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La videochat elettorale scatena la curiosità dei lettori dei lettori...


La videochat elettorale scatena la curiosità dei lettori del Corriere on line. Dal candidato del centrosinistra Bruno Ferrante, incalzato in studio dalla cronista Elisabetta Soglio, il popolo delle email vuole sapere di tutto. E così in un’ora di intervista si salta dal traffico, con l’idea dell’ex prefetto di indire un referendum sulla chiusura del centro alle auto, alla città che deve essere «bella di giorno ma anche di notte» e avere mezzi pubblici in servizio 24 ore su 24, ai Navigli che potrebbero essere in parte riaperti, alla futura giunta per metà formata da donne, con un assessorato all’Infanzia e magari un vicesindaco al femminile, alle chance di vittoria: «La battaglia è apertissima, nulla è precluso. Si può vincere anche al primo turno». Il nodo centrale è ancora una volta il traffico, su cui sollecita soluzioni Alberto da Milano. Mario, anche lui milanese, si spinge oltre e da Ferrante vuole sapere che cosa pensa di fare per migliorare la qualità dell’aria. «La politica del traffico di Albertini è stata sbagliata - premette il candidato dell’Unione - I poteri speciali che ha ottenuto non sono serviti: il traffico è
aumentato. Bisogna rendere la città più veloce trasferendo più trasporto privato verso il trasporto pubblico. Quest’ultimo va potenziato almeno del 20%». Ed ecco la proposta: «Vogliamo riprendere un’idea che fu della giunta Tognoli, quella di chiudere il centro storico. Ma abbiamo intenzione su questo di far esprimere i cittadini con un referendum: già nell’85 ne venne organizzato uno e la maggioranza dei milanesi si dichiarò favorevole alla chiusura». No invece al road pricing , che stuzzica la curiosità di Benedetto. «Non lo condivido - risponde Ferrante - per motivi tecnici e culturali. Il pedaggio non risolve il problema del traffico e dà l’idea di una Milano medievale, daziaria. L’idea di quella città chiusa che non mi piace». Nel dibattito sul traffico rientra anche la questione taxi: Dario dice che sono «pochi e cari» e invoca «una svolta». Ma Ferrante non lo asseconda: «Bisogna intervenire sui turni, sulle corsie preferenziali (ne servono di più). Si potrebbe valutare anche se è il caso di aumentare il numero delle licenze. Ma tutto ciò d’accordo con la categoria: i tassisti sono la prima vittima del traffico poco scorrevole».Adriano pone invece la questione della Darsena, dove si sta realizzando un parcheggio contestato dai cittadini. «È un’opera imponente e troppo invasiva - dice Ferrante - Quell’area però va valorizzata, anche usando la zona della stazione di Porta Genova dove potrebbe sorgere un Museo della Ferrovia». Sull’urbanistica è Gaetano che va dritto al punto, pizzicando una corda che ha messo in difficoltà la coalizione e innescato le critiche della sinistra radicale: chiede quale sarà il destino dei progetti Garibaldi-Repubblica e Fiera. L’ex prefetto non ha esitazioni: «I progetti regolarmente approvati devono andare avanti, ma ci sarà attenzione da parte dell’amministrazione sui punti controversi e ridiscuteremo alcuni aspetti che non ci convincono».Un’altra storia la nuova fiera. Vincenzo (da Milano) vuole sapere perché si spende tanto in opere pubbliche, quando «c’è molta gente che non può più vivere in questa città» per i costi proibitivi delle case. «È stato corretto portare il polo fieristico al di fuori del centro - frena Ferrante - Poi ci sono altri problemi sociali, ma non vanno messi in relazione con la Fiera di Pero-Rho». Sull’emergenza casa, comunque, il candidato dell’Unione ha una risposta: ribadisce il progetto di utilizzare la leva fiscale (Ici) e gli oneri di urbanizzazione per assicurare canoni sociali.
C’è anche chi pensa alle Olimpiadi del 2016. Le avrà Roma e Milano sarà tagliata fuori? «Dobbiamo batterci per portare le Olimpiadi a Milano. Potrebbero essere anche le Universiadi. Milano ha bisogno anche di un grande evento».Donne assessore. Donna vicesindaco. Donne che «devono stare un passo indietro» come l’ex prefetto asserì in tv alle «Invasioni barbariche», facendosi molte nemiche. Il tema è ricorrente nelle domande dei lettori del Corriere. «L’impegno è di creare una giunta con il 50 per cento di donne».E non potrebbe, la nomina di una donna vicesindaco, rappresentare una risposta allo «scivolone» televisivo? affonda il colpo Giovanna. «Può essere una risposta da dare - concorda Ferrante - Ma io non avevo detto che le donne devono fare un passo indietro, ma che mia moglie aveva scelto di non partecipare alla mia vita pubblica ma di restare dietro le quinte. Un vicesindaco donna non mi dispiacerebbe, anche se bisogna vedere gli equilibri della coalizione». Si sbilancia di più sui nomi delle personalità che vorrebbe accanto a sé, nella squadra del Comune: cita Livia Pomodoro, Valerio Onida, Elio Fiorucci, Susanna Mantovani.Dell’avversaria Letizia Moratti, che stasera sfiderà a Matrix nell’ultimo faccia a faccia prima del voto, Ferrante dice di invidiare solo il marito. Andre, lettore impertinente, chiede se gli piace come donna. Lui se la cava con una battuta: «I miei gusti sono diversi». L’ex prefetto, investito in diretta web da un diluvio di curiosità, risponde a tono su tutto. Ma inciampa proprio sulla domanda di un lettore che invia «un grosso in bocca al lupo» da Lecce. «Farai conoscere la nostra pizzica?», chiede speranzoso Luigi. Ferrante traballa e ammette di non ricordarsi bene «se si tratta di un ballo o di un alimento». Antonio (da Bari) corregge subito via email ma si capisce che sgrana gli occhi: «Non è un alimentooooooo! È un ballo popolare del Salento».Non poteva mancare nella videochat chi come Mattia e Franco vuole sapere cosa succederà in caso di sconfitta: «Ho sempre svolto una funzione pubblica e quindi svolgerò la funzione che i cittadini mi chiederanno. Se è quella di sindaco benissimo. Se è di consigliere comunale, bene lo stesso». Il tempo è scaduto e tante domande restano appese alla rete. Ma ci penserà Ferrante, dal suo sito (www.brunoferrante.it ), a dare una risposta.