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Appello a Ferrante per i Pacs


Ma la Margherita punta i piedi: "Non si può fare del registro comunale un nodo di divisione come la Tav".I Ds, la Rosa nel pugno e l´Arcigay non ci stanno. Dicono chiaro a Bruno Ferrante che nel programma dell´Unione deve ritornare anche il Registro delle unioni civili, quella sorta di Pacs comunale che dovrebbe servire per dare a tutte le coppie di fatto, etero e omosessuali che siano, parità di accesso ai servizi comunali. Ma dall´altra parte è la Margherita a chiedere al candidato sindaco l´esatto opposto: niente registro. E poi: «Parliamo di diritti concreti, non possiamo restare prigionieri dei nomi. E non andiamo a cercare quello che ci divide fermandoci alle etichette, non facciamo del registro la nostra Tav», manda a dire il presidente della Margherita Nando dalla Chiesa agli alleati. In tema di liste per il consiglio comunale, invece, la Rosa nel pugno ha deciso il capolista: sfumata l´ipotesi Oliviero Toscani, il primo posto toccherà a Marco Cappato.Un tema, quello dei Pacs comunali, su cui oggi, dovendo licenziare il programma per le elezioni del 28 maggio, l´Unione con il candidato sindaco Bruno Ferrante dovrà trovare una mediazione. Ma cosa sarebbe quel Registro delle unioni civili, che fino a due giorni fa era scritto nel lungo documento elaborato dal Cantiere e che alla stretta finale è scomparso dal programma presentato da Ferrante ai partiti? In Italia esistono già dei precedenti in diversi Comuni. Prevede l´iscrizione, in un registro comunale, delle coppie conviventi e non sposate che ne facciano richiesta. Effetti? Chi si iscrive dovrebbe avere gli stessi diritti delle coppie sposate ad esempio nei punteggi per avere una casa popolare, per iscrivere i bimbi all´asilo, per avere gli incentivi che il Comune dà a favore delle coppie.I laici dell´Unione non hanno preso affatto bene il dietrofront. La Rosa nel pugno ad esempio, che con Valerio Federico definisce «irrinunciabile un richiamo esplicito alla creazione di un registro delle coppie di fatto». I Ds con Pierfrancesco Majorino concordano che «il registro ci deve essere». E Aurelio Mancuso, di Sinistra libertaria ma anche segretario nazionale dell´Arcigay, non nasconde la delusione dicendo che migliaia di persone «finalmente dopo tanti anni di governo del centrodestra non vorrebbero essere insultate o ignorate anche dall´alleanza di centrosinistra». Ma la Margherita il Registro non lo vuole. Il cattolico Paolo Danuvola ripete che «il tema delle coppie di fatto è serio, ma deve essere demandato alla legislazione nazionale. Il registro peraltro non avrebbe effetti pratici e si presterebbe a strumentalizzazioni». Roberto Caputo, sempre Margherita ma ala laica, è più tenero: «Il problema delle coppie di fatto riguarda migliaia di milanesi, una soluzione adeguata va trovata».