..E così (POE)sia..

Post N° 217


page 3floating down through the cloudsmemories come rushing up to meet me nowin the space between the heavensand in the corner of some foreign fieldI had a dreamI had a dream…una breve camminata tra i viottoli bui saturi di nebbia…silenzio totale, lumini offuscati dal tempo e dalla brina, ciottoli appuntiti…il primo lotto…il secondo…il terzo…finalmente…eccoti. Ti ho portato fiori freschi…e una foto. Quella più bella che ho trovato…scattata il giorno del mio compleanno. Mi hai riempita di complimenti per l’abito: “Wow finalmente sempre più spesso ti vedo vestita da donna, era ora eh, Lady Oscar!” …eri incantevole con la cravatta allentata, il cap bianco, gli occhi sorridenti. Quel giorno la malattia ti ha dato una tregua…tregua fittizia che aveva un prezzo altissimo. Presumibilmente sapevi a cosa andavi incontro, non ti importava…volevi stessimo tutti insieme, festeggiare…fingere che tutto era rimasto immutato nel tempo…ci siamo riusciti.Mi sono seduta di fronte a te, con la chitarra in mano…come se potessi ascoltarmi davvero...guardavo quegli occhi che mi sono sempre piaciuti tantissimo…non azzurri…ma blue chiaro…come il mare pulito, come un cielo in tempesta. Mi hai messa in difficoltà con quegli occhi, sapevi che se avessi detto una cosa per un’altra non sarei riuscita a guardarti…anche da bambini, al mio sfuggire il tuo sguardo, mi giravi il viso verso di te dicendomi: “Se davvero lo pensi, guardami e ripetimelo!”…piccolo, adorabile prepotente…se non ti avessi avuto accanto, molte cose sarebbero differenti, nella mia vita.Tu…ed io, divisi da una lastra marmorea, con la tua foto sorridente perché “Così deve essere” e lo spazio che mamma Candida mi ha lasciato affinché disegnassi a parole chi è Fabio… “…adesso che ha la pelle bianca come la carta, puoi scrivergli con la punta del cuore, se vuoi…” mi ha detto il giorno di Natale, chiamandomi a casa sua…mi ha portato nella tua stanza e dato il regalo, la lettera: “Mi aveva detto di consegnartela oggi…resta pure tutto il tempo che vuoi e prendi qualcosa di suo…voleva che distribuissi i suoi oggetti a tutti voi, soprattutto a te perché sai custodire molto bene i ricordi…”
Vorrei riuscire a tradurre in segni, la morte che sta rabbuiandomi piano… …non sono riuscita comporre neppure una frase…probabilmente perché non sono mai stata capace di scrivere bene come avrei voluto…ed è impossibile tracciare un tuo ritratto con una sola frase.Ho ripercorso la tua lettera di natale…ho percepito la fatica di fare scorrere la penna sul foglio…ho compreso la tua voglia di dirmi: “Vado via ma resto dove mi collocherai…nel tuo cuore, nei pensieri…o anche soltanto accanto a te. Porto nel bagaglio, i nostri ricordi per indossarli nell’aldilà.”Non seguivo un filo logico…sono partita con la vacanza in Sardegna e un refrain in giro di Do…le note si inanellavano con le mie dita…ho aggiunto un paio di note in più…e ci ho rivisti nel mare a schizzarci come due bambini…Ma ti ricordi le onde grandi e noigli spruzzi e le tue risa…cos’è rimasto in fondo agli occhi tuoi,la fiamma è spenta o è accesa…?Percepivo l’odore dei fiori, sembrava galleggiasse apposta  per ricordarmi la vulnerabilità umana…la precarietà dell’arco vitale distribuito agli antipodi casualmente…una canzone, tasselli della nostro passato…Tu fresco di patente, un pomeriggio: “Dai facciamo un giro…” … …un giro di seicento chilometri andata e ritorno…trecento chilometro per raggiungere i tartufini…trecento chilometri usati per raccontarmi di Chiara: “Mi sa che sono innamorato, Kà…”…ascoltavo e pensavo che in quel periodo lo ero anch’io…per la prima volta…e che avrei voluto esserlo di un altro ragazzo. Giravano ancora pochi cd…ci scambiavamo le cassette a nastro per duplicarle ed ascoltarle con il walkman…conservo ancora oggi le musicassette con le canzoni che ci hanno accompagnato anche quel pomeriggio e che abbiamo cantato a squarciagola…I am the eye in the skylooking at youI can read your mindI am the maker of rulesdealing with foolsI can cheat you blindand I don't need to see anymoreto know that I can read your mind, I can read your mindHo continuato a strimpellare e a raccontare…è stata una meravigliosa follia della quale vado orgogliosa…mi avevi fatto promettere che avrei cantato ancora per te, anche nei “prossimi domani”.Through the fish eyed lens of tear stained eyes I can barely define the shape of this moment in time and far from flying high in clear blue skies I'm spiralling down to the hole in the ground where I hide And if I show you my dark side will you still hold me tonight and if I open my heart to you and show you my weak side what would you doMusica ed immagini a ritrarci in ogni nostra epoca vitale, colano piacevolmente… gli incontri all’Happy...
Il militare sulla neve...
 
La foto del tratto di fiume al quale accenni nella lettera, questa volta senza gli aironi…
… … …Preferisco non lasciare nessuna poesia on line…per te ho scritto qualcosa che va oltre la semplice elegia, impossibile è disseminare scarabocchi che resterebbero tali ed incomprensibili, agli utenti nella blogosfera…me compresa. Ho scelto di tracciare su carta lemmi …intrecci di rami…di foglie e radici d’amore.So che saprai comprendere la mia malinconia, il mio bisogno di tuffarmi nei ricordi per riemergerne più forte…non mi curo di chi blatera dissensi, criticando la mia indole nostalgica …la sensazione di vuoto che provo, mi apparterrà eternamente…è mia…fa parte di me e di chi non c’è più e che mi manca fino a sfinirmi. Vado fiera della mia completa “incapacità di dimenticare”… … …il continuo tornare mentalmente al tempo che fu, si amalgama perfettamente con la necessità di avanzamento temporale. La nostalgia non è che il “dolore del ritorno”…una situazione emotiva che contribuisce a cementare il senso di continuità del ponte fra passato e presente.Faby, ho un peso sul cuore e la testa fra le mani…mi manchi come mancava a te, l’ossigeno che non voleva entrare nei polmoni…vorrei poter allentare il nodo che rallenta i respiri…vorrei mettermi una mano sul cuore e farlo smettere di sanguinare… …Vorrei esserti rintocco, il tuo appena distrartidal tuo delicato non esistere più……si ferma lo scorrere dei giorni…gli anni non saranno niente per noi, separati da un labirinto che misura d’assurdo……allora torneròvicina stellaalla tua lontananza siderale…torneremo ad essere Faby & Kà……Ti abbraccio perché non ti vedoche a tentoni, accecatodai tuoi stessi occhi in me conficcatiper cui non sose sia mio o tuo questo piangere……insieme nel “persempre”K.
“…Ma lascia almenoch’io lastrichicon un’ultima tenerezza,il tuo passoche s’allontana…” (V. M.)