..E così (POE)sia..

Post N° 216


Mia carissima Kà,provo a sporcare con l’inchiostro questo bel foglio bianco per raccontarti la fine del mio capitolo. Ci ho provato e anche se non riesco bene, ho voluto scrivere gli auguri e accompagnare con dei bigliettini rossi, i regali per tutti. Mi son portato avanti perché in queste condizioni è meglio non rischiare di restare indietro, ho scritto per tutti due righe, per ricordar loro che li penso e per ringraziare e fare gli auguri di natale. Certo preferivo farlo a voce e con i gesti ma capisco di far sempre più fatica anche se faccio di tutto per resistere. Sto pensando un po’ a cosa scriverti anche se in fondo lo so di già, come so benissimo di doverti più di quattro paroline augurali eppoi lo voglio fare perché mi piace l’idea che potrai rivedermi tra le righe come sai fare così bene e come hai fatto con Giovanni, quando non ci sarò più.Ho parlato molto con lui della salute che ha deciso di farci dannare e della morte che avevamo paura a pronunciare per cercare di tenerla lontana tant’è vero che quella parola non l’abbiamo mai usata. S’è parlato anche di te e un giorno mi ha pure detto che avrebbe voluto regalarti un segno del suo passaggio, questo spiega il video della scorsa estate. E adesso io lo copio, a mano perché a parlare non riesco tanto, ti lascio un cuore di parole, quello del tuo Faby.Mi sento di poterti dire tutto come sempre, fingiamo di essere ancora seduti da qualche parte, magari al solito tavolino dell’Happy a metter giù il prospetto degli eventi per l’associazione o guardarti che appoggi la guancia alla mano sinistra e m’ascolti mentre ti racconto di cosa hanno combinato i ragazzi nell’ultima partita e sentirmi dire che sono un “mister eccezionale” per ridere come abbiamo sempre fatto e come spero farai sempre quando ti ricorderai di noi.Scusami, sto rileggendo e m’accorgo che la calligrafia è scandalosa, sono a letto sistemato alla meglio, devo fermarmi spessissimo perché la mano fa male e i lividi che m’hanno lasciato gli aghi e i tubetti mi danno un po’ fastidio, mi sento regredire e la mano mi trema dopo solo cinque minuti che premo la penna sul foglio, ho di sicuro meno forze rispetto a settembre.Fuori c’è buio pesto, sto nello stato d’animo adatto per mettermi al volante e stordirmi di chilometri..mi manca guidare sai, finchè son riuscito a fidarmi dei miei riflessi l’ho fatto ma adesso mi accorgo di non essere capace neppure di arrivare da casa all’ospedale..Kà, com’è penosa ‘sta storia.Per fortuna non mi sono sposato, almeno evito a una moglie e a dei figli la difficoltà di restare senza un marito e un papà..e dire che non ho mai perso le speranze di trovare l’amore e farmi una famiglia, ma le cose sono andate come sai e anche se Chiara l’ho amata da matti e quando ha scelto un’altra vita mi hai visto come stavo, adesso capisco che ridotto così sarei stato solo un peso. Mi sento tanto in colpa perché fate tutto il possibile per rendermi quello che mi resta, bello da sopportare e non riesco a dimostrare quanto grande sia la mia gratitudine.Ho sempre odiato la solitudine a differenza tua che te la sei fatta amica e avervi in casa o in camera adesso che son qui in clinica, mi fa piacerissimo. Si vede che ce la mettete tutta per non farmi pensare a quello che mi aspetta e che aspetta anche voi perché comunque perdere un amico non è mai bello e se potessi vi risparmierei lo strazio di vedermi che mi consumo come una candela vecchia fino a spegnermi. Lo so che vi siete affezionati e quanto bene mi volete, soprattutto tu bambolina e Iddio sa quanto vorrei risparmiarvi la tristezza di tutta la disgustosa situazione e la pena di starmi vicino. A te in particolare perché hai già avuto abbastanza da penare negli ultimi mesi. Mi son chiesto tante volte come facevi a stringere i pugni e andare avanti quando la corrente era contro di te e ti travolgeva sbattendoti a terra..dov’è che la trovi la forza, tu che sei così minutina..Kà, la mia dolce coccinella, la donna più coraggiosa che conosco e che ha sempre dentro la bimba senza paura con la quale m’arrampicavo sopra gli alberi, che divideva con me pane e nutella anche se la detestava e la bimba un po’ maschiaccio che il giorno del mio ottavo compleanno quasi mi menava  per aver ricevuto il mio primo bacino sulla bocca “come i grandi” anche se avevamo 13 anni in due.Come faccio a ripeterti che il bene che ti voglio ancora adesso, è grande più di prima e quando siamo insieme ci rivedo che pattiniamo al palazzetto del ghiaccio a Zanica con te imbacuccata che mi dicevi che i pattini veri avevano quattro rotelle e non una lama, ma venivi con me per aiutarmi a far ingelosire Patrizia che poi si era incazzata sul serio, oppure ho un flashback di noi seduti sul dondolo bianco e giallo nel giardino di casa dei miei, che stavamo zitti e ridevamo dei commenti dei nostri padri su chi era più veloce tra Ayrton Senna e Michele Alboreto..e la vacanza in Sardegna non la posso dimenticare, il mare blu e la strana sabbia rosa della spiaggia col nome strano che non ricordo e l’accento pesante degli abitanti che mi faceva desiderare un vocabolario per capire cosa dicevano e tante di quelle ragazze stupende da non saper dove guardare! Quanto abbiamo riso insieme, ma anche pianto e ancora non conoscevi Teo quando Carlo è morto, c’ero io con te che volevi star sola e mandare affanculo il mondo intero. Volevi lasciarti andare e quella volta t’abbiam ripresa per un soffio, che spavento.Mi ero ripromesso di tentare di risparmiarti altre sofferenze ma non sono stato in grado, vuoi perché mi sono ammalato o per le vicende che ci han portato a capovolgere i ruoli: eri tu a stringermi la mano durante le crisi, quella che dava la forza, mentre avrei dovuto fare in modo di proteggerti io in quanto la mia piccolina. Come minimo starai pensando a “io Tartan boy, tu Jane the girl” è che volevo essere io quello che ti proteggeva dalle cattiverie invece l’hai fatto tu con me e non mi sento troppo uomo in questo senso per quello.Mia madre mi ha detto di tutte le volte che andando nella chiesa di San Damiano, ti ha trovata lì sola a piangere perché avevi paura per me, e non volevi lasciarmi solo. Solo non mi hai mai lasciato, mettitelo in testa! Hai fatto i miracoli per chiamare a raccolta tutti e fare i turni per farmi avere sempre qualcuno ad aspettarmi fuori dalla stanza..neppure la mia famiglia mi è stata così vicino come voi, e te in particolare. Tu e Massimo eravate gli unici che volevo vedere al mio risveglio: mio fratello e la mia sorellina speciale.Mi dicevano che verso la fine, uno si ricorda tutto ed è quello che mi sta succedendo: mi sto ricordando gli ultimi 32 anni come se guardassi seduto in un cinema vecchia specie, un film registrato sulle bobine in celluloide come quelle dei film muti nel quale io sono il protagonista e voi gli attori del cast.Ascolto i PF dagli auricolari dell’mp3 per non disturbare..è pazzesco come riescano a starci duecento canzoni in un cosino piccolo come un accendino, ci hai messo tutta la loro discografia dal ’67 al 2001, se è quella del dvd sono 473 canzoni., è difficile da dimenticare per uno come me. Si il dvd giallo come il sole che ho messo insieme per il tuo compleanno che raggruppava tutte le canzoni che abbiamo ascoltato e risuonato grazie anche ad Alex che della sua chitarra è innamorato perso. Son tutte divise per data dal ’67 con Matilda Mother, il ’68 con la mitica Jugband Blues che secondo me è la canzone di Syd Barrett cioè quella che lo rappresenta di più poi gli anni ’70, ’80 e l’84 che ha sfornato la tua High Hopes che t’ha fatta piangere così tanto che m’hai spaventato, poi The Final Cut che adoro e che m’ha dato la possibilità di conoscere bene il tuo Teo e diventarne grande amico e naturalmente Learning to Fly che penso sia adattissima a te e che t’ho dedicato con gioia. Sono sempre stato un fanatico di questo gruppo, seguivo i concerti quando facevo trasferte in Usa per la ditta, hai visto che collezione di dischi mi son fatto e The final cut l’ho regalato a Teo perché è il suo album preferito.Non c’è paragone, sono stati dei grandi, è proprio musica da intenditori difficile da ascoltare, a volte quasi monotona ma sono dei geni indiscussi della musica, soprattutto perché molto innovatori nel genere se pensi al periodo in cui hanno iniziato.Vale la pena dedicare momenti anche ad altre canzoni e non parlo di Wish You Were Here che conoscono tutti, ma di canzoni tipo Julia Dream, In The Flesh, The Thin Ice, Mother, Comfortably Numb, Stay e Vera che sto ascoltando adesso e che hai cantato quando s’è sposato Gerry.Mi sto ricordando di quando da piccolo ti ho detto che volevo sposarti..m’hai guardato con una faccia buffissima dicendomi che non ti saresti mai sposata e che se ci sposavamo non si poteva più esser amici e che preferivi amarmi come amico ma non innamorarti mai. Facevi dei discordi adulti già allora pensa te! Anche se sono il più vecchio dei due, tu m’hai fatto spesso capire che quello che facevo aveva delle conseguenze e che non avrei mai dovuto far ricadere il peso delle cazzate che potevo combinare, sopra nessun’altro al di fuori di me. Giovanni ti ha detto che sei speciale e te lo dico anch’io, è stato chiaro sin da quando ci hanno messi l’uno davanti all’altra come se dovessimo diventare amici perché lo erano le nostre famiglie, invece non è stato semplice andare d’accordo ma poi ne è uscita un’amicizia che non mi è capitata più. Carlo lo sapeva che saresti diventata da rara a unica, quando ti ha tenuto in braccio appena nata e s’è messo a piangere..lui che per me era l’uomo per eccellenza e m’ha ispirato nelle scelte che adesso mi tocca lasciare a metà, che piange perché tiene in braccio la sua principessa, che sarebbe stata per sempre solo sua. Son contento che Teo abbia capito come sei eccezionale e ti tenga ben stretta, mi piace vedervi insieme e negli occhi vi leggo che lontani e separati non potreste mai stare, comunque l’ho avvertito che se te ne avesse fatta solo mezza poi gliela avrei fatta pagare nonostante la sua cintura nera e il campionato di Kick.Il mio orologio segna le 03.24 stai dormendo? o forse stai pescando nelle tue idee per trovare quella giusta, vorrei chiamarti per farti un saluto, anche se ho paura di non farmi capire bene con la macchinetta dell’ossigeno attaccata che fa un casino bestiale, pensandoci bene ti mando un messaggino così avrai il buongiorno, perché di sicuro anche se dormi hai il telefono acceso e se ti chiamo rischio di svegliarti e non mi va di stressarti.Pensa se avessimo avuto i cellulari anche da piccoli, saremmo stati tutto il giorno a smanettare coi tasti per mandarci i messaggi o le foto più stupide. I bambini di oggi son fortunati, noi dovevamo cercare una cabina della Sip e metterci il gettone per poter chiamare qualcuno e tirare quel pomello giallo per avere il resto per il Calippo. Una volta arrivati a casa guardavamo la tele per un po’ ma tu non eri d’accordo perché preferivi leggere e anche adesso è così, sei un topolino da biblioteca che in mezzo a carta e parole si sente da dio. Te li ricordi L’uomo Tigre, Daitarn e Daltanius a Mazinga mitico! Quando c’era Capitan Harlock  te lo guardavi tutta sognante perché ti piaceva la storia dell’universo e soprattutto lui bello e tenebroso, insieme a Mila e Shiro era forse l’unico cartone che guardavi volentieri. Si faceva merenda con i panini di mia nonna che imbottiva di dieci centimetri, poi il succo di frutta e giù in taverna a preparare le macchinine per giocare a Supercar Gattigher. Io avevo la gialla e tu la rossa anche se tu hai sempre desiderato una macchina nera e sportiva come la Kit di Michael Night. Dicevi che ti occorreva per arrivare in fretta sul luogo del delitto per arrestare il delinquente di turno visto che eri decisa a diventare commissario di polizia. Io invece guardavo Star Trek e sognavo d’essere un astronauta e andare sulla luna per portarti un pezzetto di meteorite, diventare superman e dal carbone tirar fuori i diamanti per regalarteli anche se dei gioielli non ti può fregare di meno. In un certo senso per viaggiare ho viaggiato, solo che invece della luna ho visto le stelle ma dai dolori post operatori e tu anche se non sei commissario, riesci sempre ad aiutare la gente soprattutto quelle persone che ti sono nel cuore.Ho chiesto a Gianluca di restare nei paraggi nel caso non fossi riuscito a finire la lettera, o l’effetto dell’analgesico mi avesse annebbiato le idee..in quanto medico è l’unico che fanno entrare a tutte le ore senza far storie. È una gran bella persona e son contento che abbia accettato di aiutarmi, tra l’altro una girata ai fannulloni di qua ci voleva e lui è stato bravo, in quattro e quatt’otto ha raddrizzato il personale facendo in meno di un anno quello che io cerco di fare da almeno sei.Stamattina è arrivato il primario, al solito aveva una coda di infermierine servili e il portavoce che l’annunciava come il messia: Il Dottor Lucxxxxx! Non solo non l’ho ascoltato, non l’ho proprio sentito, ho provato a fare come m’hai detto tu: ho chiuso le orecchie e ho ascoltato solo me stesso. Devo avergli riso in faccia perché vedevo che muoveva le labbra forse per dirmi che ho un piede nella fossa e pareva che non me ne fregasse niente, ma a questo punto Kà cosa me ne frega di ascoltare le cose che so di già..son senza speranze ma voglio sentirmi leggero e bruciare con le risate il freddo della paura che ho nelle ossa e che cerco di non far vedere.Te lo ricordi quando Giovanni diceva di essere stanco? L’ho rimproverato tantissimo perché non volevo s’arrendesse, una mattina mi ha risposto che quando sarebbe toccato a me avrei detto la stessa cosa.Dio……..è vero.Tutto quello che esce dalla bocca del primario o dei suoi sottoposti non mi interessa più, son parole cotonate, messe lì per fare un po’ di spessore e basta..son cose che ho già sentito e che m’hanno stancato. Se potessi fermare il tempo lo farei ma devo dirti e non t’arrabbiare, che son così stufo da volere che sia già finito tutto.Mi piacerebbe che l’eutanasia non fosse un reato punibile e sono cattolico lo sai, però questa non è vita e sono con Welby al mille per mille. Non sono a quello stadio ma è questione di settimane e dipendere dagli sconosciuti anche per cambiarsi una maglietta è imbarazzantissimo. Ci sei sempre stata quando dopo le prime due operazioni ero ottimista e convinto di essere io quello forte e non il mio male, ma vediamo che questa non è una partita a calcio e anche se sono allenato lui usa degli inganni e non è un campione di onestà.Chissà se domani ci sarà il sole e se questo natale nevicherà, mi piacerebbe vedere tutto imbiancato..come l’85: che nevicata stupenda! Abbiamo costruito pupazzi dappertutto e scivolato con lo slittino giù per la valle di mio nonno..e le battaglie con le palle di neve! Non ne è mai più scesa così tanta, c’erano le scuole chiuse e le strade erano “inagibili” come dicevano al TG1.C’era venuto il raffreddore a tutti e due e le abbiamo pure prese dalle mamme che ci urlavano “siete due incoscienti”!! Però son bei ricordi, tutti divisi per anno tra l’altro. Come quando a sei anni ti sei presentata con i capelli a spazzola, vestita come Madonna che cantava like a virgin sulla gondola nel video.. e la prima volta in discoteca? Non ci siamo voluti mai andare al pomeriggio perché era da ragazzini, miravamo alle uscite di sera con mio fratello che c’accompagnava e ci veniva a prendere,. Negli anni ’90 ci siamo girati tutte le discoteche della lombardia est: Studio zeta, xx secolo, Dylan, Magika, Samuel, Matrix, il Florida di Ghedi e il Genux che sembrava una cosa stratosferica e invece resta una discoteca come tante solo multisala. Però dai, siamo stati due bravi sbarbatelli niente bevute o sniffatine di colla o lsd neanche una canna! Magari se non ci fossi stata tu a frenarmi, qualche tiro lo avrei pure fatto tanto i polmoni son conciati lo stesso..però m’hai allungato la vita con quella frase che poi ho detto io ai ragazzi del centro: “Vostra madre vi ha acceso la luce della vita e sempre lei ve la spegne in un nanosecondo qualora torniate a casa in ginocchio”.Eh si le ginocchia. Le mie si sbucciavano perché strisciavo sull’asfalto cadendo dallo skate, le tue sanguinavano quando ricadevi dai pattini mentre provavi le coreografie della signora Daniela, o che sbattevano a terra quando giocavi a pallavolo e ti lanciavi come Nami Aiase perché ti eri fissata a giocare in difesa quando invece il Martino faceva di tutto per farti stare in prima linea come Mila, che poi sei diventata. Eri grande quando schiacciavi e facevi punto, la più piccolina della squadra che saltava come un grillo, fregando le spilungone e io sui gradoni col lenzuolo e lo slogan che urlavo e tifavo come uno squilibrato! Anche il ballo è stato importante e lo è ancora anche se col problema ai legamenti riesci un po’ meno ma sempre una farfalla rimani quando con Stefano fate le coreografie agli spettacoli per raccogliere i fondi.La domenica era una festa perché le nostre famiglie s’incontravano e noi prendevamo le bici e andavamo in sala giochi dal Bruno a cambiare le mille lire con la faccia di Marco Polo in dieci monete da duecento per giocare a flipper a turno o a biliardino che noi chiamavamo calcetto, alla radio trasmettevano Future Brain di Den Harrow e i Duran Duran e gli Europe che ascoltavi perché c’erano “quei due fighi” di di Simon Le Bon e Joey Tempest, forse l’inglese l’abbiamo imparato storpiando prima le parole dicendo quello che sentivamo e poi seguendo il testo dietro le copertine delle cassette. E quella sera fantastica che siam finiti a Cuneo solo per prendere i tartufini per mangiarceli al ritorno con Alan Parson che cantava Eye in the sky e noi che urlavamo peggio di due scimmie il testo della canzone..lo sai mi piacerebbe rifare una roba così senza senso anche una volta sola, se avessi più tempo lo rifarei e ti direi di accompagnarmi, perché cavolo, Faby quelle cose le può fare solo con la sua Kà.Ho conservato la metà del millino con la Montessori che abbiam strappato prima che partissi per il militare: “ecco uno a me e uno a te così non ci spendiamo con qualcuno di sbagliato e non ci perdiamo”.Se ti chiedo un favore, me lo fai? Mettimi in tasca della giacca un foglio con E Poi e (Bi)sogni e la metà delle mille lire che sta nella tasca del portafoglio dietro al bancomat, io adesso devo spendermi per forza e voglio tenerti con me e non sentirmi solo. Perdonami se stavolta vado senza salutarti e non posso mandarti la cartolina come facevo tutte le volte che la ditta mi mandava in un posto nuovo.. mi voglio scusare anche perchè son stato pesante con questa lettera; ho tanto da dirti e lo sai come sono logorroico ma ultimamente quando comincio un discorso non arrivo neppure a un quarto che manca il respiro porcamiseria mi è venuta la pelle trasparente a furia di stare chiuso qui.Ho paura Katy, son talmente terrorizzato che non dormo più se non prendo almeno il minias e anche così mi sveglio con gli incubi, la tachicardia, senza ossigeno, per quello la macchina funziona 24 ore al giorno, da solo non respiro più quando mi agito. Per farti capire è come avere il naso chiuso e in gola una patata e qualcuno che ti strangola. Speriamo che non mi venga in presenza vostra perché non son bello da vedere, peggio di Francesco quando aveva le crisi epilettiche e lo sai come stava messo.[segue]