..E così (POE)sia..

ѕєиѕєℓєѕѕ

Mi sveglio ancora molto presto, troppo per i tuoi gusti. Apro gli occhi  per focalizzare la mia giornata…mi basta un’ora, e sono già pronta per uscire.
Le strade sono le medesime di sempre, è alba e tramonto insieme…il cielo immenso è quasi surreale, troppo grande, troppo azzurro, e mi calza a pennello.
Stessi cartelli, stessa striscia d’asfalto che mi porta lì…al sentiero sconnesso dove è impossibile proseguire se non a piedi…dove l’unico metodo per viaggiare, consiste in un paio di scarpe e dei comodi pantaloni.
Arrivo alla salita, percorsa infinite volte…mi trovo poi nella stradina maliziosa ed aggraziata che ammalia con le sue curve i viandanti, pellegrini di sogni ubriachi di tristezza.
Conosco ogni angolo a memoria, ma è come se lo vedessi per la prima volta…tra questi spazi ci siamo tu ed io cristallizzati in tanti ricordi fossili, di ere che a tratti, non sono esistite che per noi soltanto…Ho memorie che si abbracciano, filamenti gocciolanti di lacrime verdeazzurro mi tingono lo sguardo…resto in ascolto della mia solitudine…diventa sirena…si scioglie in canto.
C’è un vuoto che mi sfiora appena…cerco spazio da riempire con la tua immagine…mi sfogliano petali di lune nascoste, le pagine del cuore e un po’ di ghiaccio scivola, lungo la cornice della mancanza, dipingendo in trasparenza sbavature di nostalgie non attenuate dalla pioggia di “giorni dopo” susseguiti stanchi…
Una corsa in spiaggia è sufficiente perchè il ruggito mare si faccia così possente da disperdermi, e
così dolce da sciogliermi i nodi e ricomporre le maglie nell’arcobaleno del tuo sorriso.
Conchiglie…sbucano dalla rena come iridi d’opale…gabbiani volano liberi, non ci sono né falchi né aquile qui…e non vorrei mai andarmene.
Il faro occhieggia perseverante, scogliere disordinate, si incrociano perfettamente…non c’è disagio…non ci sono cerchi da far quadrare…è una perfezione che mi commuove…adagio inspiro sabbia e salsedine…piano allaccio tra le labbra parole e musica, discorsi che si stringono in girotondi scioglilingua.
Abbaglia malinconie il fiammeggiante astro, fissandomi torride lacrime salpate verso la rima palpebrale… … …appesa ad un incantesimo disfatto, sbriciolo inquietudini come biscotti mangiati al chiaro di stelle ora spente…gemme di luce, piovono da celesti palmi divini…tutto mi è nuovo e conosciuto, tutto è udire il tuo nome intessuto nel respiro del vento, tutto è sentire afflati immaginari, scompigliare ciglia salate.
Quanti anni, separati solo da una valle…da qualche chilometro…: “Un giorno io e te andremo là…oltre l’orizzonte, te lo prometto coccinella.” …ma io… … …sono ancora qui.
Ti sento palpitare nella relatività del mio modus vivendi, nella corporeità del futuro passato, ti sento ridere nella prossima estate, un’estate color miele, estate di silenzi parlanti, incurvati ad ala di gabbiano…aurea estate afosa, avida di carichi sospiri…estate di sole dorato…estate ai miei occhi, meno bionda.
Non si spegne l’ansia di rivederti…la fiamma rubata al tempo s’è fatta liquida…cosa c’è nel fondo delle tue pupille chiare…?
Barche sull’acqua, accarezzano gelatinosi abissi…giochiamo con le ombre, come da bambini…col sorriso dell’innocenza a dipingerci la bocca, rubiamo carezze alla rugiada degli uragani…come allora…teniamo tra le braccia, il suono zuccherato della vita spensierata che non ho avuto mai...
infrangiamo specchi che riflettono dolore… smarriamoci…nei mosaici del nulla, dispersi in altri emisferi.
… … …Il sole s’infiamma, tra poco sarà primavera…
la prima,
senza te.
E il cielo resta sconfinato e il mare lo sommerge…
…siamo ancora qui…
…lo saremo per sempre.

K.

ON AIR:
JOHNNY CASH - Hurt