..E così (POE)sia..

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Istanti di sincronismo con i sogniAvevo l’impressione che il tempo si fosse fermato…Immobile, in piedi sopra quei ciottoli levigati da milioni di passi diluiti nel tempo…li conosco uno per uno, quei cubetti di pietra incastonati a regola d’arte, perfetti ed irregolari …uno per uno.La sensazione di non essermi mai mossa da lì, premurosa mi raccoglie …Attorno, persone marciano incontro ad esistenze, a destini…alcuni correndo…altri lentamente…indugiando nella calma rassicurante, della consuetudine.Mi rivedo ferma, a cercare di arginare gli istanti che si sovrappongono…assediata dalla necessità di conservare negli occhi, ogni angolo, ogni spiraglio…ogni uscio. Scopro di non possedere età…sono donna e bambina…tutto è stabile e dinamico…cinetico ed increspato.Occhi, passi, ritmi, profumi…mani. Una di queste, si appoggia alla mia spalla… … … …nasce un abbraccio… una voce, dalla dolce inflessione familiare, sussurra cantilenando: “…Bentornata piccola…”. Dopo tanto, troppo tempo…sono a casa. Un paio di giorni…trascorsi a sciogliere i minuti, tra quelle mura romane…avrei desiderato impedire agli attimi, di scorrere…tanto intenso era il mio bisogno di restare nel luogo più adatto, a me più consono, per mettere radici…Ogni cantone mi ha vista protagonista, sul lungomare come in città…la periferia, le colline …i sentieri, portano ancora oggi, le mie impronte…Mi basta un particolare…l’insegna dipinta a mano, di una locanda esistita da sempre…sopravvissuta al modernismo sfrenato, disordinato…è sufficiente passeggiare sul molo del lido…o contare i tre secondi di buio, del faro accanto alla caserma della guardia costiera...perchè si rinnovi l’antico miracolo…perpetuo ciclo vitale.“Riconoscersi a pelle”, si dice tra due persone…ma quando è riferito a una città…di cosa si tratta…?Ho camminato attraverso gli anni, costeggiando le spiagge…sabbia e sassi…il profumo della pineta, è sceso fino a me, per amalgamarsi con altri profumi salmastri…aria trasparente, leggera, spezzata da urla di gabbiani avidi…pescherecci al largo...treni in corsa…Tutto entra attraverso gli occhi…per fissarsi nel punto in cui dimorano i ricordi più belli…più veri…serbare ogni dettaglio…scinderlo e sorseggiarlo fino in fondo…sino alla fine… questo significa vivere la città da vagabonda …da zingara emotiva…e non da turista.Per due gironi, ho lasciato in sospeso tutto: la febbricitante intensità delle parole, il tormento di non saper esprimere i pensieri…l’illusione ingannevole di un sentimento inventato…due giorni… … … …quarantotto ore.Quarantotto ore sono poche……poche, per trovare il coraggio di lasciare nuovamente alle spalle, ciò che consideri casa tua, i tuoi eterni amori…il tuo mare…frammenti di te.…poche, per scrutare cieli di madreperla, infrangersi su orizzonti infiniti……poche…per coccolare sguardi repressi, che fuggono stanchi…piangendo miraggi di vita.Quarantotto ore possono essere tantissime… ...sono sufficienti a sciogliere vite ghiacciate, al suono di onde frantumate……bastano per perdersi in volte celesti, sfogliare ombre di tramonti accanto…Quarantotto ore sono state per me, estasi e tormento…universalità e unicità…tenebre e luci… angoli di paradiso.In quelle quarantotto, magiche ore…ho danzato ricordando che il tempo è sabbia…che fluisce soddisfatto in una clessidra di vetro…ho osservato e protetto, turbati desideri…ho anagrammato fusi pensieri, infiammato enigmi...vissuto in sogni lunari…e in realtà soleggiate…tra lacrime e voci……giochi e vento……sguardi svelati……occhi……illuminati d’immenso.
Steve, Sugar, Martillo, Gabriel, Paolo, Mario, Lella, Simo, Many, Marco, Tina, Sandra…vi amo …siete un miracolo...un miracolo che riempie il mio cuore di pace, amore e poesia. Grazie…ever for ever.K.