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Noemi: «Il talent show non basta, bisogna lavorare tanto»


Qual è la tua opinione sul fenomeno dei talent show, pensi che possano sostituire quella che una volta era la necessaria gavetta degli artisti o diventare addirittura la gavetta dei tempi moderni? «I talent show non possono dare l'esperienza di tanti anni di studio e lavoro, ma sono un ottimo trampolino di lancio per raggiungere la fama per chi la gavetta l'ha già fatta, un canale preferenziale in tempi in cui non è facile farsi conoscere dal grande pubblico. Io, per esempio, ho partecipato a X-Factor dopo molti anni che scrivevo musica con la mia band. Poi non è facile sopravvivere alla televisione perchè il pubblico non è quello musicale e paradossalmente una volta fuori da X-Factor si rischia di essere meno seguiti che quando si era dentro. Non bisogna mai perdere di vista dove si sta andando e rimanere focalizzati sulla musica più che suo suo "contorno"».Parliamo del tuo nuovo album "Rosso Noemi". Questo disco ti ha portato ad avere una veste più personale dal momento che hai scritto parte dei testi e degli arrangiamenti? Hai intenzione di riproporre gli stessi suoni molto acustici nei live«Sono convinta che nella musica il sound sia fondamentale quanto la voce e sono contentissima che la mia band e il mio direttore artistico Corrado Rustici la pensino come me. In particolare ringrazio moltissimo quest'ultimo, grande musicista e soprattutto geniale produttore di Elisa, Tiziano Ferro e Aretha Franklin, innamorato come me della musica dal vivo. È grazie alla collaborazione con lui che le mie canzoni risultano così curate musicalmente e certamente riproporrò gli stessi suoni acustici nei concerti».Come descriveresti la tua recente collaborazione con Gaetano Curreri e Vasco Rossi e che impressione ti ha fatto aprire i concerti di una leggenda della musica italiana come Vasco? Quale è stato l'impatto che hai avuto con il suo pubblico? «E' stata un'esperienza semplicemente fantastica e devo dire che sono stata molto fortunata ad avere questa possibilità. Devo dire che ho lavorato benissimo con Gaetano e Vasco e sono rimasta in ottimi rapporti con loro. Il pubblico di Vasco ha dimostrato da subito un grande affetto per me ed io, che ne ho sempre fatto parte, non posso che esserne orgogliosa e ringraziarli di cuore».Hai puntato sulla qualità anche nelle collaborazioni. Come è stato il concerto a Roma con Fiorella Mannoia e Paola Turci? «Sono orgogliosa di aver lavorato con due artiste del calibro di Fiorella e Paola, che si sono rivelate persone splendide oltre che esempi sul piano professionale. Fare un duetto è sempre qualcosa di delicato, servono sintonia e affinità musicale e con Fiorella abbiamo lavorato con passione per raggiungere un comune intento artistico, come si dovrebbe sempre fare. Devo anche ringraziare lei e Paola perché, oltre ad aver partecipato al Watoto Festival con entusiasmo e senza storcere il naso per la mia provenienza da un talent, mi hanno dato molti utili consigli per crescere nella mia carriera. Io e Fiorella poi siamo molto simili, in gusti musicali e non solo». E non a caso la Mannoia ha dichiarato di rivedere in Noemi la se stessa di vent'anni fa.