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Un passo avanti contro il femminicidio


Arresto obbligatorio in flagranza per maltrattamento familiare e stalking; aumento di un terzo della pena se alla violenza assistono minorenni, se viene commessa su una donna incinta o dal partner; permesso di soggiorno alla vittima se è straniera; irrevocabilità della querela; allontanamento da casa del coniuge violento se c'è un rischio per l'integrità della vittima. Sono queste le nuove norme per combattere il fenomeno della violenza nei confronti delle donne e il femminicidio.
Questo è il pacchetto di provvedimento varato dal governo Letta sotto forma di decreto legge e quindi subito attuabile.  La stesura di questo provvedimento era stato iniziato dall'ex ministro Josefa Idem su modello della convenzione di Istambul e proseguito da tutto il governo (visto che al ministero non è stato nominato un successore).I punti deboli del decreto sono la mancanza di un'assistenza delle vittime con percorsi mirati a sganciarsi dalla relazione allontanandole dal pericolo, tutelando i figli, rafforzando le loro scelte offrendo sostegno e percorsi di autonomia, anche economica. Che efficacia avranno gli arresti e gli ammonimenti senza tutto questo? Si pensa di risolvere tutto con il carcere? Nel Paese c'era bisogno di dare un segno fortissimo e di un cambiamento radicale sul tema, oltre che un chiarissimo segnale di lotta senza quartiere al fenomeno del femminicidio e contro ogni forma di violenza sui più deboli, di machismo e di bullismo».  Speriamo che questo provvedimento dia buoni frutto, così come l'ha dato quello sullo stalking dell'ex ministro Mara Carfagna promulgato nel 2009. Nei prossimi mesi constateremo ...