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Cannes, Palma d'oro a Ken Loach e alle battaglie della vita e della Storia


A Pedro Almodovar il riconoscimento per la migliore sceneggiaturaMonica Bellucci: "Ho lottato a lungo per il film di Sorrentino"
 Ken Loach CANNES - E' The Wind that Shakes the Barley di Ken Loach il film vincitore della 59esima edizione del Festival di Cannes, parabola della rivoluzione irlandese negli anni Venti che però parla - per ammissione del regista - di Iraq e di una certa idea di "esportazione della democrazia" e mescola, com'è nello stile del regista inglese, storia, impegno politico, denuncia sociale e melodramma. Il Premio per la miglior regia va invece a Alejandro Gonzales Inarritu per il film Babel, tre storie legate tutte da un elemento: un colpo di fucile. Delusione per l'Italia: nonostante applausi e apprezzamenti, né Il Caimano di Nanni Moretti né L'amico di famiglia di Paolo Sorrentino riescono a portare a casa uno dei premi principali. Fra i riconoscimenti, Gran Premio della giuria a Flandres di Bruno Dumont. Sbaragliati, dunque, i favoriti della vigilia, primo fra tutti Pedro Almodovar, che per Volver conquista comunque il Premio per la migliore sceneggiatura e quello, collettivo, per le attrici del film: a loro, tutte (Carmen Maura, Penelope Cruz, Yohana Cobo, Blanca Portillo, Lola Duenas, Chus Lampreave) la Palma d'oro per la migliore interpretazione femminile. Palma "collettiva" anche per l'interpretazione maschile, consegnata ex aequo agli interpreti del francese Indigenes (Jamel Debbouze, Roschdy Zem, Sami Bouajila e Samy Naceri), la storia dell'"Armata d'Africa", gli algerini, i tunisini e i marocchini che nel 1943 si arruolarono per aiutare la Francia e gli alleati a respingere l'avanzata dei tedeschi. In quanto al film vincitore della Palma d'oro, "io non sono anti-inglese - aveva detto Ken Loach alla conferenza stampa dopo la proiezione di The Wind that Shakes the Barley - critico solo il governo inglese e queste sono due cose diverse, perché un popolo non si identifica necessariamente con il suo governo". Loach aveva difeso la scelta di fare un film dedicato alla resistenza irlandese all'occupazione inglese, sostenendo che "è sempre un buon momento per raccontare una storia come questa, che ci può insegnare qualcosa ancora oggi, in un'epoca in cui un Paese potente come l'America ha intrapreso una guerra illegale a tutti gli effetti". Una cerimonia di premiazione iniziata, secondo tradizione, con la Montée des Marches, la passerella di ospiti e star verso l'ingresso del Palazzo del Festival, e proseguita poi, sul palco, con la presentazione della giuria. Nel corso della quale il presidente della giuria, il regista Wong Kar-Wai, così ha spiegato i criteri con i quali sono stati decretati i vincitori: "Abbiamo cercato film che riflettessero passione, solidarietà e meraviglia". Penelope e Monica. Due donne protagoniste, una sullo schermo e una in giuria. Penelope Cruz ringrazia Pedro Almodovar: "Grazie per quello che fai per tutte le donne del mondo". Monica Bellucci è molto dispiaciuta per il film di Sorrentino, implicitamente ammette di averlo votato: "E' stato in corsa per vincere un premio fino a stamattina e molti in giuria lo amavano. Ho sofferto - ribadisce - e tanti come me. Il fatto è che in questa edizione c'erano troppi buoni film, ma comunque Cannes ha la capacità di far vivere anche quelle opere che non vengono premiate".