*Serendipity*

Il grande sogno


Ieri sera ho visto questo film:
Il Sessantotto, un anno che merita di essere scritto con tutte le consonanti e le vocali che ha piuttosto che esser ridotto a due cifre. Se non altro perché, come dice il film, è stato un sogno, anche nel senso di sognare la possibilità di qualcosa di diverso, di migliore. Dal pacifismo alle rivendicazioni degli operai, dei studenti, dei contadini (a proposito, io non conoscevo i fatti terribili di Avola), i ragazzi, le "persone" hanno avuto il coraggio di provare, quanto meno, a sognare, in tutto il mondo. E soltanto alla fine poi si capisce che di un sogno si è trattato, di un'utopia, forse, però il coraggio di provare c'era, eccome.Oggi molto è cambiato nelle persone. La rassegnazione odierna si meriterebbe uno sputo in pieno viso dai ragazzi che hanno "fatto" Il Sessantotto.Le loro droghe sono niente in confronto a quelle che ci hanno somministrato per anni fino a farci diventare dipendenti dal nulla, dal vuoto più assoluto.Prima la polizia menava di brutto (a dire il vero pure oggi non scherzano) per mettere a tacere chi "osava"; oggi le modalità per mettere a tacere chi osa dissentire sono più sottili, più "moderne", apparentemente più indolori. Ma tanto non ce ne accorgiamo. Ancora, per lo meno.
Quando la tv di "stato" (e che stato!) impone l'adunata di fronte allo schermo per la glorificazione del governante e sopprime un programma che dà fastidio (come se il pubblico di Vespa fosse lo stesso di quello di Floris), beh, allora quasi quasi sento di poter dire che forse le manganellate erano il male minore. Ci siamo proprio scivolati dentro, pacatamente, serenamente, tra un reality e tette e culi. Dentro una gran bella dittatura, volevo dire. Gran paese, sìsìsì, nulla da eccepire.