Quello che appare dopo lo spoglio elettorale è che ci sono tre grosse minoranze che dividono l'Italia: quella del Pdl, quella del Pd e quella del M5s. Il grande sconfitto di queste elezioni è senz'altro il Pd, proprio perchè si credeva che avesse la possibilità di vincere con la sua coalizione (Sel, Cd e Psi) o al massimo con l'aiuto di Scelta Civica (con Udc e Fli). Ma a guardare bene, anche se il Pdl viene dato tra i vinvitori per la sua rimonta, in realtà dalle scorse elezioni ha perso ben nove punti percentuali (da 38% al 29%). Il Pd invece dal 33% al 29%. Quello su cui tutti concordano è la vittoria del M5s di Beppe Grillo. Nato come idea nel 2007, non ancora messa in pratica nelle scorse elezioni; il punto di scvolta c'è stato nel 2009 quando Grillo tenta di candidarsi come segretario del Pd e non viene ammesso. Alle amministrative dell'anno scorso era accreditato del 14,5%. Ora è arrivato al 25%. Il successo di Grillo (che ha preso elettori provenienti da tutti i partiti) è senz'altro dovuto alla completa sfiducia dell'elettorato verso i partiti tradizionali. Sia verso il Pdl e i suoi alleati che hanno governato negli ultimi anni senza far riforme; che al Pd e ai suoi alleati che non hanno saputo costruire un'alternativa e che sopratutto hanno inciuciato troppo. La rabbia è cresciuta così tanto che sopratutto gli elettori 20enni, 30enni e 40enni si sono fatti visibili e hanno deciso di far sentire la loro voce. Adesso i parlamentari pentastellati dovranno dimostrare di essere un monolite e di non fare gli "Scilipoti" delle scorse legislature e allo stesso tempo di riuscire a fare il loro lavoro di parlamentari senza pendere dalla bocca del loro leader.
Elezioni 2013. Quello che ancora non riescono a capire.
Quello che appare dopo lo spoglio elettorale è che ci sono tre grosse minoranze che dividono l'Italia: quella del Pdl, quella del Pd e quella del M5s. Il grande sconfitto di queste elezioni è senz'altro il Pd, proprio perchè si credeva che avesse la possibilità di vincere con la sua coalizione (Sel, Cd e Psi) o al massimo con l'aiuto di Scelta Civica (con Udc e Fli). Ma a guardare bene, anche se il Pdl viene dato tra i vinvitori per la sua rimonta, in realtà dalle scorse elezioni ha perso ben nove punti percentuali (da 38% al 29%). Il Pd invece dal 33% al 29%. Quello su cui tutti concordano è la vittoria del M5s di Beppe Grillo. Nato come idea nel 2007, non ancora messa in pratica nelle scorse elezioni; il punto di scvolta c'è stato nel 2009 quando Grillo tenta di candidarsi come segretario del Pd e non viene ammesso. Alle amministrative dell'anno scorso era accreditato del 14,5%. Ora è arrivato al 25%. Il successo di Grillo (che ha preso elettori provenienti da tutti i partiti) è senz'altro dovuto alla completa sfiducia dell'elettorato verso i partiti tradizionali. Sia verso il Pdl e i suoi alleati che hanno governato negli ultimi anni senza far riforme; che al Pd e ai suoi alleati che non hanno saputo costruire un'alternativa e che sopratutto hanno inciuciato troppo. La rabbia è cresciuta così tanto che sopratutto gli elettori 20enni, 30enni e 40enni si sono fatti visibili e hanno deciso di far sentire la loro voce. Adesso i parlamentari pentastellati dovranno dimostrare di essere un monolite e di non fare gli "Scilipoti" delle scorse legislature e allo stesso tempo di riuscire a fare il loro lavoro di parlamentari senza pendere dalla bocca del loro leader.