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Gay discriminati sul lavoro


Non si dichiarano. Hanno paura. Più di un omosessuale su quattro sul posto di lavoro finge una sessualità tradizionale. Chi non lo fa, del resto, viene discriminato. Licenziato, addirittura. Sembra la sceneggiatura di un film. È la realtà di una ricerca che Arcigay ha fatto intervistando oltre duemila tra omosessuali e trans (2 mila 229 per la precisione). E ben il 26,6% di loro ha risposto che sul posto di lavoro preferisce nascondersi. Diventare invisibile. Perché chi non lo ha fatto è stato discriminato. Lo garantiscono gli stessi omosessuali: uno su cinque giura di essere stato trattato in maniera iniqua per colpa della sua sessualità. Una percentuale che sale al 50% fra le persone transessuali. C' è chi assicura di aver perso il lavoro perché omosessuale: il 4,8% degli intervistati non ha dubbi. Il 25% fra i transessuali. E il dato più triste della ricerca è che fra quelli che sono stati discriminati, licenziati, trattati in maniera iniqua uno su tre (il 30%) non denuncia tutto questo. Tace. Anche in questo caso: preferisce nascondersi, per paura di ritorsioni. Alla fine, forse, poco importa che il 48,5% degli omosessuali ha la percezione che la loro situazione sia migliorata rispetto al passato. Il presente è ben poco felice. Dice Paolo Patanè, presidente dell' Arcigay: «Sappiamo che questo è un periodo in cui l' agenda politica è distratta da altri temi: crisi economica e conti da sanare. Ma è proprio nei periodi di recessione che il clima si fa più rovente e le discriminazioni si accentuano». Ma il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ammette il problema, senza esitare. Dice: «Questa ricerca dell' Arcigay evidenzia una realtà triste che caratterizza il nostro sistema produttivo di beni come di servizi. Bisogna fare qualcosa». Bisogna fare qualcosa: dalle associazioni gay è tanto tempo che chiedono a gran voce iniziative. In prima linea ci sono Paola Concia, deputata del Pd, unica omosessuale dichiarata in Parlamento, e Franco Grillini, oggi nelle file dell' Idv, ma storico del movimento omosessuale, fondatore dell' Arcigay. E il ministro Sacconi è proprio raccogliendo il loro appello che annuncia l' iniziativa di protocolli condivisi da inserire nei luoghi di lavoro contro le discriminazioni. Spiega infatti il ministro: «È mia intenzione promuovere un' iniziativa rivolta a sollecitare più diffusi comportamenti corretti e contrastare quelli che corretti non sono, coinvolgendo un po' tutti. Le competenze ministeriali, quelle regionali (centri per l' impiego e politiche attive), quelle delle Agenzie (per il lavoro e private) e quelle infine delle parti sociali per avviare protocolli condivisi».