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America sceglie Obama ma mercati temono "fiscal cliff"


Quattro anni ancora e "il meglio deve ancora venire". Sul palco del Centro congressi McCormick di Chicago Barack Obama, appena riconfermato presidente degli Stati Uniti, ritrova la grinta in un potente discorso della vittoria che fa entusiasmare gli americani... ma non i mercati. La revisione al ribasso delle stime della Commissione europea del Vecchio Continente ha sicuramente pesato su listini, ma certo Obama non e' riuscito a sollevarne le sorti: a meta' giornata l'indice dei titoli industriali di Wall Street, il Dow Jones, perdeva l'1,99% e il Nasdaq oltre il 2%.Obama si è aggiudicato 332 grandi elettori su 538 (per vincere ne servono 270, ma nel 2008 ne conquistò 365). Ma si tratta, in ogni caso, di una vittoria non travolgente come quella del 2008, quando aveva incassato una pioggia di voti, quasi 9 milioni in più rispetto al 2012. Per Obama è comunque andata meglio delle attese, con i sondaggi che davano un testa a testa più ravvicinato. I democratici però avanzano in Congresso, che si mantiene comunque spaccato con la Camera a maggioranza repubblicana e il Senato democratico. Nonostante questo, il numero dei democratici alla Camera (435 totale) sale - è un risultato ancora parziale - di due unità a 192 contro i 234 repubblicani. In Senato i democratici salgono a 55 (+3) a fronte dei 45 repubblicani che vi siedono. Romney si ferma invece a 206 e strappa ai democratici Indiana e North Carolina. Numeri ormai dati per certi, anche se resta ancora aperta la conta in Florida (dove comunque sorprese improbabili dell'ultima ora sposterebbero le cifre ma non certo il risultato). Il presidente ha incassato anche il 50% del voto popolare, due punti in più dell'avversario. Per Obama è filata così più liscia del previsto, scongiurando pericolosi e temuti pareggi e riconteggi.Mitt Romney ammette la sconfitta ed esorta alla collaborazione tra repubblicani e democratici. L’ex governatore del Massachussetts ha sperato fino all’ultimo nella vittoria e ha tardato a salire sul palco del quartiere generale di Boston. Alla fine con gli occhi lucidi ha parlato per pochi minuti, mezz’ora prima del discorso di Obama. “Il nostro Paese vive un momento critico”, ha detto il mormone Romney, “e non possiamo rischiare scontri tra partiti politici”. “Ho appena chiamato il presidente Obama per congratularmi con lui per la vittoria. Anche i suoi sostenitori e la sua campagna meritano le congratulazioni. Faccio gli auguri a tutti loro, e particolarmente al presidente, alla first lady, alle loro figlie. E’ il momento di grandi sfide per gli Stati Uniti e io prego che il presidente abbia successo nel guidare la nostra nazione”. Una sconfitta personale, la seconda dopo quella alle primarie repubblicane del 2008. Ma il controllo della camera conservato dal suo partito permette al Grand old party di negoziare con il presidente sui temi più spinosi, da quelli economici, come il rilancio dell’occupazione, fino anche quelli di politica estera, come il nucleare iraniano e la crisi siriana.