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Intervista a Fabio Canino: "Io, gay in cravatta, faccio paura"


Fa una vita da Canino, dice ridendo. Un po' vita da cane, perché fra teatro, radio e tv non ha più orari. Un po' da Fabio Canino, appunto, il conduttore gay più famoso d'Italia. Quello che, dopo il successo televisivo partito con "le Iene" e consacrato da "Cronache marziane" e "Frankenstein", da ormai tre anni non ha un suo programma. Rai e Mediaset hanno scopiazzato i format, ma li mettono in onda senza di lui. Censura omofoba? Semplice coincidenza? Intanto lo si ascolta a "Miracolo italiano" su Radio2. Lo si vede sul palcoscenico, sua grande passione, o come ospite controcorrente in qualche salotto tv o su Sky. Quando lavorava ancora nella nicchia di Gay.tv il "Time" gli dedicò quattro pagine, parlandone come di una rivelazione: "Sì, ma stia tranquillo che in Italia ci sono critici televisivi a cui non piaccio", dice seduto sul divano del barbiere, nel centro di Roma. Sul soffitto del salone sono montati i riflettori. Sembra un set.Che ci fa qui dal barbiere? Si rilassa o prova un nuovo programma?"Le sembrerà strano ma anche ai gay cresce la barba".A proposito di gay. Perché lei non ha un suo programma? E' troppo "gay oriented", come si dice oggi?"Voilà. Mi aspettavo questa domanda. Magari non con una lama al collo. I problemi sono tanti. Ma le basti un esempio. Il programma che mi ha portato al successo è "Cronache marziane". In effetti veniva considerato da molti un programma "gay oriented", e forse per questo non hanno pianto quando è stato chiuso".Ed era così?"In realtà non lo era affatto, tanto che piaceva a tutti, etero e gay. Al punto che ho visto pezzi interi scopiazzati in tanti altri programmi, condotti da eterosessuali. E' chiaro il concetto? D'altra parte io non faccio il gay di professione, nonostante in tv sia tutto così settoriale ormai. Se lo fai di mestiere, poi ti succede che se si fa male un gay in Australia, chiamano te e ti chiedono cosa ne pensi. E io che ne so? Si faccia medicare".Cosa spaventa di più i direttori di rete, quando uno come lei va in tv?"Forse che io vado in televisione in jeans e maglietta, non con le piume di struzzo. Questo mi rende, assurdamente, più pericoloso perché sono normale, me stesso, un conduttore che parla con il pubblico, senza confini. E trasmetto quindi un'idea dell'omosessualità normale, che evidentemente fa ancora paura".Però la censura in tv è un tema serio. Lei, pur in un altro settore, si sente per caso come Fazio e Saviano quando contestano la Rai, o come Santoro?(Ride) "Assolutamente no. Non sono mai stato censurato, a me al massimo mi cancellano i programmi".E' una battuta?"Il problema effettivamente c'è. Mi sono fatto l'idea che in Italia ci siano anche i professionisti della censura, gente che lavora grazie alla censura, che gli fa avere più spazi e copertine di un ufficio stampa. Detto questo se mi cita Fabio Fazio, beh, lui è uno dei più bravi e che stimo. Il rischio è che restino programmi-evento: come un ariete sfondano il muro della banalità e dell'ipocrisia solo in quel preciso momento. Per liberarsi della censura ci vorrebbe uno sforzo immane di tutta la televisione, un cambio di mentalità. Anche perché molta censura, in realtà, è auto-censura. I servi del re sono molto peggio del re".Un giorno a "Cronache marziane" arrivò Francesco Cossiga. Strana coppia voi due. Che rapporto avevate?"Mi colpì molto constatare come i politici della vecchia generazione fossero molto più moderni e pronti a uno scambio di quelli attuali. Cossiga era più giovane di tanti giovani politici di oggi. Durante un pranzo a casa sua, mi domandò: "Cosa posso fare per te?". Io lo guardai e gli risposi: "Presidente, mi aiuti a trovare un fidanzato". Cossiga non fece una piega e mi presentò un suo amico. Sfortunatamente non era la persona giusta per me".Cosa la fa più ridere in televisione?"Daniela Santanché".E perché?"Non ne azzecca mai una. Vuole fare quella che difende la maggioranza di governo, ma in realtà fa danni. Gli complica la vita. Mi immagino quelli del suo schieramento politico, quando la vedono in televisione, mettersi le mani nei capelli e urlare: "Noooo, di nuovo lei!" Presumo preferiscano vedere Rosy Bindi a difendere Berlusconi".Giù dalla torre Mina o Lady Gaga?"Beh, qui l'intervista si fa seria. Mi butto io. E al mio funerale vorrei una canzone di Mina e una di Lady Gaga. Cantate da loro, me lo meriterei a quel punto".Che cosa invece la fa più arrabbiare?"Mi fa molto arrabbiare vedere le interviste di certi giornalisti che, con l'aria di circostanza, avvicinano i parenti delle vittime di stragi, incidenti o delitti, porgono il microfono e chiedono: "Come si sente?" A persone incapaci di reagire. Cosa si aspettano di sentire? "Bene grazie, sto andando a bere un aperitivo con gli amici"".La televisione è in crisi di ascolti. Cosa pensa delle scelte sui programmi e sui personaggi che oggi vanno più in video? Sono i conduttori a funzionare meno, o i dirigenti a non capire più il pubblico?"Siamo generazioni a cavallo fra l'analogico e il digitale, fra il 45 giri e la chiavetta Usb, fra la vecchia televisione e le nuove tecnologie. La televisione ha ancora paura a investire tutto e solo nel nuovo. A volte fanno degli esperimenti, poi però si torna alla norma. E così non si accontenta nessuno. Spesso poi, soprattutto sulle reti di Stato, chi dovrebbe decidere non sa niente di tv. Perché fino al giorno prima dirigeva enti, era a capo dei telefoni o degli aeroporti. Ma sa com'è... la maggioranza si accontenta di quello che passa il convento. Un caro saluto a Emanuele Filiberto".La7 le piace?"Molto. La televisione, per usare un luogo comune, è lo specchio della società. Quindi come sempre le minoranze sia sociali che televisive hanno più inventiva, coraggio, creatività... come le piccole produzioni e i piccoli programmi che fanno grandi performance. La7 è uno di questi casi".Lei è di destra o di sinistra?"Ho solo la tessera del supermercato, per raccogliere i punti. Vale lo stesso?".Avrà un'idea politica. "Disgraziatamente sì. Progressista".Chi vota, quindi, il Pd?"P-chi?. Le sembra un partito progressista? Credo che i dirigenti, futuri e veri, oggi siano ancora alle scuole medie. Non si mettono d'accordo nemmeno sull'orario del congresso, quando lo convocano".Ultimamente sembra che per fare televisione si debba andare a letto con i potenti? Le ragazze di Berlusconi, i festini di Lele Mora. E' così?"Non sono d'accordo con le generalizzazioni. Mi fanno molto arrabbiare. Per esempio le veline, cioè le ragazze di "Striscia la Notizia", vengono citate a sproposito. Molte hanno fatto una carriera di tutto rispetto. E' come se si dicesse che tutte le igieniste dentali sono come la Minetti. Ma per carità. Per lavorare a "Striscia" bisogna alzarsi presto e andare in sala prove. Le Olgettine, ricordo non fossero così mattiniere".Espresso 25.07.11