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Rutelli: l'Unione si schiera al quarto voto


No a D'Alema. 16,40 di venerdì Gianni Letta consegna a Richy Levi la risposta ufficiale che l´Unione si attendeva dalla Cdl. Il punto interrogativo più rilevante, semmai, riguardava il secondo quesito - più o meno sottinteso - che il consigliere politico di Prodi avrebbe dovuto ricavare dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Se, cioè, i leader del centrodestra - riuniti nel frattempo a Palazzo Grazioli - avrebbero gettato massi lungo il percorso che porterebbe D´Alema fino al Qurinale. Esplicitando magari il loro gradimento per candidature dell´Unione alternative a quella del presidente della Quercia. Così non è stato. Per il momento, niente manovre Cdl congegnate ad arte per portare scompiglio nel centrosinistra. Il centrodestra, in realtà, è ancora diviso al suo interno. E il tentato accordo su Giuliano Amato o su Mario Monti è fallito. Perché, per un verso o per l´altro, quei nomi - e altri del centrosinistra passati in rassegna per indicare all´Unione il terreno di una possibile convergenza - non accontantano alcuni e scontentano altri. «Da parte della Cdl non è, per ora, stata manifestata disponibilità nei confronti di alcun candidato dell'Unione», spiegherà l'ufficio stampa di Romano Prodi, con una nota delle 19 che si prestava ad una ridda di intepretazioni. Meno di due ore dopo, infatti, si correggeva il testo spiegando che l´indisponibilità era stata mostrata della Cdl «nei confronti della proposta di candidatura dell'Unione». Un modo per sottintendere, in sostanza, che Levi aveva formalizzato a Letta il nome del solo D´Alema. Una formulazione diversa da quella della primo testo che, al contrario, faceva capire che le candidature intorno alle quali il consigliere politico di Prodi aveva sondato la Cdl erano più d´una. Indiscrezioni, poi smentite, raccontavano che registrato il «no» Cdl su D´Alema, Levi avrebbe sondato discretamente Letta su Amato e Napolitano. E che l´alt al Presidente Ds, a quel punto, si sarebbe esteso alle altre candidature. «Richy ha fatto un solo nome, perché era quello che doveva fare», taglia corto Prodi a fine serata. Giallo derubricato come semplice incidente di comunicazione, quindi. In realtà, al di là di come sono andate realmente le cose, la Cdl non ha eretto barricate davanti al candidato più accreditato dell´Unione. Se a questi indicatori si sommano le dichiarazioni esplicite di voto del Dc Rotondi e del leader siciliano dell´Mpa, Lombardo. E i segnali che giungono dalla Lega, si può desumere che - al momento - la candidatura del presidente della Quercia «pesca» nel centrodestra ed è «la più forte in campo del centrosinistra». Basterà a superare le preoccupazioni di Rutelli sulla necessità di ricercare un nome largamente condiviso dalla Cdl, dopo la «fumata nera» del doppio incontro Levi-Letta? Venerdì mattina il leader Dl era uscito dall´ufficio di D´Alema facendo riferimento a «candidati autorevoli» che lasciavano intendere che il presidente della Quercia non fosse l´unico in campo. Poi, nel pomeriggio, Rutelli spiegava cose un po´ diverse. Che, cioè, nelle prime tre votazioni per il Quirinale sarà «necessario ricercare ed auspicabilmente trovare una maggioranza molto ampia». E che «dalla quarta, se la Cdl imponesse un veto alla ricerca di una soluzione condivisa», l´Unione non potrebbe «che schierare il nostro candidato più forte, al quale andrà il sostegno della Margherita e, ne sono certo, di tutto il centrosinistra». Ma è al Rutelli della mattina che si appiglia Casini per rilanciare la palla nel campo del centrosinistra. «Se non vuole rinnegare il metodo Ciampi - spiega l´ex presidente della Camera - l´Unione avanzi una rosa di candidati e il centrodestra sarà pronto a fare la sua parte». Parole che riecheggiano quelle utilizzate da Gianfranco Fini per commentare la prima nota dell´ufficio stampa di Prodi che commenta l´incontro Levi-Letta. «Non si può dire che la Cdl non ha manifestato disponibilità sui nomi proposti - afferma il leader di An - Ciò per la semplice ragione che al momento l'Unione ha presentato una sola candidatura, sulla quale non è possibile per la Cdl convergere».In realtà, nella Cdl - e nel giro berlusconiano in particolare - è aperto un dibattito approfondito sul «che fare» in vista dell´elezione del nuovo Capo dello Stato. Ieri mattina, incontrando Letta, Levi aveva in mano una copia del Foglio, il quotidiano di Giuliano Ferrara dalle colonne del quale Piero Fassino aveva preronato, presso la Cdl la causa di D´Alema. «La guerra è finita, perciò la candidatura di D'Alema al Quirinale deve essere il primo atto di una pace da costruire e non l'ultimo atto di una guerra che continua», spiegava il leader della Quercia, chiedendo «alla luce del sole» i voti del centrodestra a sostegno del presidente Ds, «O ,comunque, un'intesa graduabile in diverse forme purchè esplicite».