..E così (POE)sia..

Post N° 192


E’ in questo modo che fanno il loro ingresso nel mondo, gli istanti che lasciano il segno: vestiti di nulla.Spogliati di ogni orpello, di ogni inutilità…anche la più piccola.Sei entrato nelle pause tra una gravitazione ed un’altra, del mio universo…rivestito unicamente di te. Senza maschere o trucchi…“a che mi servono? Tanto io solo mi conosco davvero.” dicevi.Così ti ho incontrato…cap da baseball calato fin sopra gli occhi, pantaloni da rapper, camicia a scacchi…sedevi con un giornale in mano, all’angolo di quelle due vie importanti del “paesone”. Unica compagnia, quella del tuo cane…un meticcio dolcissimo, silenzioso e scodinzolante. E la musica.Rovistai nel portafoglio la prima volta, un gesto non isolito, che faccio spesso…un piccolo aiuto a chi è meno fortunato di me. Senza guardarmi, dicesti che non volevi denaro: “Semmai sigarette…” tenevi gli occhi sopra il tuo quotidiano. “Sigarette? Mi dispiace…non ne ho.” “…Ok grazie comunque. Si dice in giro che il fumo faccia male, no?” “…a quanto pare è così……non fa forse più male, la solitudine…?” azzardai poco convinta, “No guarda…che fa più male è l’indifferenza.”      …come darti torto.… … … Andai via quasi immediatamente, al nostro primo incontro…avevo un noiosissimo pranzo di lavoro che attendeva oltre un’elegante porta vetri…mentre camminavo, ripensavo a quanto avrei voluto fermarmi ad ascoltare i tuoi discorsi invisibili…Invisibili…un modo carino per etichettare una persona che ha operato scelte differenti di vita…che ha deciso, seriamente, di non “far parte del sistema”. Senza fingere una libertà inesistente o peggio malcelata da sprazzi tormentati e schegge gettate al vento.Invisibili…una parola foneticamente gradevole, quasi blasfema nella sua poeticità contorta…una parola tirata a lucido, ma che contiene in sé tutta la triste difficoltà dell’essere diversi dalla massa.Una sera, nel quartiere degli artisti, ti vidi di spalle…camminavi con un sacchetto di plastica azzurro, il cane al guinzaglio, la sigaretta tra le dita…mi avvicinai per salutarti…per fare una carezza al tuo compagno di (s)ventura:“Ti piaccio proprio gli animali eh?” mi dicesti con gli occhi nascosti dalla visiera e un timido sorriso… mi venne da ridere…“decisamente più degli esseri umani, talvolta…”Ci sedemmo. Avevo i jeans strappati, una felpa bianca… scarpe sportive nere…..mi facesti notare che sembravo una finta povera.  Ridemmo…ti dissi che povera lo sono davvero…povera d’animo.“No…altrimenti non saresti seduta qua, e non mi avresti portato le malboro. Se dici così è perché di poveri d’animo non ne hai incontrati” Mi dicesti.Quanto ti sbagliavi…Mi raccontasti poco della tua vita, era giusto così, parlammo moltissimo di musica…mi mostrasti un vinile dei Metallica: “E’ l’unica cosa che mi è rimasta, della vita di prima.”Tenevi lo sguardo fisso sulla copertina, ti dissi che i Metallica non li  amavo particolarmente, ma che ascoltavo troppo spesso, un loro brano a me molto caro: Nothing Else Matters.“E’ la mia canzone preferita…” mormorasti senza guardarmi…Presi l’i-pod e ciccai sul brano numero cinque…feci partire la canzone e l’ascoltammo.… … …Un lunedì…in mezzo a tanti altri lunedì, per caso sono ripassata davanti al tuo angolo, volevo cogliere l’occasione e lasciarti un saluto: non c’eri.La parete dove eri solito appoggiarti, era gremita di fogli stampati, con saluti, poesie e canzoni…una sigaretta incollata con un pezzetto di scotch, oramai quasi svuotata dalla pioggia. La copertina del vinile, al tuo posto. “Cerchi Daniele? Guarda che se n’è andato.” sentii…Andato…partito…non ho pensato neppure per un istante, che tu avessi deciso di tornare a casa, o cambiare città…dicevi che Milano si beve a sorsi, ti inebria fino ad ubriacarti… tu eri ebbro di quella città, in nessun caso saresti fuggito. Sono rimasta ad osservare ciò che non c’era…ho cercato la tua ombra, la tua malinconia sfogliando surreali realtà e rammendando pensieri…Vorrei riuscire a scrivere qualcosa per te…poterti salutare un’ultima volta…Posso solo disegnare un altro angolo…questa volta non asfaltato…ma morbido e candido…fatto di nuvola, in cui le parole hanno voce, in cui i pensieri si raccolgono nel vento…dove anche l’aria che respiri,  ha un suono.Tieni le mie lacrime, Daniele…lacrime rotolate inconsapevolmente, scese in macchina, in mezzo al traffico, cadute tra una strofa ed un’altra di quella canzone…conservale…sono tue.Puoi contare le stelle da vicino, ora…e smettere di far parte di questo mondo, a tratti glaciale.. Perché, adesso, il mondo, l’hai dentro di te.Ciao Daniele… METALLICA – Nothing Else MattersK.