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La storia di Enrico Berlinguer (VI° parte)


Nel marzo 1975 durante il 14º congresso del Partito Comunista Berlinguer espresse il pieno sostegno dei comunisti italiani "agli eroici combattenti del Vietnam e della Cambogia". Apparentemente non sembra che fosse informato dei crimini di guerra compiuti dalle truppe comuniste, in particolare della ferocia dimostrata dagli khmer rossi cambogiani sia durante il conflitto sia nella fase successiva di normalizzazione del paese. Non risulta che Berlinguer abbia mai espresso alcuna condanna nei confronti di questi crimini, né che li abbia ritenuti degni di un commento, pur essendogli certamente noti dalle corrispondenze dei giornalisti italiani (celebri ad esempio quelle di Tiziano Terzani dalla Cambogia). Nel 1976 in occasione di un congresso a Mosca dinanzi a 5.000 delegati provenienti da tutto il mondo Berlinguer parlò in aperto contrasto con le posizioni "ufficiali" di "sistema pluralistico" (che l'interprete simultaneo coscienziosamente rese come "sistema multiforme") e descrisse l'intenzione del PCI di costruire un socialismo "che riteniamo necessario e possibile solo in Italia". Da parte del Cremlino si replicò che essendo l'Italia sotto un marcato controllo della NATO, si era costretti a concludere che l'unica interferenza davvero sgradita ai comunisti italiani fosse quella sovietica. Berlinguer, del resto, avrebbe loro risposto, attraverso un'intervista rilasciata a Giampaolo Pansa per il Corriere della Sera, definendo il Patto Atlantico «uno scudo utile per la costruzione del socialismo nella libertà, un motivo di stabilità sul piano geopolitico ed un fattore di sicurezza per l'Italia». Peraltro all'apertura di Berlinguer nei confronti della NATO non corrispose un'analoga apertura della NATO nei confronti del Partito Comunista Italiano, che i leader politici dei paesi membri della NATO non consideravano un partito democratico e non giudicavano adatto a governare l'Italia o a fornire ministri ad un governo democristiano. È nota ad esempio la posizione di netta condanna nei confronti del Partito Comunista Italiano emersa nel vertice G8 tenutosi a Portorico nel 1976.