Snorki sarai tu!

Franco Marini presidente del Senato


L'esponente della Margherita ha ottenuto 165 preferenze contro le 156 di Giulio Andreotti, una la scheda bianca Franco Marini è il nuovo presidente del Senato. E' stato eletto con 165 voti, 3 in più rispetto al quorum richiesto. A Giulio Andreotti sono andate 156 preferenze. Una la scheda bianca. Il primo 'atto' compiuto da Marini, subito dopo aver raccolto i festeggiamenti del settore di centrosinistra dell'Aula di palazzo Madama, è stato un caloroso abbraccio con stretta di mano con la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, 97 anni, la più anziana del Senato. Un primo applauso era scattato quando la conta seguita dai parlamentari dell'Unione aveva toccato quota 162 voti e dunque al raggiungimento del quorum, ma il presidente Oscar Luigi Scalfaro era subito intervenuto pregando l'Aula di non interrompere lo spoglio delle schede, peraltro oramai quasi ultimato. Un secondo, più fragoroso applauso, è poi partito proprio al momento dell'abbraccio fra Marini e la Levi Montalcini. Un applauso è giunto anche da Andreotti ma con Marini non c'è stato nessun 'incontro ravvicinato': né breve colloquio, né stretta di mano, né un saluto. Anzi, quando Marini era ancora sullo scranno più alto dell'aula di palazzo Madama, avendo appena terminato il suo discorso inaugurale, Andreotti si è alzato dal suo seggio nella seconda fila centrale e ha lasciato l'assemblea. Un caloroso abbraccio, invece, il neo presidente lo ha ricevuto da Oscar Luigi Scalfaro, nel momento in cui gli ha ceduto la poltrona di presidente del Senato. In apertura del suo discorso di insediamento Marini ha rivolto un pensiero ai nostri militari morti in Iraq: ''Permettetemi di rivolgere un pensiero commosso ai caduti di Nassiriya. Esprimo il cordoglio della nazione e alle famiglie''. Poi la dichiarazione di intenti. ''Sarò il presidente di tutto il Senato'', sono state le sue prime parole. Il neo eletto si è impegnato a essere ''presidente di tutti'', nel dialogo fermo tra forze politiche e nel quadro di quel bipolarismo ''che anch'io ho contribuito a creare'', ed ha ricordato ''l'eccezionale partecipazione democratica'' alle ultime elezioni di fronte a cui ''tutte le forze politiche sono chiamate a operare con passione e impegno civile e politico''. Poi il ringraziamento a chi lo ha votato, ma anche a chi ha scelto Andreotti, e l'esortazione al Paese ad essere ''unito e solidale''. Marini ha anche ringraziato il ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, per le riforme che hanno consentito l'esercizio di voto ai nostri connazionali emigrati. Di fronte alla freddezza e ad alcune battute provenenti dal centrodestra, il neo eletto presidente ha subito ripreso quei settori dell'emiciclo: ''Questa ironia non mi sembra adeguata. Il ringraziamento è sincero: è un obiettivo storico e importante per il Paese''. Un applauso 'bipartisan' è stato rivolto dall'intera aula di palazzo Madama all'ex presidente del Senato, Marcello Pera, nel momento in cui ha ricevuto l'omaggio da parte del nuovo presidente. Infine, prima di concludere il suo intervento, riferendosi a una battuta che gli aveva riservato Andreotti in un'intervista, Marini ha chiosato: ''Ora termino, perché altrimenti il saluto del 'novizio' potrebbe allungarsi troppo''.