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Paola Turci: "La ricerca della vita chiude la mia trilogia dedicata ai sentimenti"


E' il terzo album di una trilogia, Le storie degli altri, che Paola Turci porta avanti dal 2009 e ha condotto la cantautrice romana sulle strade della ricerca introspettiva così come della disamina dell'universo che la circonda. Il primo di questi dischi era dedicato all'amore, il secondo all'universo femminile e questo al mondo. «Pensavo che fosse il soggetto più facile e invece è stato il più impegnativo. A tre anni di distanza mi rendo conto che quello di cui avevo bisogno era raccontare ogni tipo di sentimento». Per intraprendere questo lungo cammino artistico la Turci ha avuto bisogno del confronto e di parole più alte delle sue; per questo ha chiesto l'aiuto di Alfredo Rizzo, che ha collaborato per Bambini e Ringrazio Dio e di Marcello Murru con il quale ha fatto il grosso del lavoro. «Quest'ultima tessera del quadro - spiega - è dedicata al mondo che vorrei raccontato con la libertà di pensiero che lascia ampio spazio all'indignazione ma anche all'amore verso la vita». Il primo singolo, Utopia, firmato da Francesco Bianconi dei Baustelle è una canzone di ampio respiro che si permette di sferzare i salotti buoni, lo snobismo intellettuale e la mancanza di immaginazione propria di certi ambienti. «Quello di Bianconi è spesso un punto di vista estremo, e anche se il suo linguaggio è lontano dal mio, baia capacità di non perdere mai la dirczione. Gli autori che fanno per me sono quelli che con semplicità riescono a dirti ti amo». C'è anche un pezzo di Gaber, Si può, che l'artista ammira e del quale vorrebbe prima o poi proporre una rivisitazione «al femminile».  «Ho sempre creduto che Giorgio Gaber fosse una delle menti più intelligenti e fervide che si siano mai espresse nel nostro Paese. Fino ad oggi ne ho visto le celebrazioni portate a teatro da tanti uomini ma mai da una donna. Ecco, mi piacerebbe un giorno riuscire a portare su un palco Gaber visto con i miei occhi. Ne ho già parlato con la figlia Dalia e chissà, un giorno potrebbe succedere qualcosa». Tra i brani che compongo il ed ce ne sono parecchi che vale la pena di ascoltare più volte anche perché le liriche espresse da autori come Bianconi, Rizzo e Murru vivono di una profondità che non permette una «toccata e fu ga». Se in La seconda canzone si parla di un luogo dal quale cerchiamo di fuggire ma dove, alla fine, ci troviamo benissimo, in «Devi andartene» il riferimento a Berlusconi e alla sua politica riporta tutto sulle tematiche dell'esercizio del potere e del suo abuso. «È un pezzo - dice la Turci - che si rivolge alla storia della quale, ovviamente, fanno parte il presente e un vissuto che ha portato il nostro Paese nella condizione che per molti versi è figlia di chi ci ha governato». Paola Turci il 25 aprile sarà tra gli artisti che si esibiranno a Torino in Piazza San Carlo al concertone per la festa della Liberazione.La Stampa, 21.04.12 Pag. 38