..E così (POE)sia..

Post N° 125


“Andiamo!”“???Cosa???”“………..”“Dove???…..dove andiamo???”Niente da fare, la ragazza viene trascinata fuori dal bar senza aggiungere altro, sul tavolino restano i due caffè a metà. Decide di non demordere: “Per favore…dimmi dove stiamo andando….”Non è in grado di spiegarselo…però, l’idea di divincolarsi, non la sfiora neppure lontanamente…ed è strano.Tuttavia, decide di imporre un po’ di resistenza, costringendo così il ragazzo a rallentare il passo. Inaspettatamente lui si ferma…e senza lasciarle la mano, rintraccia il, di lei, sguardo…: “…Ti fidi di me…?” chiede. La ragazza distoglie gli occhi cercando di sdrammatizzare…il quadretto che rappresentano, la diverte da quanto è intonato e bizzarro…vorrebbe rispondere all’amico, con una smorfia, ma i suoi occhi eccezionalmente seri, suggeriscono un silenzio pensoso…: “…Tesò…ti fidi di me?”Una domanda scandita in maniera tale, da lasciar supporre qualsiasi significato…come se determinasse la fine o l’inizio, di qualcosa di rilevante…La ragazza scaglia il proprio sguardo distante…ma è solo per un momento…gli occhi del giovane uomo, intercettano l’occhiata e la incatenano: “…Ste…che domande fai…se così non fosse…non saremmo in mezzo alla strada in piedi, come due folli…fermi con l’universo che attorno non si ferma un attimo…” si decide a rispondere la giovane. “Ok. Andiamo.” “OK?...Ok….”Una manciata di minuti dopo, giungono nel punto più elevato, nel giardino della casa delle vacanze di Ste…nella mente di entrambi, è in atto un’esplosione di ricordi…pura deflagrazione nella memoria. Restano assorti, ognuno perso nel proprio viaggio temporale…ricordano bene le giornate afose, passate a combinare piccoli disastri, oppure a giocare nell’acqua…a raccogliere le more…a pattinare…a preparare le prime semplici coreografie…a divertirsi…Sedevano in quel giardino a picco sulla baia, spessissimo, prima di scendere alla spiaggia…da quella collinetta si domina tutto il panorama…si scorge il porto…si vede ancora oggi, occhieggiare il faro…la mente rincorre solerte, i perimetri di un tardo pomeriggio di Agosto, di una vita prima…due bambini, seduti sull’erba che assaporano un ghiacciolo, abbigliati con colori oggi improponibili…sgargianti, come soleva allora…pantaloncini o gonne psichedeliche, tutte rigorosamente made in ’80…“1…2…3…Luce! Sono 3 secondi hai visto? OH Kà, quello di Pesaro ha un altro tempo, lo sapevi? E Torrette un altro, Marotta un altro ancora…Senigallia, Ancona…tutti diversi! Serve per far capire ai pescatori, dove si trovano e per trovare in fretta il loro porto! Me lo ha detto zio…”“Zio Paolo?…..Ah…Ma senti…hai misurato il tempo di tutti i fari? Davvero tutti?” “EH si!!! Mentre t’aspetto sennò m’annoio…”    ...bambini…Giocoso girotondo di giorni, volati uno dietro l’altro, fulmineamente alle spalle…. E’ Ste che interrompe, quell’impercettibile filo di pensieri…:“…t’ho portata qua per dimostrarti che, “quello che sta in fondo al cuore, non muore mai…”  …………………………………….Aspettami, prendo una cosa e torno subito.”Kà è immobile a fissare il mare…l’orizzonte… … … …un sogno sarebbe, poter conservare negli occhi, ogni singola goccia di quell’incantevole distesa…svegliarsi al mattino e avere l’opportunità di respirare il profumo salmastro, portato dalle ali della brezza…osservare le albe…i tramonti sul mare…tanto armoniosi e struggenti, da rubarti l’anima…Di nuovo è Ste, a distoglierla vagamente, dalle sue meditazioni…è armato di pala e con impeto, inizia a scavare…“Ste…” “Si.”Ste sorride: “Aspetta spetta… … … …eccola là!”Guardano entrambi nella buca…uno spicchio di sole, illumina la buia cavità, lasciando intravedere, una scatola di legno umida e un po’ consumata…Con delicatezza, il piccolo bauletto viene estratto, deterso e quindi aperto…contiene un’altra scatola di dimensioni inferiori, munita di un gancetto di chiusura: “Guarda un po’ tesò: facevamo le cose per bene io e te!”Tesò non parla…è come ipnotizzata…un nodo di commozione, le serra la gola. E’ ben conscia del contenuto della scatola di metallo…della buffa solennità del patto, stipulato anni prima, e dell’importanza straordinaria che rappresenta il gesto dell’amico…Il dispositivo di chiusura viene fatto scattare, rivelando un tesoro in miniatura: “Me pare d’esse Jack Sparrow.” bisbiglia Ste…Ancora una volta, lei non articola parole…è completamente rapita…la vista del “tesoro” la riconduce, nuovamente, a quel giorno lontano, in cui decisero di seppellire ciò che in quel periodo, avevano di più caro, con la promessa di riportarlo alla luce, anni più tardi…in memoria della loro infanzia…e della loro amicizia.“Guarda…c’è il mio cuoricino di legno…e questo è il simbolo dei paracadutisti della folgore, di mio padre…lo stemma con l’aquila…le stelline dei gradi…il ciottolo della Sassonia…i proiettili…il rametto che avevi intagliato…il foglio con il giuramento …la foto scattata con la polaroid…” mormora lei, con voce densa di tenerezza.Il foglietto ingiallito riporta una data: 15 agosto 1986:“Che sensazione strana mi procura, ritrovare questi oggetti…dopo tutti questi anni…avevamo tu 9 anni ed io 8…Pensavo fosse stata già riesumata…” continua Kà.“Come riesumata?! Dovevamo essere noi a farlo…nun t’oo ricordi che paranoie avèmo fatto a zio, perché ci lasciasse il fortino là sotto?” esclama Ste divertito.“… … … … …” Soltanto una lacrima clandestina, disseta il sorriso piumato di Kà…uno sguardo riconoscente, agli occhi sorridenti di Ste…un muto ringraziamento che lui percepisce…strizzatina d’occhio, abbraccio fraterno:“E mò mme credi tesò? Quello che stà ‘n fondo ar core…nun può morì…”Tra le mani, il piccolo totem di legno, con incise due iniziali S + K ed una scritta sghemba, ma fatta col cuore: AMICI PER SEMPRE.
SkyeON AIR:SPANDAU BALLET - Through The Barricades