*Serendipity*

Il lavoro nobilita etc. etc.


Ho sempre pensato che il sistema italiano di sostegno al reddito, nella fattispecie, il piccolo campo delle indennità di disoccupazione, fosse davvero una piccola goccia nel mare. Sei mesi (forse aumentati ad otto, mi pare) di "paghetta" calcolata sulle ultime retribuzioni e poi basta. Invece, grazie ad un mio amico, mi si è aperta una finestra su un mondo che non immaginavo esistesse: quello dei disoccupati volontari. Il mio amico è un tipo che aderisce perfettamente agli standard dell'abitante partenopeo nell'immaginario collettivo: svogliato e con poca voglia di lavorare che, con arte e ingegno, applica ad hoc, riuscendo a ottenere il massimo con il minimo sforzo. Dopo anni di fancazzismo inizia a lavorare come pizzaiolo stagionale in una nota località turistica: con soli sei mesi di lavoro riesce a guadagnare quanto un dipendente a mille euro o poco più in un intero anno così facendo: per sei mesi campa della paga del lavoro onestamente svolto e per gli altri sei c'è l'indennità di disoccupazione. I più "volenterosi" pare riescano anche a "faticà" durante i sei mesi di letargo, ovviamente in nero, altrimenti non avrebbero più diritto all'indennità di disoccupazione. Ma sono pochi poiché, dalle esperienze che mi racconta, la maggior parte, da ottobre a maggio, se ne va in letargo, stiracchiando il sussidio fino a far sì che basti a mantenere l'avente diritto ed eventuali familiari a carico.
Mi presentò un suo amico con tanto di famigliola e il tizio si vantava di questo modo di vivere, così, lavorando sei mesi e sei mesi cazzeggiando. "Teng famija", diceva, ossia durante i sei mesi di letargo preferiva non andare a lavorare per potersi "godere la famiglia", a costo di non arrivare alla fine della famosa quarta settimana. Questo mio caro amico, che magari leggerà pure il post (ma me ne strafrego, tanto ne abbiamo parlato pure ieri sera), dopo un tentativo durato pochi mesi di gestire una pizzeria in proprio (con apertura al pubblico di ben 4-5 ore al giorno!), visto che le cose non vanno bene, ha deciso di tornare ai vecchi tempi: di nuovo il lavoro stagionale e l'indennità di disoccupazione e così passa un anno e l'anno successivo si ricomincia, uguale, sei mesi di lavoro e sei mesi di niente. Quello che non riesco a capire è come lui, con la sua calma serafica, riesca a vedere "normale" una scelta del genere, "lo fann tutt, e io aggia faticà tutt l'ann pe guadagnà di meno?" In effetti il suo discorso, numeri alla mano, non fa una piega. Però come si fa a non "voler" cercare di farsi una posizione, anche soltanto a provare a cercarla, un po' più stabile, soprattutto se sei in una fascia d'età problematica? Disoccupato per scelta, ecco quale è la sua ambizione, la sua e di molti altri lavoratori stagionali del "suo" genere. Ma vavattennn, va!