*Serendipity*

Sanità...


Una mia amica, dializzata, in preda a febbre altissima da una settimana e con un'infezione ad una cisti al fegato, viene portata al pronto soccorso di un grande ospedale romano. E' un codice verde, ha bisogno di ricovero ma non ci sono posti letto. Caricata su una barella, dopo ore di attesa, viene portata in quella bolgia infernale che è lo spazio antistante quella che sarebbe dovuta essere la "reception" dell'ospedale, adibita ormai a ricovero "temporaneo" per i codici verdi, in attesa che si liberi un posto in reparto. La situazione è tragica: saranno 30 o 40 persone stipate, tutti sulle barelle che ti spezzano le ossa; tra una barella e l'altra c'è una distanza di meno di mezzo metro, credo; non c'è posto nemmeno per le aste delle flebo, tant'è che il muro è tappezzato di bottigliette attaccate con del nastro adesivo. I neon enormi al soffitto sono accesi 24 ore su 24. Il vocìo, i lamenti, i cellulari che squillano, il viavai degli infermieri che passano lì davanti con altre barelle con altri malati; mi pare 3 o 4 bagni a disposizione...La privacy non esiste, devi subire gli umori, i dolori e gli odori di tutti. Se ti rode il culo, per dirla come si fa dalle mie parti, manco te lo puoi grattare, ecco... Poi ti portano a fare una Tac e quando torni il tuo posto-barella è occupato e non sanno dove metterti. Alla fine capita che ti piazzano proprio in mezzo allo stanzone, chiunque passa deve schivarti, sei lì, in mezzo... Se in ospedale sei solo un numero, in questa condizione non hai nemmeno quello.Nel Lazio la situazione è drammatica: hanno ridotto all'osso i posti letto, chiusi ospedali, ma i pazienti aumentano sempre di più. Esci da quell'inferno e ti viene da piangere. Di rabbia.