strumento. Ho talmente tanta passione per l'arte che avrei voluto anche saper dipingere, disegnare, comporre poesie.

Finalmente, però, a 24 anni ho preso realmente in mano la mia vita.
So benissimo che è tardi per diventare una professionista in ognuna di queste cose, ma questo non va ad intaccare le mie passioni.
Così parto da quello che amo di più, la musica.
E ad ottobre inizio un'accademia importante, con docenti importanti, che mi rilascerà un attestato in grado di prospettarmi un futuro, magari come insegnante di canto, magari come cantante, sicuramente una speranza. Questo non mi vieta nel contempo di contaminare questa mia passione con altre, di sperimentare scritture nuove, di mettermi alla prova.

Eppure un'altra vita mi farebbe proprio comodo.


 
 
 

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